Gli scontri danno una bella soddisfazione, con una giusta combinazione di uso delle coperture e delle abilità speciali, senza sconfinare nel micromanagement spinto
COMPANY OF MECH
Le cinque missioni a cui ho giocato mi hanno offerto uno spaccato abbastanza ampio di quello che possiamo aspettarci dal prodotto finito. Mi sento di menzionare il tutorial perché di solito non è proprio un momento di quelli memorabili, e invece l’ho trovato geniale nel modo in cui introduce le meccaniche di base e anche nel tono agrodolce che ci aiuta a entrare in sintonia con gli avvenimenti e i personaggi della storia.

I mech sono dettagliatissimi e animati in maniera maniacale: sembra quasi di sentire il diesel bruciare.
Come può un semplice tutorial raggiungere tali vette? Ragazzi, dovreste saperlo: qui a TGM niente spoiler. In un paio di missioni ho comandato un numero prestabilito di unità, sbloccandone alcune con il raggiungimento di obiettivi secondari: l’approccio tattico offre una buona dose di libertà con percorsi alternativi da seguire, e pattuglie nemiche da affrontare testa a testa o da evitare con un attento tempismo dei movimenti delle nostre truppe.
Mi sono confrontato con una classica missione in cui costruire una base, conquistare punti risorse per formare il mio esercito e annientare il nemico. Che figata!
Ho visto tali tecniche applicate con successo in altre mappe, per cui voglio sperare che i prossimi mesi serviranno anche per rifinire dettagli come questo. Richiederà qualche ritocco anche l’IA, che in condizioni tradizionali presenta già fin d’ora algoritmi di comportamento interessanti, quasi sorprendenti, ma in specifiche occasioni non reagisce affatto e si fa sterminare neanche fosse un agnello pasquale, per esempio quando si trova sotto il fuoco di unità fuori dalla sua linea visiva, come potrebbe essere un mortaio su un terreno elevato. Nel corso della mia prova, mi sono anche confrontato con una classica missione in cui costruire una base, conquistare punti risorse per formare il mio esercito e annientare il nemico.
I mech sono macchine assassine dall’efficienza terrificante animate in maniera stupenda
Non posso nasconderlo: Iron Harvest è uno dei pochi giochi per cui ho ormai da due anni un vero hype, e queste ore in cui ho toccato con mano quanto creato finora da King Art Games mi hanno dato modo di vedere che le basi per un ottimo gioco sono già solidissime. Visto poi che la campagna Kickstarter raggiunse diversi stretch goal, inclusi futuri DLC, ci sono tutte le premesse per ritenere che alle tre fazioni con cui giocheremo a partire da settembre se ne unirà presto qualcun’altra. Io vado all-in sullo Shogunato.
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