Dead Island 2

Dead Island 2

PC PS4 Xbox One

Dead Island 2 - Anteprima hands-on

Preferite gli zombie dal lento incedere così come li aveva concepiti Romero o le creature più scattanti di 28 Giorni Dopo? Nel promettente Dead Island 2 ne uccideremo a bizzeffe di entrambi i tipi.

Sviluppatore / Publisher: Deep Silver Dambuster Studios / Deep Silver Prezzo: 54.99 € Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC (Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di uscita: 21 aprile

Era il lontano 2011 quando il mondo degli zombie videoludici veniva scosso dall’arrivo di Dead Island (ecco la nostra recensione della Definitive Collection), first person slayer adventure ambientato nell’isola di Banoi, da esplorare in modalità open world. Dopo uno sviluppo travagliato, tanto da lasciar supporre diventasse vaporware, comparve all’improvviso con uno dei trailer più emozionanti del mondo dei videogame, riuscendo a ritagliarsi uno spazio nel cuore degli appassionati nonostante la grande offerta di titoli simili e alcuni problemini tecnici da cui era afflitto. Dodici anni e un paio di DLC dopo, ecco tornare sui nostri schermi i non morti con il sequel Dead Island 2, sviluppato da Dambuster Studio e distribuito da Deep Silver.

Arrivata in redazione una preview da testare, mi ci sono avventato con l’entusiasmo di uno zombie in un negozio di cervelli, quindi direi di farla finita col ripassino di storia e venire al dunque. Mi sono cimentato in nove missioni della storia principale e due side quest, rimanendo con una gran voglia di proseguire ma purtroppo questi erano i limiti della versione in mio possesso. Nonostante il team di sviluppatori abbia comunicato che ci saranno aggiornamenti significativi, non ho mai avuto la sensazione di giocare a una sorta di Early Access incompleta come mi è capitato in altre occasioni su Steam, e anche la lista dei bug conosciuti era rappresentata perlopiù da sciocchezze marginali. Tratto quindi questa prova quasi come una recensione vera e propria, con la consapevolezza che la già alta qualità sarà ulteriormente incrementata.

EPIDEMIA ZOMBIE, DÉJÀ VU DEL COVID

Per una curiosa serie di trame del destino a tutti noi ben note, non ci sarebbe stato periodo migliore per l’uscita di Dead Island 2. Ci siamo finalmente lasciati alle spalle l’incubo del Covid ma abbiamo ancora ben in mente cosa significhi trovarsi in mezzo a un’epidemia causata da un virus di origini sconosciute, senza una cura certa: zone rosse, quarantene, diffidenza l’uno dell’altro, e perlomeno all’inizio nessuna garanzia che se ne uscirà.

Per una curiosa serie di trame del destino a tutti noi ben note, non ci sarebbe stato periodo migliore per l’uscita di Dead Island 2

Rivedere nell’intro molti di quei momenti, sia pure in un’opera di fantasia, fa battere il cuore forte, perché ora c’è la consapevolezza che andrebbe a finire proprio come ci viene mostrato: nel caos totale. Da inguaribile ottimista, devo però riconoscere che un’epidemia zombie come si deve non vedrebbe gente al balcone cantare “we are the champions” né arringare teorie assurde secondo le quali i non morti sarebbero agenti della CIA mascherati. Non tutto il male verrebbe per nuocere, dunque.

DEAD ISLAND 2: WELCOME TO HELL A

Parlando di Los Angeles, nel film C’era Una Volta a Hollywood il bel DiCaprio disse “In questa città può cambiare tutto all’improvviso” e mai frase potrebbe essere più pertinente. Un paio di mesi dopo gli eventi del primo episodio, l’epidemia ha infatti messo in ginocchio la famosa città californiana che è stata dichiarata Zona Rossa. Vi sono però dei voli speciali per trasportare i pochi sopravvissuti in luoghi più sicuri, e per accedervi i passeggeri devono mostrare un QR Code che certifichi che non siano infetti e sottoporsi al controllo della temperatura. Con tutte queste precauzioni, ci dovrebbe essere la certezza di imbarcare solo persone sane.

Dead Island 2

Ovunque ci muoviamo, ci sono zombie banchettando allegramente.

Purtroppo però pochi istanti dopo il decollo un passeggero si trasforma in zombie e nel pandemonio generatosi l’aereo si schianta al suolo. E proprio un attimo prima dell’impatto, con una veloce carrellata, si mettono a fuoco sei persone accomunate dallo stesso destino: sono gli slayer, ovvero i personaggi che saremo chiamati a controllare. Questa è la prima scelta che ci pone Dead Island 2: dobbiamo salvarne uno condannando a morte certa gli altri. Da questo momento, non è più possibile cambiare alter ego per tutta la partita, e per provare un altro PG bisogna cominciare una nuova run.

PERSONAGGI TARANTINOSI

Gli slayer sono egregiamente caratterizzati sconfinando volutamente negli stereotipi con l’esagerazione tipica di registi come Quentin Tarantino o Guy Ritchie. Abbiamo Dani, la classica attaccabrighe Irlandese, rimasta intrappolata a H.A assieme alla sua squadra di roller derby. Poi c’è Jacob, stuntman di Hollywood privo di istinto di autoconservazione, un tempo agente di borsa a Londra fin quando mammina, che tanto si raccomandava trovasse un lavoro sicuro, ha tirato le cuoia. Ryan è il bello del gruppo, prima dell’epidemia faceva lo spogliarellista e ora sta disperatamente cercando il fratellino disperso. La campionessa paralimpica Amy non può più vincere gare di atletica in una città infestata dagli zombie, ma ha deciso di tenersi in forma affettando non morti, trovando la nuova attività ancora più appagante.

Gli slayer sono egregiamente caratterizzati sconfinando volutamente negli stereotipi con l’esagerazione tipica di registi come Quentin Tarantino o Guy Ritchie

Bruno è il classico delinquentello truffatore che ha frequentato l’Università della Strada – quella vera, non sui social – e in questo nuovo mondo fa ciò che gli riesce più naturale: sopravvivere. Infine Carla, motociclista acrobatica, già rischiava l’osso del collo tutti i giorni anche prima dell’epidemia, quindi farsi largo tra orde di morti viventi per lei è routine. Questa cura nella realizzazione dei background dei personaggi è stata trasposta anche a tutti gli NPC da me incontrati, dalla celebrity che pensa solo a che ne sarà della sua carriera, al suo isterico e inutile assistente, passando per ricchi spacconi dal grilletto facile e trafficoni poco raccomandabili.

HELL A È VIVA, CIOÈ, TECNICAMENTE SAREBBE MORTA, MA…

Qualunque sia il nostro eroe, non appena usciti dalla carcassa del velivolo, in una sequenza che funge da tutorial per insegnarci i movimenti base, tentando di salvare un passeggero veniamo ringraziati con un bel morso quando costui si trasforma in zombie. A quel punto scopriamo di essere immuni al virus, ma certamente non immortali quindi dobbiamo comunque difenderci dagli attacchi dei non morti e raggiungere la villa della celebrity per trovare momentaneo rifugio.

Dead Island 2

Zombarbecue: grigliata di zombie.

In queste prime fasi in cui l’esplorazione è limitata non tanto da barriere architettoniche piazzate lì giusto per impedirci di passare, ma da nemici di un livello troppo alto rispetto al nostro, non ho avuto la sensazione di giocare a uno slasher con gruppetti di nemici piazzati qua e là per essere malmenati, bensì di essere un vero cittadino di H.A. che gira per una città viva – il che suona piuttosto ironico date le circostanze – in cui gli infetti imperversano a prescindere dalla mia presenza. A titolo di esempio, salito su una terrazza ho visto in lontananza uno zombie che cercava di entrare dentro la finestra di una casa. Scriptato? Chi lo sa, o meglio, che importa, mi sono sentito parte del mondo di gioco, e questo basta e avanza. E poi, più ce ne sono, più ne possiamo uccidere in un trionfo di gore mai visto prima.

ZOMBIE IN CARNE E OSSA

Se le ossa – bones – dei modelli 3D sono una tecnica consolidata da molti anni, Dead Island 2 introduce la carne – flesh – con l’omonimo sistema FLESH: Fully Locational Evisceration Simulator for Humanoids, che tradotto suona più o meno come: Simulatore di Eviscerazione a cui sarebbe calzato a pennello l’acronimo FLESH quindi ci siamo scervellati per dargli una spiegazione pertinente. Ritengo sia la caratteristica più interessante del gioco, in quanto riesce ad alzare l’asticella del realismo dei combattimenti, e quindi del divertimento, di varie tacchette rispetto a quanto visto finora.

Il FLESH è la caratteristica più interessante del gioco in quanto riesce ad alzare l’asticella del realismo dei combattimenti, e quindi del divertimento, di varie tacchette rispetto a quanto visto finora

Possiamo infatti immaginare i personaggi tradizionali dei videogame come manichini di legno massiccio. Se quindi prendo una scure e la calo con forza sulla testa, questa si spaccherà in due o più pezzi solidi e massicci pure loro. Alcune routine poi si incaricheranno di visualizzare schizzi di sangue generati al volo tanto per dare un tocco splater, ma niente più.

Dead Island 2

Gli smembramenti sono estremamente realistici.

Con il FLESH invece non abbiamo più modelli massicci bensì cavi, con all’interno una realistica riproduzione degli organi umani. Tornando all’esempio del manichino, immaginatelo con la testa cava, riempita con gelatina a simulare il cervello, due uova per i bulbi oculari, e così via. Quando arriva il colpo di scure, non solo si spacca la testa come prima, ma volano in pezzi anche tutte le prelibatezze situate al suo interno, con un effetto finale molto più vicino alla realtà.

Quando trafiggiamo uno zombie lo vediamo sbudellarsi, gli occhi schizzano con una martellata in testa e ogni arto ha una funzione precisa su cui possiamo intervenire brutalmente: il FLESH è davvero uno spettacolo

Tradotto sullo schermo, quando trafiggiamo uno zombie lo vediamo sbudellarsi, prendendolo a martellate sulla testa gli potrebbero schizzare gli occhi, colpendolo in faccia con una mazza probabilmente gli spezzeremo la mandibola vedendola così penzolare, fino al prossimo colpo che la farà volare lontano come un fuori campo di Joe Di Maggio. Ci sono anche delle fatality interessanti in cui si schiaccia la testa dei malcapitati con il piede, vedendola esplodere come un’anguria investita da un camion. È davvero uno spettacolo per gli occhi, e non guarderò più uno slasher con gli stessi occhi di prima.

GAMBIZZOMBIE: ZOMBIE GAMBIZZATI

Ma le peculiarità del FLESH non si limitano al lato estetico, assegnando una precisa funzionalità ad ogni parte del corpo ci permette di fratturare ossa, amputare arti e rendere i non morti inabili al combattimento in modi creativi e truculenti. Colpendoli alle gambe non riusciranno più a camminare, strappando loro le braccia diverranno molto meno pericolosi, e schivando i loro attacchi saremo poi in grado di afferrarli per il collo ed eseguire combo speciali, il tutto con la massima reattività. Sta a noi decidere se avanzare picchiando a casaccio, finendo spesso per soccombere o riportare danni anche seri, oppure usare l’astuzia e colpirli nei punti più critici.

Dead Island 2

Una volta schivati gli attacchi, possiamo afferrare gli zombie per il collo.

E infine, trattandosi di un sistema procedurale, è in grado di creare zombie dall’aspetto virtualmente sempre diverso. Già che ero consapevole di non poter proseguire più di tanto con la main quest, ho passato molto tempo a giocare in modalità sandbox cercando compulsivamente non morti di vari tipi – abbiamo quelli lenti della scuola Romero, i corridori in stile 28 Giorni Dopo passando per tutta una serie di abomini degni di Resident Evil – per provare questa o quella combinazione. Perché ovviamente ogni slayer ha il proprio personalissimo modo di togliere di mezzo i cadaveri ambulanti.

TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER FAR DEL MALE

Il sistema di perk è rappresentato dall’utilizzo di carte, come se fossimo in un CCG. Alle due abilità esclusive iniziali, che determinano lo stile di combattimento, se ne aggiungono altre man mano che si prosegue e si livella. Ci si trova come di consueto con più perk di quanti siano gli slot disponibili, costringendoci a scelte tattiche che meglio si adattino al gameplay, e con un po’ di abilità possiamo cambiare la nostra mano di carte al volo, per meglio adattarci a ogni situazione.

Tra i perk gestiti a mo’ di carte e le armi personalizzabili, gli strumenti con cui darsi alla mattanza non sono pochi

E quando pugni e calci non sono abbastanza, ecco giungere in nostro soccorso vari tipi di armi da mischia e da fuoco, personalizzabili al banco di lavoro grazie ai materiali recuperati in giro come accade in Far Cry 6, ma ispirandosi alla serie Dead Rising e le sue assurde combo. Girare con un machete elettrificato è stato entusiasmante, e dispiace che gli item abbiano una durata piuttosto limitata prima di rompersi, ma forse è solo per costringerci a spremere le meningi per creare armi ancora più bizzarre.

NON SOLO UN GIOCO, MA UN’OPERA SUGLI ZOMBIE

Nel 2018 mi colpì un comunicato di Netflix agli investitori in cui si affermava che il più grande competitor della piattaforma di streaming non era HBO bensì Fortnite. Non era più una battaglia incentrata sul tipo di media, ma nell’intero intrattenimento in cui tutti lottavano contro tutti. Analogamente, Dead Island 2 non andrebbe confrontato solamente con altri giochi di zombie, ma con la letteratura Zombie in generale, partendo dai classici di Romero fino alla serie The Walking Dead. È un’opera destinata a diventare un classico, sia per il gameplay che pare finalmente scevro da problemi tecnici, sia per la storia ironica, politicamente poco corretta, quasi una satira dark di ciò che accade ai giorni nostri, proprio come fu anni e anni addietro con la celebre invasione del centro commerciale. Adesso non vedo l’ora che esca la versione definitiva per terminare il gioco con Bruno, il mio preferito al momento, e poi cimentarmi con gli altri slayer e provare il co-op che nella preview era disattivato. Se siete amanti degli zombie dovreste picchiare il pulsante “wishlist” come se fosse la testa di un walker.

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