Far Cry 6 ci porta a Yara, fantasiosa nazione caraibica, a combattere contro un sanguinario ma determinato dittatore.
Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Toronto / Ubisoft Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Epic Games Store), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di lancio: 7 ottobre
Yara è una grossa, quanto fantasiosa isola caraibica che ricorda, esplicitamente, la realtà cubana. Fino al 1967 era governata dalla potente famiglia dei Castillo, che ne avevano fatto una delle maggiori esportatrici di tabacco e di rum, incorrendo talvolta in metodi brutali con il popolo.
I Castillo avevano agganci con le maggiori potenze del vicinato e, in seguito alla rivoluzione degli studenti e al conseguente passaggio di potere, Yara fu ‘punita’ con un ferreo embargo commerciale, in grado di cristallizzarne l’economia e di spingerla verso l’autarchia e il nazionalismo.
FAR CRY 6 TORNA AI CARAIBI!
Alla morte del guerrigliero Santos Espinosa, che in qualche modo riuscì a tenere sotto controllo la situazione per mezzo secolo, Yara sprofondò in una crisi profonda e il popolo fu chiamato a scegliere un nuovo presidente. La scelta cadde su Anton Castillo, ancora bambino all’epoca della rivoluzione: con il fascino dell’attore Giancarlo Esposito e con una straordinaria oratoria, ebbe gioco facile a convincere el pueblo delle sue buone intenzioni. La sua elezione fu praticamente un plebiscito. Anton, del resto, aveva un piano: “ricostruire il Paradiso” sfruttando le abbondanti piantagioni di tabacco per produrre il Viviro, un farmaco rivoluzionario capace di curare il cancro.
Purtroppo, però, il procedimento necessario a realizzarlo ha un costo molto salato in termini ambientali e sociali: il tabacco, modificato geneticamente, va trattato costantemente con una tossina velenosa e, infine, raccolto a mano da dozzine di poveri cristi costretti a inalare le esalazioni. Una situazione che si sarebbe potuta amministrare solo con il pugno di ferro e così è stato: tramite una campagna diffamatoria, sapientemente orchestrata sui media, il nuovo dittatore aveva diviso la popolazione tra “veri” e “finti Yariani” (poveri, oppositori, reietti), razziando questi ultimi e condannandoli a lavorare come schiavi nelle piantagioni di tabacco, uccidendoli poco alla volta con le tossine o all’istante, con un proiettile, se si rifiutavano. Il tutto, per il fine nobile (e politicamente inappuntabile) di riportare Yara all’antico splendore curando il cancro in tutto il pianeta.
NON È LA MIA RIVOLUZIONE, ANZI SÌ!
Far Cry 6 comincia con un rastrellamento. Le forze dell’esercito di Castillo bussano tutte le porte del quartiere in cerca di nuove braccia da sacrificare, colpendo a morte il nostro migliore amico durante i tafferugli. Spaventati, completamente disarmati e con il solo aiuto di Lita – una “quasi sorella” con cui avevamo condiviso la fanciullezza in un orfanotrofio – riusciamo a sfuggire ai soldati imbarcandoci su un peschereccio, ma quello che succederà di lì a poco è ineluttabile: l’imbarcazione è intercettata dall’esercito e, dopo una scena drammatica e inverosimile che non vi “spoilereremo”, fatta affondare con tutti i suoi occupanti.
Si salverà soltanto Dani Rojas, l’eroe di turno: il suo piano di scappare in America e lasciarsi i problemi di Yara alle spalle dovrà necessariamente attendere, perché a pochi passi di distanza dalla spiaggia su cui era naufragatǝ (possiamo scegliere se è un uomo o una donna) si trova il campo base di Libertad, movimento rivoluzionario guidato dalla carismatica Clara Garcia. Un po’ per vendetta, un po’ per orgoglio e un po’ perché altrimenti il gioco finirebbe ancora prima di cominciare, ci uniamo alla sua causa e partiamo alla riconquista di Yara, combattendo una guerra decisamente più grande di noi.
L’ISOLA PIÙ STRAORDINARIA CHE FAR CRY ABBIA MAI AVUTO
Yara è semplicemente spettacolare. Far Cry torna alle origini della saga con una location che ricorda la natura e i colori sgargianti del primo episodio, salvo ovviamente migliorare la resa visiva in tutti i modi possibili, immaginabili e messi a disposizione da 15 anni di evoluzione dell’hardware. Si torna a sparare tra le palme e non solo, visto che la nazione di Yara è suddivisa in cinque regioni diverse piene di insenature, colline, pianure, boschi, spazi aperti, città e, tutt’attorno, isolotti che si possono raggiungere per mezzo di imbarcazioni e natanti.
ALMENO DAL PUNTO DELL’AMBIENTAZIONE, FAR CRY 6 è UN RITORNO ALLE ORIGINI: SI TORNA A SPARARE FRA LE PALME, CON UNA RESA VISIVA CHE HA DELL’INCREDIBILE
CHISSÀ SE CASTILLO HA FATTO ANCHE COSE BUONE
La Revolución non si fa da soli: Clara comincia la sua battaglia a Isla Santuario, ma in ogni regione ci sono “buoni” da aiutare e “cattivi” da sconfiggere. Nella regione pianeggiante di Madrugada, per esempio, a rappresentare il potere di Castillo c’è suo nipote José, mentre a opporglisi è l’orgogliosa famiglia dei Montero, il cui punto di contatto con Clara è un meccanico chiamato Philly Barzaga. La prima cosa che faremo una volta usciti da Isla Santuario sarà contattare quest’ultimo e cercare di entrare nelle grazie di “papà Montero” portando a termine tutte le missioni che lui – e i suoi uomini più fidati – ci affideranno.
CIASCUNA DELLE CINQUE REGIONI HA LA SUA SERIE DI MISSIONI E DI CATTIVONI DA AFFRONTARE
SEMPLICE MA COMPLESSO
Far Cry 6 è uno shooter a tutto tondo, un gioco poliedrico costruito attorno alle vicende di un eroe solitario, proprio come i suoi predecessori o, per fare paragoni con altri giochi simili, come Red Dead Redemption 2 e Days Gone. Anche in questo caso abbiamo a nostra disposizione un “quasi open world” dove siamo sostanzialmente liberi di divagare come vogliamo, ma in cui la narrazione assume delle strade ben precise che dobbiamo necessariamente seguire, se vogliamo avanzare nell’avventura. Ciò non toglie, però, che tra una missione e l’altra possiamo distrarci in diversi modi: possiamo andare a caccia e a pesca, scorrazzare allegramente per il paese con i veicoli che troviamo incustoditi, dedicarci a missioni secondarie affidateci da comprimari, perfino partecipare a divertenti lotte tra galli impostate esattamente come un picchiaduro a incontri: sì, dentro Far Cry 6 c’è perfino un piccolo Street Fighter II a base di gallinacei.
Con noi, del resto, ci sarà sempre qualche ‘amigo’, un animale da compagnia che ci tornerà utile anche durante le missioni. Il primo che incrociamo è Guapo, un coriaceo coccodrillo con un elegante dente d’oro, che indossa anche una maglietta da football americano (probabilmente per distinguerlo dagli alligatori selvatici). Vederlo assalire e sbranare i nemici, tra le loro urla strazianti, è impagabile. Per non parlare di Chirizo, un tenero quanto fetentissimo cagnolino su due ruote e il micidiale Chicharron, un gallo da combattimento assetato di sangue capace di fiondarsi, letteralmente, sui nostri nemici.
DAL REVOLVER AL RESOLVER IL PASSO È BREVE
Dani Rojas cresce di livello a mano a mano che compie missioni e può avere accesso ad armi, capi d’abbigliamento e ‘mod’ sempre più complessi. Ogni cosa che indossa, oltre al suo aspetto estetico, contribuisce anche a proteggerlo dagli agenti esterni (fuoco, esplosivi, veleno…). Le armi sono numerose e suddivise per tipologia ma, a renderle più micidiali – e in qualche modo uniche – è la loro possibilità di personalizzazione: lungo la mappa, spesso nelle vicinanze degli obiettivi sensibili, troviamo dei banchi da lavoro su cui è possibile mettersi ad armeggiare, in quella che potremmo definire l’arte del ‘resolver’, arrangiarsi con ciò che si ha a disposizione.
FAR CRY 6 PRESENTA UN SACCO DI ARMI ASSURDE, FRA IL PIROTECNICO E L’IMPOSSIBILE
FAR CRY 6 E’ UNO SPETTACOLO PER CHI HA L’HARDWARE ADATTO
Una volta caricato il gioco non sentiremo mai il distacco tra una missione e l’altra: potremo sempre muoverci liberamente da un capo all’altro dell’isola (certo, mettendoci tutto il tempo necessario, perché è bella grossa) senza l’assillo di schermate fisse e barre di caricamento che interrompono l’azione. I filmati sono realizzati con lo stesso motore del gioco, che gira dignitosamente in full HD su qualsiasi configurazione decente degli ultimi anni. Chi ha una scheda sul livello di una GTX 1080 (quindi tutto un range di modelli che comprendono RTX 2070, 3060, RX Vega, 5700, 6600) può salire a 1440p anche in modalità ultrawide.
Chi ha più di 8 GB di memoria VRAM, inoltre, può optare per texture ad altissimo impatto scenico che pesano, da sole, più di 40 GB (e che possono essere scaricate opzionalmente). Far Cry 6 prevede un benchmark interno e supporta la tecnologia AMD FidelityFX Super Resolution, che permette di mantenere invariata la qualità visiva e la risoluzione d’uscita, renderizzando però l’immagine, internamente, a una risoluzione inferiore. Il guadagno di framerate è consistente e vi consigliamo di approfittarne: con l’FSR abbiamo potuto giocare a 3440×1440 pixel, con una Radeon RX 6600 XT, alle impostazioni di dettaglio più elevate e con ray tracing attivato, con una media di 63 fotogrammi al secondo.
In Breve: Potrei andare avanti per giorni a parlare di questo gioco: lungo, largo, pieno zeppo di cose da fare. Lo possiamo affrontare a due livelli di sfida, quello classico molto impegnativo e la modalità storia, pensata per chi non è avvezzo al genere e vuole godersi l’odissea di Dani senza morire troppo spesso. Ma sarebbe comunque riduttivo: Far Cry 6 è un’esperienza totalizzante, che ci immerge nella realtà dell’Avana (o giù di lì) grazie a un aspetto grafico realistico e convincente, alla colonna sonora ricca di canzoni caraibiche e alla presenza di personaggi evocativi e sfaccettati, di cui è impossibile non innamorarsi. Peccato che manchino le voci in Italiano, ma in fondo quel misto di inglese e spagnolo è bello così, e ci sono pur sempre i sottotitoli.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 5600, Radeon RX 6600 XT, 16 GB RAM, SSD, 3440×1440
Com’è, Come Gira: A poco più di 60 fps con la configurazione di prova e con FSR attivato e qualità ‘Ultra’; a circa 60 fps disattivando ray tracing, FSR e abbassando la qualità ad ‘Alta’. Si gioca decentemente in Full HD anche con schede di fascia medio/alta un po’ attempate.