Pinocchio non è forse il personaggio che più facilmente si assocerebbe a un soulslike, ma Lies of P ha deciso di provarci comunque. Già dall’anteprima possiamo capire che il titolo coreano è piuttosto distante dalla storia di Collodi, ma questo non lo rende meno interessante.
Sviluppatore / Publisher: Neowiz, Round 8 Studio / Neowiz Prezzo: 59,99€ (Standard), 69,99€ (Deluxe) Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Series X|S Data di Lancio: 19 settembre 2023
Chi è stufo dei soulslike? Io no di certo. E infatti, appena Mario ha preso la via della chat redazionale per chiedere chi fosse interessato ad occuparsi di una versione d’anteprima di Lies of P ho timidamente alzato la mano sperando segretamente che nessun altro si facesse avanti in maniera più decisa.
Per mia fortuna così non è stato, e dunque ho potuto passare un paio d’ore a menare automi impazziti in questa reinterpretazione della saga di Pinocchio e Geppetto.
LIES OF P: PINOCCHIO SECONDO I COREANI
Dalla storia originale di Collodi prende ispirazione solo a grandi linee. Pinocchio, che qui non può fare a meno di ricordare un Timothée Chalamet con qualche anno di meno, è anche stavolta un ragazzo artificiale, e Geppetto il suo creatore; stavolta, però, Geppetto ha creato anche schiere di automi che a una certa hanno deciso che ne avevano abbastanza del Grande Patto a cui li avevano sottoposti gli umani e hanno deciso di ribellarsi. Toccherà a Pinocchio attraversare le strade in rovina di Krat, città fittizia ampiamente ispirata alla Belle Époque, e menare di santa ragione suddetti automi. La parte di storia che abbiamo potuto vedere finora, dunque, si distacca molto da quella dell’opera originale di Collodi, mantenendo giusto qualche riferimento (il primo boss è un maestro del circo che ogni tanto sputa fiamme) e naturalmente la capacità di Pinocchio di mentire; e farne uso potrebbe finire per avere effetti inaspettati sul protagonista.
Per quanto riguarda il gameplay, siamo nel classico reame dei soulslike. C’è la barra della stamina, ci sono le schivate, ci sono i focolari e le fiaschette curative, ci sono i nemici che o stai attento o ti rispediscono al respawn in breve tempo. Più che ai Souls veri e propri sembra però che Lies of P voglia ispirarsi a Bloodborne. L’armamentario che ho potuto provare non includeva infatti il classico scudo capace di bloccare per intero i danni: se vogliamo evitare di subirne, dovremo schivare gli attacchi o pararli con il giusto tempismo.
NIENTE COMODI SCUDI DIETRO CUI DIFENDERSI, IN LIES OF P
Intendiamoci, non è che Pinocchio sia piantato sui suoi piedi: ho visto di ben peggio nel campo degli action, e la creatura di Round 8 Studio non se la cava poi troppo male. Anche perché, insomma, bisogna pure contare tutto il resto. Fra le particolarità interessanti di Lies of P troviamo il sistema di equipaggiamento: ogni arma è infatti composta da due pezzi (la testa o la lama e l’impugnatura), ciascuna caratterizzata da attacchi speciali attivabili consumando una risorsa apposita; per esempio, lo spadone ci permetterà di eseguire una serie di tre fendenti capaci di infliggere seri danni a qualunque malcapitato. Cambiare una delle due parti modificherà anche le abilità a cui avremo accesso, e anche quanto le nostre statistiche influenzeranno il danno potenziale dall’arma; come da tradizione, anche qui il cosiddetto scaling viene misurato in lettere che vanno da A a D.
E sempre in piena linea con la tradizione dei soulslike, anche qui ci saranno le alterazioni di stato. Per ora niente paludi velenose, ma durante la demo mi sono trovato ad avere a che fare con l’elettricità; comprensibilmente, sovraccarichi possono causare qualche problema a degli automi – nello specifico, un aumento dei danni subiti – a meno che non siano come l’infamissimo secondo boss, che dopo essere sceso sotto metà vita decide di sparare fulmini e saette ovunque e non ha dunque particolari problemi con l’elettricità in eccesso.
DOPO AVERLI MENATI PER UN PO’, POTREMO STORDIRE I NEMICI CON UN ATTACCO CARICATO
KRAT, SPLENDIDA KRAT
La presentazione è di sicuro uno dei punti forti di Lies of P. Ai coreani piace tanto spingere sulla grafica – pensate ad esempio a Stellar Blade di Shift UP – e questo gioco non fa eccezione, sopratutto per quanto riguarda il dettaglio visivo dei vari personaggi. Molto bella e sorprendentemente dettagliata anche Krat, la città in rovina che ci troveremo a esplorare, anche se a livello di interazione ambientale siamo a livelli molto bassi; non che sia un gran problema in un soulslike, ma fa comunque un po’ dispiacere vedere tutto questo ciarpame per le vie e rendersi conto che l’unica cosa che puoi fare è girarci attorno.
KRAT È BELLA DA VEDERE E RICCA DI DETTAGLI