Hearthstone: La Città Perduta di Un'Goro – Analisi PC

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Hearthstone: La Città Perduta di Un'Goro – Analisi PC

La nuova espansione di Hearthstone, La Città Perduta di Un’Goro, ci riporta dove eravamo stati otto anni fa in un mix di novità, vecchie conoscenze e murloc: ecco cosa è cambiato.

Sviluppatore / Publisher: Blizzard Entertainment / Blizzard Entertainment Prezzo: Free to Play Localizzazione: Completa Multiplayer: Competitivo online PEGI: 7 Disponibile su: PC (Battle.net), Android, iOS Data di uscita: Già disponibile

Quando Blizzard pubblicò Viaggio a Un’Goro nel 2017, pochi avrebbero immaginato che quel cratere incandescente, popolato da dinosauri e creature preistoriche, potesse diventare il palcoscenico di una storia più ampia e profonda. Eppure eccoci qui.

La Città Perduta di Un’Goro è la continuazione di un viaggio, anzi quel Viaggio, che coincide con un passo avanti nella narrazione e nel gameplay di Hearthstone. A distanza di quasi otto anni, il cratere si rivela ancora capace di sorprendere, portandoci dentro una metropoli titanica sepolta nella lava e avvolta nel mistero.

A SPASSO PER LA CITTA’ PERDUTA DI UN’GORO

Se Viaggio a Un’Goro era soprattutto un’esplorazione della natura primordiale e selvaggia, questa espansione vira verso un’ambientazione più strutturata e ricca di storia. La Città Perduta, infatti, non è solo una collezione di nuove carte, ma una vera e propria prosecuzione del racconto iniziato anni fa, con Loh, Umbra ed Elise Cercastelle che guidano la spedizione alla scoperta delle rovine titaniche nascoste sotto la superficie.

La Città Perduta non è solo una collezione di nuove carte, ma una prosecuzione del racconto iniziato anni fa

La narrativa e il gameplay s’intrecciano, sviluppandosi entrambi attorno a quattro pilastri fondamentali che compongono il cuore dell’espansione: le Missioni, la nuova parola chiave Affine, le Mappe e le Storie. Ciascuno di questi elementi aggiunge qualcosa di nuovo e/o diverso, senza però rinnegare le radici del gioco. Il riferimento è alle Missioni, le quali tornano ma con un approccio rivisto nonostante la base sia la medesima, ovvero carte da 1 Mana che ci si ritrova sempre nella mano iniziale nonché specifiche per ogni classe. A differenza del passato, però, il focus del nuove Quest non è solo sul raggiungimento dell’obiettivo, ma anche sulla gestione attenta del turno e delle risorse. Si avverte una volontà di spostare il gameplay in direzione di un impatto più graduale e meno improvviso, e in questo senso la curva di potenza risulta più calibrata. Purtroppo ciò non tutte le missioni sono uscite col buco, ma ci torniamo dopo.

Hearthstone: La Città Perduta di Un'Goro

La nuova e discussa Missione del Paladino.

La meccanica Affine funziona da filo conduttore per molte carte: se nel turno precedente si è giocato un servitore o una magia di un certo tipo, la carta affine successiva ottiene un bonus. Il sistema premia la coerenza senza imporre vincoli troppo rigidi, aprendo la strada a strategie più fluide. È una novità che aggiunge profondità al deckbuilding, inducendo a pensare in termini di sequenze e sinergie più sottili. Le Mappe sono un’altra “novità”: sei carte che offrono una carta da Rinvenire, ma con una particolare dinamica  condire il tutto. Se la carta scelta viene giocata immediatamente, si attiva un secondo Rinvenimento. È un meccanismo che trasforma ogni turno in un piccolo racconto a più strati, premiando la pianificazione e l’interpretazione della partita come una serie di scelte legate tra loro. A chiudere il cerchio di novità abbiamo le Storie, ovvero sette carte che raccontano frammenti della spedizione originale nel cratere, viste attraverso gli occhi dei Tortolliani. Non si tratta di semplici dettagli estetici ma di un modo per intrecciare il gameplay al contesto, mantenendo viva la narrazione anche durante le partite.

INVASIONE DI MRGLWGLWGL

I primi giorni in modalità Standard sono stati caratterizzati dai murloc, da sempre croce e delizia per la comunità. Chi ama scalare la classifica rapidamente troverà nel nuovo Quest Paladin ciò che ha sempre sognato; la nuova Missione di Uther, infatti, è facile e rapida da attivare e inoltre è ripetibile, tre peculiarità che la rendono assai difficile da contrastare per i mazzi più lenti (con qualche eccezione, tuttavia l’invasione incontrollata di murloc è evidente: imperversano perfino in Selvaggio). Nerf in vista? Può darsi, non mi stupirei.

I primi giorni sono stati caratterizzati dai murloc, da sempre croce e delizia per la comunità

Attualmente, l’alternativa Standard più competitiva è il Fishing Priest, un deck capace di riempire in pochi turni il board con servitori dal basso costo, potenziarli e renderli fastidiosi quel tanto che basta per puntare dritto alla faccia dell’avversario senza fare troppi complimenti. Le % di winrate indicano che la lista Hog Demon Hunter è la terza scelta giusta per chi vuole un mazzo sopra il 60% di vittorie, mentre subito dietro, nel cosiddetto Tier 2, trovano posto alcuni archetipi interessanti come il Loh Druid, che sfrutta la nuova leggendaria Loh, la Leggenda Vivente.

Parat… ehm quasi.

Qualche deck è nato con l’arrivo del nuovo set, tuttavia la sensazione è che il power level generale non sia particolarmente elevato; probabilmente è questo il motivo per cui tra gli archetipi più usati se ne scorgono molti già noti, nonostante la nascita di alcune nuove leve. A livello di originalità delle meccaniche, inoltre, pur con qualche differenza rispetto al passato, si respira un’aria di déjà-vu tra Missioni, Mappe e Storie. L’unica novità nel senso stretto del termine è la keyword Affine, troppo poco per scatenare l’entusiasmo dei giocatori. Personalmente avrei preferito un po’ di coraggio in più e meno riciclo di idee, ma non dimentichiamoci che le prime settimane post espansione sono sempre “temporanee”, un card game ha bisogno di tempo per assimilare correttamente le novità e permettere al meta di assestarsi. E poi Blizzard ci ha abituato a nerf/buff dopo diversi giorni dalla pubblicazione, ergo il panorama potrebbe mutare a breve.

UN CRATERE IN EVOLUZIONE?

A convincere maggiormente è il legame narrativo con l’espansione del passato. Un’Goro non è solo un arido cratere con bestie preistoriche, ma una città titanica sotto la cenere, fatta di misteri e memorie oscure. Questa ambientazione permea ogni aspetto del gioco, rendendo il set più coeso e meno “estemporaneo ed episodico” rispetto al recente passato. Per il resto, l’approccio cauto di Blizzard potrebbe scontentare chi brama, ad ogni rilascio di un’espansione, una rivoluzione delle liste più diffuse. Magari le prossime settimane ribalteranno lo status quo del meta, tuttavia mi sembra improbabile che ciò avvenga spontaneamente.

A convincere maggiormente è il legame narrativo con l’espansione del passato

Dal punto di vista del theorycrafting, l’espansione sembrerebbe privilegiare l’equilibrio e la profondità, la ricerca degli incastri e delle sinergie. Le nuove carte appaiono meno orientate a fornire “bombe” immediate e più interessate a incoraggiare la costruzione di un game plan solido, basato su sequenze di giocate intelligenti e gestione attenta delle risorse. Per i giocatori abituati a un impatto devastante e subitaneo forse la prospettiva potrebbe apparire meno eccitante, ma per chi cerca una sfida ragionata e stratificata La Città Perduta di Un’Goro potrebbe offrire diversi spunti interessanti. Peccato che, allo stato attuale delle cose, siano diverse le classi che faticano a tenere il passo di Paladino, Sacerdote e Cacciatore di Demoni. Speriamo riescano a risalire la china presto.

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