Tutto funziona alla grande, con disegni realizzati a mano e animazioni spettacolari che bucano lo schermo
Dopo un numero sufficiente di morti il gioco concede di attivare l’invulnerabilità fino al traguardo seguente
MANCANZA DI FIATO
Mi sbilancio: fin qui Battletoads è un capolavoro moderno, la maniera più arguta ed efficace per togliere dalla naftalina un brand vecchio di oltre cinque lustri, con ironia e pregevole realizzazione tecnica. Il guaio arriva a metà dell’avventura, dove c’è un problema di ritmo bello grosso: durante il penultimo capitolo (peraltro il più lungo) le soddisfacenti risse cedono il passo a livelli di vario genere, tra lunghe sezioni a base di piattaforme e enigmi a estenuanti arene in salsa danmaku, passando per una serie di minigiochi dove Wario idealmente incontra il magico mondo delle bestemmie.

Ma io voglio rovinarmi i polpastrelli pestando duro, non perdere tempo tra contrappesi e piattaforme!
Il problema non è la varietà, invero benvenuta, bensì la concentrazione di questi livelli alternativi in una consistente fetta del gioco; potevano essere tranquillamente spalmati nel corso della vicenda offrendo occasionali momenti di diversificazione ed escapismo tra un combattimento e l’altro, ma trovarseli tutti di fila è qualcosa di sfiancante, anche perché l’ultimo atto è composto da appena un paio di brevi scontri prima dei titoli di coda. Quel che resta è il conteggio dei collezionabili racimolati assieme alla possibilità di scegliere da quale stage partire, senza l’ombra di personaggi o contenuti sbloccabili come accade invece nel recente Streets of Rage 4. Certo, si può sempre ricominciare dalla difficoltà Battletoads, dove il gioco picchia ancora più duro e il dono dell’invulnerabilità non è neppure contemplato, ma sappiate che in quel caso la scomunica è dietro l’angolo.
In Breve: Il ritorno delle Battletoads può essere considerato un successo: bello da giocare e ascoltare, spassoso e dissacrante da vivere nonché fedele allo spirito dei giochi originali, con una difficoltà selvaggia ma domabile. Il problema è da riscontrarsi nella scarsa rigiocabilità e da un problema di ritmo che rende la parte centrale dell’avventura una seccatura, piuttosto che una piacevole variazione. Nel complesso però ci siamo: spero davvero di assistere a un secondo capitolo, incentrato maggiormente su quello che i rospacci sanno fare meglio.
Piattaforma di Prova: Xbox One X
Com’è, Come Gira: Veloce, frenetico e su di giri: non è certo questo il gioco che metterà in crisi un’architettura potente come quello di Xbox One X, e tutta l’azione si scatena senza la minima incertezza dall’inizio alla fine.
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