Gli ultimi giorni d’estate. Malinconia, straniamento, una scuola misteriosa sotto un cielo brillante: Blue Reflection: Second Light ha tutto.
Sviluppatore / Publisher: Gust / Koei Tecmo Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, Nintendo Switch Data di Lancio: 9 novembre
Quando Ao Hoshizaki varcò la porta di quell’istituto estivo non sapeva che le sarebbe costato tutto. Avrebbe infatti imparato che superare con successo l’esame di fine corso le avrebbe risparmiato innumerevoli guai. O forse no: del resto, Ao aveva dimenticato ogni momento del suo passato tra quelle mura, quindi i suoi insuccessi scolastici non avrebbero avuto più importanza.
Tutto quello che contava era riafferrare i ricordi sfuggiti e tornare alla vita di prima, impresa difficile visto che tutto quello che circondava la scuola era diventato un mondo inospitale, popolato da creature selvagge. Non tutto era perduto, giacché nella disperazione Ao aveva incontrato altre studentesse come lei, colpite dalla medesima amnesia. Unite nella tragedia, le ragazze decisero di farsi forza a vicenda e affrontare l’ignoto per riappropriarsi di memorie e libertà.
BLUE REFLECTION: SECOND LIGHT È UN PO’ TIPO STAND BY ME
Privo magari di un faraonico budget ma ricco di cuore, Blue Reflection: Second Light presenta un cast ricco di adorabili protagoniste, rese criminalmente belle dal delicato tratto dell’illustratore Mel Kishida. È un gioco dotato di un certo fascino, accentuato da un efficace uso del colore e da una buona colonna sonora che sfrutta strumenti classici per evocare un’atmosfera appropriatamente malinconica. Certo, c’è dell’ovvio fanservice in agguato tra costumi da bagno e acquazzoni rivelatori, ma la verità è che la storia narrata sa essere molto delicata al netto di una certa ripetitività iniziale, con il fragile carattere delle ragazze svelato un passo alla volta durante l’esplorazione dei rispettivi Heartscape. Questi si materializzano nei dintorni della scuola e rappresentano i livelli del gioco, astratte rappresentazione dell’umano inconscio popolate da preziosi ricordi, nemici e tonnellate di oggetti da recuperare e trasformare in oggetti utili una volta tornati al sicuro, ché questo è pur sempre un gioco di ruolo firmato Gust.
Tra cibarie, strumenti vitali per rivelare aree inaccessibili e strutture degne di un festival studentesco con cui ricevere bonus comuni a tutta la squadra, il crafting ricopre un ruolo fondamentale ma, pur pescando alcune idee dalla serie Atelier, il risultato finale mostra una precisa identità, a partire dal sorprendente sistema di combattimento che prende spunto dalle timeline della saga di Grandia per creare dinamiche tutte sue. Tutto gioca attorno all’indicatore delle combo, che aumenta con ogni attacco inferto dal party massimizzando mano a mano i danni inflitti.
IL SISTEMA GEAR RENDE GLI SCONTRI FORSE PIÙ LUNGHI DEL DOVUTO, MA ANCHE RICCHI DI SPETTACOLARITÀ
AMICIZIE DURATURE
È un sistema molto particolare che rende gli incontri base un po’ più lunghi del dovuto ma trova la sua dimensione ideale nei duelli contro gli avversari più tosti o i boss, dotati di abilità in grado di resettare il contatore delle combo e colpire severamente, costringendo a giocare in maniera ragionata e sfruttare attivamente i servigi di un personaggio extra che rivestirà il ruolo di supporto, elargendo a intervalli regolari potenziamenti, dispensando oggetti curativi o dando il cambio alle compagne per garantire una grande flessibilità. Se l’esplorazione si dovesse rivelare eccessivamente impegnativa niente paura, la squadra si risveglierà nell’infermeria della scuola pronta per una nuova sortita, possibilmente dopo aver coltivato per bene le amicizie, soddisfacendo richieste o semplicemente uscendo assieme.
Quest’ultimo è un elemento non trascurabile, perché fortificare le relazioni premia con punti da investire in una nutrita gamma di talenti che comprende mosse nuove o potenziamenti di vario genere: in alcuni casi il premio potrebbe essere addirittura un frammento, ovvero elementi che costituiscono l’equipaggiamento del gioco, da abbinare a un numero variabile di slot al fine di migliorare le caratteristiche delle ragazze o dotarle di tecniche uniche. Va detto che l’elemento aggregativo al di fuori della lotta presenta un’anima strettamente narrativa senza richiedere particolari attenzioni da parte del giocatore, ma per lo meno Blue Reflection: Second Light rende queste fasi molto scorrevoli con un sistema di navigazione istantanea che mostra chiaramente le interazioni possibili su una mappa della scuola, trasportando addirittura il gruppo verso i luoghi designati nel caso degli appuntamenti per ridurre significativamente i tempi morti.
In Breve: Blue Reflection: Second Light è un bel gioco di ruolo, dotato di una piacevole direzione artistica che compensa la sua natura cross gen e un budget modesto. La trama ci mette un po’ a ingranare e lo sfaccettato sistema di combattimento si trova maggiormente a suo agio duellando contro i nemici più impegnativi, ma il pacchetto completo piacerà a chi non disdegna le ambientazioni più particolari.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Si tratta di un gioco cross gen, e si vede. Una conta poligonale generalmente discreta viene salvata da direzione artistica e character design, ma complessivamente si tratta di un titolo incapace di impensierire l’hardware di prova.