Raccolte tematiche dedicate alle più belle glorie della Konami che fu: la ricetta perfetta, tuttavia qualcosa è andato irrimediabilmente storto nel tragitto che porta al paradiso. Nella fattispecie è mancato l’entusiasmo, quella scintilla che trasforma un mero agglomerato di rom in una capsula temporale dal forte valore ludico e divulgativo. Delle tre collezioni pubblicate recentemente da Konami, quest’ultima Contra Anniversary Collection è forse la più debole, e la colpa non ricade certamente nella qualità dei giochi inclusi, che non sono invecchiati neppure di un giorno. È da biasimare piuttosto la scelta dei titoli, in un catalogo che ripete più volte lo stesso gioco con la giustificazione della differenza territoriale, con il mero scopo di gonfiare solo apparentemente l’offerta.
DAGLI ATEJI SI TRASLITTERA “KONTORAH”…
…e non ha nulla a che fare con lo scandalo del 1986, quando l’America finanziava sottobanco i Contra del Nicaragua. Anche per questo il primissimo episodio è conosciuto in Europa come Gryzor, che è poi il titolo con cui era venduta la conversione per i sistemi a otto bit realizzate da Ocean nell’estate del 1988. No, in realtà il significato del nome può essere interpretato con un filo d’immaginazione (il giapponese è una lingua fantastica e folle, allo stesso tempo) come “Unità Aliena”, intesa come l’eroica coppia composta da Bill Rizer e Lance Bean, ai ferri corti contro l’organizzazione extraterrestre Red Falcon dal 1987. Passando repentinamente alla nostra raccolta, è facile notare che qualcosa non va: ci sono due versioni di Contra a otto bit, rispettivamente per NES e Famicom, separati da un numero esiguo di differenze estetiche dovute al chip mapper presente nella declinazione giapponese, così come un doppio appuntamento con Contra III: The Alien Wars, che si palesa alla festa assieme al corrispettivo europeo chiamato Super Probotector, proponendo anonimi robot al posto dei tostissimi Bill e Lance, ché la violenza contro le macchine nel vecchio continente era preferibile, specie se volevi vendere il tuo videogioco in nazioni bacchettone come la Germania.
È impossibile non pensare che i doppioni potevano essere facilmente rimpiazzati con altri titoli
WASTED SLOTS
La sensazione di avere a che fare con un’occasione sprecata è ancora più pungente rispetto a quanto sperimentato con la Castlevania Anniversary Collection, ed è impossibile non pensare che i doppioni potevano essere facilmente rimpiazzati con altri titoli per fornire una panoramica più completa sulla saga. Escludendo logicamente quanto visto sugli home computer occidentali (primo fra tutti lo stupendo adattamento per Amstrad CPC, con tanto di finale inedito dove il mondo esplode in seguito all’annientamento del boss finale!), avrebbe potuto trovare serenamente posto il capitolo per MSX2 firmato da Konami in persona, che espande il coin-op originale con una serie di livelli nuovi di pacca, seppure non particolarmente ispirati. Oppure ancora l’oscuro Contra Force per NES, inizialmente concepito con il nome Arc Hound e pubblicato in America sotto il familiare vessillo dell’Unità Aliena di cui parlavamo all’inizio, sperando che potesse da solo trainare le vendite di un gioco non eccezionale. In un mondo utopistico avremmo persino potuto avere Contra Rebirth, episodio celebrativo splendidamente fedele ai punti di forza della serie, pubblicato sull’ormai scomparso store di Wii nel 2009 e quindi impossibile da recuperare oggigiorno. Il tutto tralasciando gemme come Contra 4, con il suo doppio schermo e l’amore per la pixel art che solo Wayforward può vantare al giorno d’oggi, assieme ad Hard Corps: Uprising, il prequel spirituale di Contra: Hard Corps creato da Arc System Works.
Neppure questa volta è possibile configurare i comandi
Contra Anniversary Collection propone una serie di run and gun dall’indiscusso valore storico e ludico in un pacchetto che onestamente poteva offrire molto di più. Contra III: The Alien War e Hard Corps restano belli come il sole, e i due capostipiti arcade offrono tutt’ora un livello di sfida ripido ma estremamente gratificante, tuttavia la superflua presenza dei Probotector non può che apparire come uno spreco di spazio agli occhi del vero fan, che avrebbe preferito vedere quei posti occupati da titoli diversi e più interessanti. Facciamo una colletta e organizziamo un seminario curato dai ragazzi di Digital Eclipse (SNK 40th Anniversary Collection) presso gli studi di Konami: è l’unica soluzione per preservare degnamente la nostra storia, temo.