Cyberpunk 2077 è profondo, ma al tempo stesso dinamico e adrenalinico, un risultato ottenuto celando con successo la sua anima ruolistica sotto una presentazione audiovisiva straordinaria
MIRRORSHADES
I più anziani riconosceranno lo stesso sistema che regolava i progressi nel vecchio Dungeon Master, ma qui c’è un piccolo cavillo: il livello della caratteristica dominante decreta il limite raggiungibile nei suoi alberi delle abilità. Riallacciandoci all’esempio precedente, per diventare un vero ninja dovrete obbligatoriamente far salire la caratteristica Cool (unione tra freddezza e forza di volontà; perdonate l’assenza di una traduzione ufficiale ma il codice fornito per la recensione era completamente in inglese) e padroneggiare perfettamente il sentiero dell’assassinio silenzioso; come incoraggiamento, tenete sempre presente che ogni caratteristica offre anche benefici immediati, incrementando i punti ferita, l’evasione e le resistenze elementali.
SAREMO PRIVI DI OGNI RESTRIZIONE NELLO SVILUPPO DEL NOSTRO PERSONAGGIO

Il filo che lega V a Johnny è complesso. Il fatto che quest’ultimo sia un adorabile figlio di buona donna non aiuta particolarmente.
È un argomento piuttosto caldo, esplorato con supposizioni anche da noi di TGM durante una vecchia chiacchierata in streaming. Orbene, questa prospettiva è stata totalmente eliminata in Cyberpunk 2077, probabilmente perché poco stimolante in assenza di un party e di un master in carne e ossa che potesse rendere miserabile la vita al novello Frankenstein. V può dunque installare tutti i dispositivi che vuole, a patto di visitare la clinica del più vicino ripperdoc sventolando denaro sonante. La chirurgia del futuro fa miracoli, e il corpo di V può essere modificato inserendo innesti assortiti in venti diversi slot per ottenere abilità sovrumane.
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