Death Stranding – Recensione PC

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Kojima non riesce davvero ad espandere il medium del videogioco verso nuovi orizzonti

Death Stranding non mette in maniera inaspettata o simpatica il giocatore (o la console stessa) al centro dell’azione, ma va a remare direttamente nella direzione opposta. L’esperienza puramente ludica va spesso e volentieri a cozzare con quella narrativa e si finisce spesso per chiedersi se quello videoludico fosse davvero il medium più adatto per far risaltare al meglio questo progetto.

Per essere deserto e desolato, il mondo a tratti è davvero fantastico

Nei suoi primi trailer e video, Death Stranding è stato mostrato come un gioco nel quale il viaggio è più importante della destinazione, una lunga e relativamente rilassante passeggiata nella natura.

Al giocatore è sempre richiesto un certo livello di partecipazione attiva, dalla preparazione del percorso al calcolo del peso trasportato

In realtà, questa impressione viene corretta davvero presto. Dopo aver accettato una consegna, al giocatore è sempre richiesto un certo livello di partecipazione attiva, dalla preparazione del percorso e il calcolo del peso portato in spalla da Sam. Una volta in strada, capita di frequente che nuovi, imprevisti ostacoli ci chiedano di bilanciare il peso o rivedere al volo la nostra direzione. Se non dovessimo riuscirci, finiremo a terra come dei sacchi di patate, rovinando o perdendo il prezioso contenuto dei nostri pacchi.

Death Stranding PC recensione

Per fortuna la versione PC può vantare qualche piccola… “comparsa”

Non mancano poi le situazioni tutt’altro che riposanti: l’azione è tutta concentrata nel fuggire o nel combattere sia misteriose creature a suon di granate fatte usando il nostro sangue e urine (sì, condivido la vostra preoccupazione) che i Muli, fazioni di umani molto poco socievoli pronti a saccheggiare gli ignari viaggiatori come noi. La difficoltà si rivela essere, quasi subito, non tanto quella di scappare o combattere i nostri nemici bensì quella di destreggiarsi con un movimento pesantemente basato sulla quantità di moto, che non permette di agire con l’agilità alla quale altri videogiochi ci hanno abituati e ci costringe, volenti o nolenti, a prendere quel poco di tempo in più per evitare rovinose cadute.

La difficoltà si rivela essere non tanto quella di scappare o combattere, bensì di destreggiarsi con un movimento basato sulla quantità di moto

Si tratta di un’esperienza tutto sommato sorprendentemente avvincente – merito di uno schema di comandi davvero particolare – che viene sfortunatamente sminuita dalla ripetitività delle missioni e dal copioso backtracking introdotto già dalla missione 5 in modo inspiegabile, se si pensa che, a conti fatti, il gioco ci richiede di attraversare l’intero territorio degli Stati Uniti da Est a Ovest.

Death Stranding PC recensione

Come ogni giovincello che si rispetti sa benissimo, non è mai il momento sbagliato per un selfie artistico!

Non proprio positiva è anche l’esperienza con dei menù nati ovviamente dall’esigenza di condensare il più possibile le opzioni a quella manciata di tasti presenti sul pad. Ogni singola operazione sembra essere inutilmente più complicata del dovuto e, purtroppo, ben poco è stato fatto per rendere il tutto più gestibile per chi, come il sottoscritto, avrebbe preferito giocare con mouse e tastiera da PC, piuttosto che con un controller.

INNOVAZIONI E OCCASIONI PERSE

Quando lo si guarda da un punto di vista puramente tecnico, quello di Death Stranding è un port su PC che assolve il suo compito in modo davvero buono ma che non si spinge oltre. Lasciando perdere i comunque molto poco dignitosi 45 secondi di caricamento necessari ad avviare la partita, sotto tantissimi aspetti il gioco non sfrutta la superiore potenza messa a disposizione dalla piattaforma.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Ambientazione davvero interessante.
  • Recitazione davvero eccellente da parte di alcuni degli attori principali.
  • Diverse migliorie tecniche, ma...

Contro

  • ...la grafica si adegua solo in parte alla nuova piattaforma.
  • Missioni ripetitive.
8

Più che buono

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