Demon's Souls – Recensione

PS5

LA COLONNA SONORA COMPLETAMENTE RIREGISTRATA è UN’OPERA DI RARA E INCANTEVOLE BELLEZZA

È poi nei rari e incantevoli momenti orchestrali d’accompagnamento all’avvento dei boss, intimidatori nella stazza o epici nella presenza scenica, spaventosi in senso d’ammirazione, che i lunghi minuti di silenzio e terrore vengono spazzati via con una bellezza artistica che sembrava per sempre esiliata da Boletaria, lasciandoci una scheggia di speranza nel cuore e la determinazione nei nervi.

NELLE LANDE DELLA QUINTA STAZIONE DA GIOCO

La bellezza è proprio quello che dà più soddisfazione cercare e trovare. L’immobilità di una modalità fotografica che permette di osservare da angolazioni diverse e meno claustrofobiche un lavoro di modellazione delle texture impossibile prima d’ora, capace di competere con le avventure di Miles Morales ma aiutato ancor di più a splendere da un’opera ben più compatta e circoscritta di quanto sia Manhattan.

MARMI, GRANITI, METALLI: TUTTO RAGGIUNGE UN LIVELLO DI DETTAGLIO SPAVENTOSAMENTE VICINO AL REALE

Marmi, graniti, metalli, la radica delle panche in fila nella navata di una chiesa sconsacrata, fino all’epidermide marcia di mostruosità inenarrabili; tutto raggiunge un livello di dettaglio spaventosamente vicino al reale, per ruvidità e capacità di riflettere un’illuminazione che le bacia in tempo reale e allontana ancora un po’ il Ray Tracing, con un cenno annoiato della mano.

demon's souls recensione

Veder volare il drago rosso, così potente, è veramente un incanto, sempre che non ci troviamo sulla sua linea di tiro.

Una tecnica sopraffina che si esalta nello spettacolo dei 1440p a 60 fotogrammi al secondo; i neri profondi di un mondo al crepuscolo capaci di mettere in risalto ancora di più i punti luce. Diffidate invece della modalità cinematica, che taglia di netto il frame rate per raggiungere i 4K e aggiungere particellari e altri piccoli effetti sinceramente superflui per il prezzo che chiedono di pagare, soprattutto in un’opera dove la leggibilità è merce inestimabile. È poi al DualSense che è affidato il compito di potenziare il tatto del giocatore, capace ora di sentire a chilometri di distanza il battito dell’immondo cuore che assorbe vita e mette in circolo morte nella più alta torre di Latria, sensazione inquietante e raccapricciante, tangibile quanto il fastidio delle migliaia di zanzare della malaria che il Dirty Colossus ci scaglierà contro come fossero pallottole pestilenziali. Un espediente non invasivo e usato nei momenti giusti, che va a lavorare di stratificazione, esattamente come fanno gli aiuti per gli abbonati Plus, 180 video dedicati a vari momenti di difficoltà che il giocatore può incontrare e che più che aiutarlo, portandolo per mano, diventano un momento di conforto assolutamente piacevole. Ogni tanto ci vuole.

In Breve: L’intento di Bluepoint è chiarissimo, per certi versi inerte se non si parlasse di Demon’s Souls: riportare a nuova vita, proprio in occasione del lancio di PlayStation 5, un’opera al tempo stesso coraggiosamente ribelle e quasi reazionaria, decidendo di restaurarla solo dal punto di vista tecnico, senza veri interventi sulle possibili limature del gameplay. Per i fan non ci sarà alcun problema nell’affrontare l’originale Demon’s Souls, duro e puro in un contesto esteticamente sontuoso, dannatamente vivido pur nel marcio disturbante che lo circonda, mentre per altri potrebbe essere difficile mandare giù un titolo che si bea di una meccanicità estrema, che tradisce il suo anno di nascita e presenta esattamente gli stessi difetti di allora, soprattutto dal lato dell’intelligenza artificiale. È difficilmente un gioco che nella sua interezza può rappresentare la macchina per cui è stato sviluppato, dimostrandone sì le capacità di calcolo ma non certo le potenziali innovazioni nella giocabilità. L’esperienza resta però conturbante, grazie soprattutto a un level design da manuale, galvanizzante quanto terrificante, a dettare i ritmi di un’esperienza ruolistica d’azione ancora solida, violenta e, in ultimo, enormemente gratificante nei successi ottenuti. Bello e d’annata.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Solidissimo per risoluzione e fluidità, condizioni ideali per giocare e godersi un livello di dettagli a tratti impressionante, baciato da un’illuminazione in tempo reale poetica, semplicemente bellissima. Diffidate della modalità cinematica.

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Pro

  • Tecnicamente sontuoso, imponente, dettagliatissimo / Esperienza ruolistica solida dal level design magistrale / Sound design da brividi.

Contro

  • Porta nel 2020 tutta una serie di imperfezioni e difetti strutturali già evidenti nel 2009, con invidiabile indifferenza / Non indicativo delle potenzialità future di PlayStation 5 a livello ludico.
8.5

Più che buono

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