È incredibile come il passare del tempo riesca a mettere tutto in prospettiva: tre anni fa recensivo il primo Dragon Quest Builders con gran entusiasmo, giudicandolo come la scoppiettante alternativa dagli occhi a mandorla a Minecraft, traboccante fino all’orlo di contenuti. Ora, nel 2019, quello stesso gioco mi appare come una semplice demo se messo di fronte al suo diretto successore. Per chi ha già speso decine di ore riportando Alefgard all’originale gloria con il primo capitolo, questa recensione sarà assolutamente superflua, giacché Dragon Quest Builder 2 incarna in ogni singolo byte tutta la straordinaria cura che Square Enix è solita infondere in ogni esperienza ispirata alla venerata saga di Yuji Hori; senza mezzi termini, il gioco che trattiamo tra queste righe rende la precedente avventura assolutamente superflua e obsoleta, migliorando la formula iniziale sotto quasi ogni aspetto. Tutti gli altri si accomodino pure, assicurandosi di avere un bel po’ di tempo libero sottomano.
SMETTO QUANDO VOGLIO!
Sì, perché Dragon Quest Builder 2 è un titolo pericolosissimo, capace di fagocitare ore di gioco come nulla fosse, ipnotizzando il giocatore con una riuscitissima formula che getta nel calderone i punti di forza del campione d’incassi Mojang assieme al riconoscibile fascino del gioco di ruolo giapponese per eccellenza, creando dipendenza ad ogni “mattoncino” impilato. Prima di tutto un po’ di background: Dragon Quest Builder 2 è basato sul secondo capitolo di Dragon Quest, laddove il primo episodio offriva un’inedita chiave di lettura delle vicende narrate nel capostipite della serie. Anche stavolta il giocatore veste i panni del Costruttore, ovvero un eroe dotato del potere della creazione: sembrerebbe l’uomo giusto nel posto giusto, visto che il mondo versa in condizioni critiche in seguito all’ascesa del sacerdote oscuro Hargon e del suo esercito, tuttavia il novello messia si trova in catene all’inizio della vicenda, almeno per un po’. Un provvidenziale naufragio lo catapulterà sulle rive dell’Isola del Risveglio, un brullo fazzoletto di terra dove condividerà lo sventurato destino assieme a un paio di altri naufraghi, tra cui spicca il forzuto e irascibile Malroth. Nome importante (chi ha giocato Dragon Quest 2 starà strabuzzando gli occhi in questo momento, ne sono certo) a parte, Malroth rappresenta la prima novità, assumendo il ruolo di inseparabile guardia del corpo per il Costruttore che ora potrà avventurarsi alla guida di un vero e proprio party, comprendente un numero variabile di individui. Questo modifica in parte le meccaniche di combattimento, che ora si appoggiano a un sistema di progressione più classico: nel primo episodio, se ben ricordate, lo sviluppo del protagonista era collegato a quello del centro urbano di turno, e i progressi guadagnati con tanta fatica venivano resettati all’inizio di ogni nuova ambientazione. Ora, invece, si sale regolarmente di livello facendo fuori nemici e guadagnando esperienza, acquisendo a ogni traguardo bonus permanenti tra punti ferita supplementari e nuove tecniche d’attacco e creazione, il tutto mentre Malroth diviene sempre più forte. Inutile dire che questo rende l’avventura molto più piacevole rispetto a prima, quando ogni inizio significava perdere tutto e ricominciare crudelmente da zero.
Senza mezzi termini, Dragon Quest Builders 2 rende la precedente avventura assolutamente superflua e obsoleta
NEO GEO
La carenza di materie prime incontrata sull’Isola del Risveglio spingerà presto il dinamico duo a visitare nuovi orizzonti ove cercare risorse e manodopera per trasformare l’arida casa in un rigoglioso paradiso terrestre, tuttavia ogni nuovo approdo porterà con sé la sua buona dose di torti da raddrizzare. Ci sono valanghe di giochi che vantano una longevità platealmente inferiore a quella offerta dalle singole isole di Dragon Quest Builders 2, ma la cosa più impressionante è la struttura stessa delle missioni, che si presenta come un articolato e convincente tutorial che mira a istruire il giocatore riguardo diversi argomenti, coinvolgendolo e facendolo divertire un mondo. La prima isola sarà dunque dedicata al giardinaggio e alla coltivazione di numerosi tipi di verdure, mentre la seconda affronterà l’arte della metallurgia con tutto quello che ne consegue: dopo decine e decine di ore, Dragon Quest Builders 2 continua a tirare fuori dal cilindro con nonchalance nuove idee a raffica, miscelando l’apprendimento a semplici quanto efficaci meccaniche ruolistiche intrecciate all’interno di una fitta rete di obiettivi da affrontare nella più totale libertà. Proprio per questo l’intelligenza artificiale di compagni e cittadini è stata ampliata: se prima gli NPC si limitavano a farci trovare qualche manicaretto nei bauli per poi passare il resto delle giornate oziando, adesso vestono i panni di attivi e valenti membri della comunità, lavorando i campi o facendo incetta di materiali per conto nostro, arrivando addirittura a costruire di persona i progetti (ricordate? Sono l’equivalente dei kit LEGO nel mondo di Dragon Quest Builders) se avremo l’accortezza di fargli trovare i materiali necessari in una cassa collocata nei paraggi.
Tagliare i tempi morti è del resto un tema che Dragon Quest Builders 2 affronta con invidiabile zelo
Dragon Quest Builders 2 è gigantesco, e migliora il gioco originale sotto ogni aspetto degno di nota. Il sistema di combattimento resta piuttosto semplicistico e poco accattivante, ma va ricordato che agitare i pugni non è certo l’obiettivo primario che il gioco si propone. Se da piccoli amavate i LEGO e andate pazzi per la saga di Dragon Quest non potete davvero sbagliare, possibilmente mettendo in conto la perdita di svariate ore di sonno.