Spacebase Startopia è il remake di un kult-game uscito esattamente vent’anni fa. E come si fa a scongiurare la sindrome del “già visto”? Basta un pizzico di umorismo in più…
Sviluppatore / Publisher: Realmforge Studios / Kalypso Media Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 7 Disponibile Su: PC (Steam)
“Nel blu, dipinto di nero, mi piace craftare davvero…”. O forse no, il classico di Domenico Modugno era un tantinello diverso ma, in questo caso, mi si conceda il diritto a qualche libertà umoristica sulla citazione. In fondo, di umorismo in questo gioco ce n’è – letteralmente – a pacchi, e poi il famoso cielo infinito immaginato dal sommo cantautore di Polignano, lontano dall’atmosfera terrestre, più che blu sarà nero come la pece. E cosa potrà mai esserci nello spazio infinito, in un futuro lontano lontano, quando anche la colonizzazione dello spazio sarà storia consegnata alla leggenda? Un mucchio di rottami: intere stazioni spaziali usate dalla razza umana durante i primi viaggi intergalattici che, neanche fossero vecchi PC 486 con 2 mega di RAM, alla fine del loro momento di gloria saranno lasciate lì abbandonate.
Buie, spente e svuotate di tutto, eccetto ovviamente gli impianti perché smantellarli e portarli via sarebbe costato un sacco di soldi. E dire che sono ancora così belle, dopo centinaia e centinaia di anni terrestri, per cui… ehi, e se una di queste enormi ciambelle d’acciaio fosse tutta vostra, cosa ne fareste? Ecco, a questa e ad altre mille domande troverete risposta con Spacebase Startopia, il remake di un grande classico della strategia che quasi tutti hanno completamente dimenticato.
DI NUOVO NELLO SPAZIO
Proprio come nell’originale Startopia del 2001 (tuttora disponibile su Steam!), le basi assumono la forma di enormi ciambelle dotate di razze e di un perno centrale. A vedersi, insomma, sembrerebbero delle enormi roulette libere di vagare nello spazio e le zone abitabili sono quelle all’interno della circonferenza. Quest’ultima si divide in piani e settori. I primi sono tre e sono altamente specializzati: c’è il piano industriale, quello inferiore, dove avvengono la maggior parte delle attività economiche, quali l’arrivo a bordo delle genti aliene, dei commercianti e dei semplici turisti; c’è il piano centrale, dove si sviluppano le attività ricreative e le zone residenziali e, infine, c’è il piano ecologico, quello più in alto di tutti (o forse sarebbe più corretto dire quello più interno della “ciambella”), dove si può ricreare un intero ecosistema con tanto di piante e fiori.
I settori, invece, sono più o meno simili agli slot in cui sono incastonati i numeri della roulette, sono, cioè, vere e proprie “fette” di circonferenza separate da enormi paratie d’acciaio. Questi settori delimitano l’area in cui il giocatore può operare con le sue attività economiche, e costituiscono l’unità di misura con cui si calcola l’espansione delle stesse. Ogni volta che le attività economiche di un settore saranno ritenute abbastanza redditizie dal computer, il giocatore potrà aprire un cancello ed espandere il proprio “territorio”, operazione che naturalmente ha un costo.
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