La fine della saga della Luce e dell’Oscurità è stata l’ultima tegola caduta su Destiny, che ora sembra vivere in maniera artificiale con un supporto limitato da parte di Bungie e contenuti che rischiano di snaturarne definitivamente la sua essenza.
Non mi vergogno di dire che sui server di Destiny, tra il primo e il secondo videogioco della serie, ho trascorso in totale almeno un paio di migliaia di ore. Duemila e passa ore spalmate in undici anni esatti. Secondo un calcolo approssimativo, sono in media tre ore e mezza a settimana, o mezz’ora al giorno se volete. Un’infinità. Sicuramente la serie su cui ho investito più tempo in assoluto.
Destiny non ha mai perso il suo fascino, finora
Qui devo ammettere che Bungie mi ha perso. Se avete letto la mia recensione saprete che quest’ultima espansione non è poi riuscita benissimo e non mi ha convinto appieno, nonostante qualche spunto interessante. Il problema, però, non è tanto legato ai contenuti in sé per sé – seppur inappellabilmente scarsi, quanto per il fatto che dopo la fine della saga della Luce e dell’Oscurità che è andata avanti sin dal 2014, per me Destiny ha perso quasi tutto il suo appeal. La sua storia, per quel che mi riguarda, si è conclusa con la sconfitta del Testimone. E pure Bungie sembra aver mollato parecchio la presa, tanto che non solo l’ultima espansione è un po’ scarsa qualitativamente, ma anche gli ultimi contenuti stagionali sono roba riciclata, trita e ritrita.
Senza mezzi termini: Destiny è come un paziente in terapia intensiva che vive solo perché è attaccato al supporto vitale, ma senza cure adeguate rischia di tirare le cuoia. Ed è un po’ quello che sta succedendo: già lo scorso luglio, al debutto de I Confini del Destino, gli utenti attivi in contemporanea sono stati circa un terzo rispetto a quelli collegati all’uscita de La Forma Ultima, perlomeno su PC stando a SteamDB (108 mila contro i 314 mila dell’anno scorso). Ora, dopo il lancio della nuova stagione Cenere e Ferro, quella cifra si è ulteriormente dimezzata.
Meno giocatori significano meno supporto
Peccato che la strategia di Bungie per rivitalizzare Destiny passi per il suo snaturamento. Il prossimo 2 dicembre, infatti, uscirà I Ribelli. Si tratta di un’espansione sviluppata in collaborazione con Lucasfilm Games e che si ispira alla saga di Star Wars. Ho scritto “si ispira” ma in realtà sarebbe più corretto parlare di un banalissimo rip-off. Una traslazione sui server di Destiny della popolare saga fantascientifica da qualche tempo di proprietà di Disney. C’è davvero di tutto, qui: al di là delle spade laser, dei blaster e dei camminatori, avremo anche una nuova fazione che scimmiotta l’Impero Galattico, una storia sul Ramingo che ricorda il salvataggio di Han Solo dalle grinfie di Jabba nelle sequenze iniziali de Il Ritorno dello Jedi, un nuovo hub ispirato a Mos Eisley, e via discorrendo.
Cosa c’entra tutto questo con Destiny? Assolutamente nulla. È un po’ quello che sta succedendo con Magic: The Gathering e di cui ho scritto in un precedente editoriale, qualche mese fa: per cercare di ampliare il pubblico si snatura un franchise decennale, inserendo elementi e richiami provenienti da saghe che non c’entrano assolutamente nulla con la serie in cui vengono innestati. Si corre sempre il rischio di allontanare i fan/giocatori storici, e questo sta già succedendo, perlomeno stando alle reazioni della community che spaziano dalla semplice indifferenza alla piena ostilità. Non ho ancora incrociato nessuno che sia davvero felice di questo cross-over, e ciò – mi duole dirlo – potrebbe essere il colpo di grazia per Destiny.
Forse, però, è meglio così: ogni cosa è destinata a finire.