Questa di Destiny 2 per PC poteva essere la recensione più rilassante dell’anno, ma alla fine ho deciso di complicarmi un po’ la vita. D’altra parte, in termini di analisi, dalle nostre pagine non c’è che l’imbarazzo della scelta: su questo sito trovate la lunga, meticolosa e ineccepibile disamina di Marco Tassani in sede di recensione per PS4 e Xbox One, con tutti gli aspetti più specifici del gameplay e della struttura di Destiny 2; non sono mancate, poi, le riflessioni personali prima e dopo l’uscita del gioco Bungie su console, come questa del sottoscritto e un ulteriore editoriale del dottor Turrini. Tuttavia, a seguito della disamina a sfondo tecnico che occupa le prossime righe, non resisterò dallo spendere due parole leggermente eclettiche su come, dalla mia personalissima ottica, ho percepito le singolari caratteristiche della saga di Destiny. Caratteristiche già molto imitate, ma mai con lo stesso risultato.
Rispetto all’ottima prova su 4K, ogni cosa ha funzionato secondo la più lineare delle previsioni in Full HD
IL VIAGGIATORE NELLA MASTER RACE
Della prestazione in 4K e 60 immagini al secondo abbiamo parlato nella prova di cui sopra, con un PC munito di singola 1080 GTX; stavolta, invece, con tutta la calma del caso, ho potuto godermi Destiny 2 sul mio muletto personale, ancora potente in zona video ma non certo all’ultimissimo grido nel processore centrale: un umile i5 4670K, corredato da una GeForce 980 Ti e 16 GB di RAM di sistema. In queste condizioni, rispetto all’esperienza precedente, ogni cosa ha funzionato secondo la più lineare delle previsioni: tirando tutto al massimo disponibile (livelli texture, ombre, filtri antiscalettatura/anisotropico, distanze dei dettagli, occlusione ambientale e via dicendo, giusto per riassumere la gamma di opzioni, a cui si aggiungono FOV e upscaling della risoluzione) la frequenza delle immagini è rimasta costantemente superiore ai 60 fotogrammi al secondo, con diverse punte superiori ai 100 e una resa visiva più definita rispetto alle controparti console, senza la solita paura di farle sfigurare.
L’importanza di abilità di classe e caratteristiche delle armi resta cruciale anche con mouse e tastiera fra le mani
DIFENDERSI DAL DESTINO
Per il resto, pur restando ammaliato dalla qualità generale, con la serie Destiny ho uno strano rapporto. Di base, non vorrei che tutto il mondo dei videogiochi diventasse come lei: uno scaltrissimo equilibrista delle caratteristiche più vistose e accattivanti di un gioco d’azione, messe intelligentemente in fila per indurre un’assuefazione che in alcuni momenti è peggio delle crisi da Nutella (autocensuro il nome di qualsivoglia droga, tanto per me è uguale). Ed è giusto prenderlo come il resto del #teamcrimine, godendo di una “malattia condivisa” senza badar troppo alla profondità della trama o alla variabile efficacia nel disegno dei livelli: in entrambi i casi, la semplicità è stata usata da Destiny e Destiny 2 come sfumatura del quadro generale, puntando sul carisma semi-divino dei Guardiani e riflettendone la semplice favella, quasi fossero un baluardo di memoria “ellenica” a difesa della galassia.
Gli utenti PC possono godere del risultato di un lungo percorso di affinamento, iniziato con le espansioni del primo capitolo
Destiny 2 in versione PC è tutto quel che avrebbe dovuto essere, quasi non fosse una novità (o quasi) per Bungie sviluppare giochi per computer. Quasi ci si sorprende a vedere le “planate” sui pianeti risolversi in un paio di secondi, grazie alla buona ottimizzazione della memoria, e così si può dire di un impianto estetico che sembrava già bello su PS4 e Xbox One; i benifici della maggiore definizione e dall’elevato frame rate sono davvero potenti, ed è comunque ottima la scalabilità per le macchine meno performanti. Il voto è un filo trattenuto da alcuni errori di connettività che da console sono stati tramandati su PC, nel mio caso risolti facilmente ma che sarebbe il caso Bungie estirpasse definitivamente. Per il resto, non c’è che da dargli il benvenuto.