Fairy Tail abbraccia la ripetitiva formula tanto cara ai giochi per cellulare che costituiscono un business assolutamente non trascurabile nella terra dei samurai

A parte casi come Aquarius e Leo, le evocazioni di Lucy non vengono rappresentate attivamente durante le battaglie. Un vero peccato.
Allo stesso modo, tutte le richieste sono banali fetch quest, con oggetti da consegnare in cambio di lacrima, ovvero cristalli magici da equipaggiare in un numero finito di slot che aumenta a seconda del livello del personaggio e del suo rango. Quest’ultimo può essere aumentato attingendo da una scorta di punti abilità collettivi che andranno investiti nei singoli maghi, sbloccando strada facendo costumi extra e vantaggi che rispecchiano in qualche moda la natura del personaggio, vedi i bonus ottenuti da Juvia quando viene messa in squadra con l’amato Gray Fullbuster.
ABRA CADABRA
Quando si tratta di combattere, il party viene messo di fronte al nemico, disposto su un’ideale scacchiera di dodici caselle. Qui il gioco si comporta come il più classico degli RPG a turni, con magie dall’area di effetto variabile che andranno scelte per eliminare i cattivi sfruttando le eventuali debolezze, sempre e comunque indicate dall’interfaccia assieme all’aggro.
Sono previsti anche attacchi corpo a corpo, ma generalmente la scorta di mana è sempre generosa ed è sufficiente scatenarsi con gli incantesimi più forti ed efficaci senza troppi pensieri, chiamando in aiuto i compagni con un sistema di attacchi a catena migliorabile per frequenza ed efficacia stringendo legami profondi fuori dalle battaglie.
cambi d’inquadratura e rapide animazioni ricreano il dinamismo delle varie magie

Cosa sarebbe un’opera di Hiro Mashima senza tonnellate di fan service? Aspettatevi costumi da bagno in abbondanza.
Il resto dell’azione è però molto dozzinale, con un motore grafico che scende vistosamente sotto i trenta fotogrammi durante l’esplorazione e delle texture poco definite che cozzano non poco di fianco ai ben più dignitosi modelli dei personaggi. Anche lo sviluppo dei maghi è molto semplice, e gli incantesimi vengono conquistati o migliorati automaticamente salendo di livello, senza alcuna pianificazione da parte del giocatore. L’unica novità è l’over damage, un sistema per aprire passaggi segreti: basta coinvolgere i nemici in un combattimento dalle parti di frane o tronchi caduti e terminare lo scontro finendo l’avversario con un determinato quantitativo di danno extra per demolire l’ostacolo e aprire un nuovo sentiero. Un po’ pochino, a conti fatti.
In breve: Fairy Tail è un gioco di ruolo estremamente semplice, praticamente ricalcato su uno schema di gioco che funziona molto bene su cellulare grazie al suo approccio mordi e fuggi tra una missione e l’altra, ma che lascia l’amaro in bocca su un sistema casalingo dove è lecito aspettarsi di più. Non è un vero e proprio fallimento però, perché l’anima della serie in qualche modo viene conservata: in quest’ottica il gioco potrebbe qualificarsi come una divertente introduzione al genere degli JRPG per i fan più giovani dell’opera originale. Tutti gli altri possono serenamente passare oltre, e dedicarsi a qualcosa di più impegnativo e soddisfacente.
Piattaforma di Prova: PlayStation 4 Pro
Com’è, Come Gira: Gust non è certo famosa per i suoi motori grafici, e Fairy Tail non fa eccezione: la fluidità non è mai impeccabile nonostante la semplicità delle texture, specie durante l’esplorazione dei centri abitati dove i trenta fps non vengono quasi mai mantenuti.
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