Questa volta.
E con tutte le altre volte che hano tirato missili 'ndo cojo cojo, 'ndo pijo pijo su i centri abitati invece come la mettiamo?
Also, quanto al discorso del campo profughi gira voce (ovviamente falsa e creata ad oc dalla serivzio disinformazione sionista del mossad) che i terroristi abbiano nascosto armi tra le tende... Ci sono pure video (sempre falsi e creati ad arte ovviamente), che mostrano esplosioni secondarie.
Del resto Hamas, Hezbollah e compagnia brutta non ha mai nascosto armi e munizioni tra i civili.
Seriamente (sempre se con te serva a qualcosa): l'IDF non e' una congrega di santi, ma pensare che abbiano bombardato un campo profughi for the lulz, mi pare un po' troppo anche per loro.
Ultima modifica di LordOrion; 14-10-24 alle 14:08
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Questo thread è una fogna senza fine, più scavi più merda esce
Israele odia, l'Unifil non può sparare
Ribadisco, vedendo dei SOLDATI che non possono reagire quando un TANK ostile sfonda il perimetro della base mi domando seriamente se i loro comandanti hanno a cuore la loro sicurezza. Va bene il buon senso e tutto ma visto che non siamo di fronte a un caso isolato e che le azioni dell'IDF diventeranno sempre più temerarie, qui se non si prende una decisione ci scappa il morto, poi sarò proprio curioso di ascoltare Crosetto
secondo me pensavano che il campo profughi fosse in realtà una base Unifil
idea: diciamo agli ebrei che i campi zinghEri sono basi di hamas?
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a gaza che alcuni soldati o reparti abbiano sparato a civili for the lulz c'è prova documentata...
Comunque si non è la prassi, ne immagino (spero) sia una cosa fatta e pianificata dai vertici, ma più opera di singoli reparti che si sentono intoccabili...
Detto questo sicuramente in più di una occasione l'IDF ha portato avanti azioni con una certa incuranza per i civili presenti...
Appunto, che alcuni reparti o soldati abbiano sparato su i civili e' una cosa, il comando che ordina un attacco su i civili e' un altra cosa.
Immagino che il comando dell'IDF faccia come tutti gli altri comandi quando devono colpire obbiettivi in aree con civili: se il rischio di fare una strage vale la candela del valore strategico del bersaglio si procede, magari adottando quante piu' cautele possibili in modo da cercare di minimizzare i danni collaterali.
C'e' chi nega la cosa, ma almeno su Gaza l'IDF spesso in vari modi avvertivia la popolazione nell'imminenza dell'attacco, in modo da farne allontanare il piu' possibile.
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Sicuramente, si può poi discutere se bombardare un campo profughi per stanare 4-5 terroristi o presunti tali poi ricada nel "valeva la pena"...
Difficile comunque stabilirlo da qui, a me viene da pensare che almeno in qualche occasione forse le valutazioni dell'IDF siano state probabilmente un po' troppo incuranti dei civili...
Ma magari un giorno ci sarà qualche processo per questo che lo stabilità o meno (probabilmente non ci sarà mai, ma chissà).
Probabilmente in 4-5 terroristi c'è qualcuno di importante.
Interessante intervista con qualcuno che forse ne capisce più di noi
https://notizie.virgilio.it/basi-uni...-gobbi-1642233
il commento del generale Antonio Li Gobbi, che in passato ha partecipato a missioni Onu in Siria e Israele, oltre che a interventi Nato in Bosnia, Kosovo e Afghanistan. Già direttore delle Operazioni presso lo Stato maggiore Internazionale Nato a Bruxelles è ora Senior Mentor presso il Nato Defense College.
Quindi non ci si dovrebbe meravigliare dell’azione di Israele e della sua richiesta di arretrare di 5 km, avanzata ai vertici Unifil?
“Sì, perché di fatto la risoluzione Onu al cui rispetto è chiamata Unifil, la 1701, è disattesa da tempo, in effetti da 18 anni: le forze israeliane si erano ritirate al di là della Blue Line e in prossimità di quello che viene ritenuto un confine internazionalmente riconosciuto non avrebbero dovuto esserci operazioni militari, invece Hezbollah non solo ha proseguito con il lancio di missili sul nord di Israele, ma lo ha anche intensificato dopo il 7 ottobre”.
[...]
Pertanto, una missione Onu si può istituzionalmente basare solo sul consenso delle parti al suo operato e questo si fonda sulla fiducia. Se uno degli attori (in questo caso Israele) ritiene che quella Forza non garantisca più il rispetto delle condizioni concordate e che consenta invece alla controparte di acquisire vantaggi ritenuti illegittimi, è inevitabile aspettarsi sfiducia nell’operato della missione Onu. Per questo Israele ha chiesto a Unifil di arretrare di 5 km, per poter agire contro Hezbollah, che ha le sue postazioni proprio in quell’area. Non è perché, come qualcuno sostiene, non vuole che ci siano ‘testimoni scomodi’, ma semplicemente perché avere una forza frapposta impedisce le operazioni e, oltretutto, facilita Hezbollah che può contare sul fatto che l’avversario non lo colpisca per la prossimità con la missione Unifil”.
Esistono dei precedenti?
“Sì, la stessa richiesta di arretrare fu avanzata dall’Egitto il 16 maggio 1967 alla missione Onu che si trovava in Sinai. All’epoca il Segretario Generale delle Nazioni Unite U Thant ci riflettè per tre giorni, poi acconsentì. Neanche un mese dopo Israele, dovette lanciare un attacco preventivo per precedere l’ormai imminente aggressione egiziana (con la guerra dei sei giorni)”.
Cosa c’è da aspettarsi, adesso? Che rischi corrono i caschi blu, anche italiani?
“Il ministro della Difesa, Crosetto, ha protestato ufficialmente e non poteva fare altrimenti, ma l’operato di Israele era prevedibile e personalmente ritengo che Israele non avesse alternative per eliminare la minaccia Hezbollah al suo confine settentrionale: da un anno viene attaccato anche da nord ed è un dato di fatto che l’Iran agisca di concerto con Hamas, Hezbollah e gli Houti. Nel caso di Hezbollah le forze armate libanesi supportate da Unifil non sono state in grado di impedire i ripetuti attacchi dei miliziani. Qualche mese fa le nazioni contributrici più importanti (Italia, Francia e Spagna) avrebbero dovuto porre con forza il problema al Segretario Generale e al Consiglio di Sicurezza: o si cambia la missione per renderla in condizione di far veramente implementare la 1701 o si ritirano i contingenti. Quella finestra di opportunità temporale è, a mio avviso, ormai svanita. Adesso un ritiro del solo contingente italiano non può essere accettato politicamente e apparirebbe una fuga indecorosa, a meno che a livello di Consiglio di Sicurezza Onu non si decida il ritiro dell’intera missione”.
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Diciamo che se la richiesta di arretrare può essere considerata a suo modo legittima, dubito molto che lo sia sparare contro le basi dell'UNIFIL (e questo puoi ancora farmelo passare come "sei finito nel fuoco incrociato, errore mio") o entrarci dentro con i carri armati
La UNRWA ha fatto molto per il territorio... il problema è che non è stata protetta abbastanza dalle infiltrazioni di hamas.
Che erano prevedibili ed in parte inevitabili... perchè se ti muovi in un territorio infestato è veramente difficile tener lontani i potentati locali dal flusso dei soldi, ma chiaro che se trovi postazioni di hamas sotto il quartier generale evidentemente c'è stato un problema notevole.
Il che non vuol dire cmq che tutto il lavoro fosse da buttare.
Detto questo, l'UNRWA e l'UNIFIL non c'entrano nulla l'una con l'altra, sia a livello organizzativo, che a livello di scopi, che a livello di possibili infiltrazioni criminali... visto che una lavora in un'enclave pescando inevitabilmente sul posto per buona parte del personale, l'altra è una missione "militare", con una gerarchia precisa, del personale che viene in gran parte da fuori e presumibilmente sottoposto a rotazione periodica.
Credo che nel secondo caso le probabilità di infiltrazioni siano prossime allo zero, quindi non mi metterei a fare questo tipo di discorsi manco per sbaglio... che qui dopo due pagine abbiamo già scoperto che Israele tutto sommato non ha fatto male a bombardare le postazioni UNIFIL, di questo passo tra altre due diventerà che l'UNIFIL è un covo di infiltrati di hezbollah
Qui dentro nessuno si è mai sognato di dire qualcosa del genere.
Solito discorso: la cosa va valutata caso per caso.
Non è che se in mezzo a 200 civili i cattivi hanno nascosto dieci casse di fucili allora la cosa ti dia l'autorizzazione automatica e la piena giustificazione di radere al suolo il campo, perchè tanto la colpa è degli altri che li hanno messi lì.
Le operazioni militari, per essere considerate giustificate, devono soddisfare una serie di requisiti.
1. Certo, ma poi la differenza la fa come le autorità trattano l'episodio.
Perchè se la tendenza generale è quella di chiudere un occhio sugli eccessi della truppa, allora il fatto che non ci siano stati ordini diretti in proposito cambia davvero poco. Ci sono svariati episodi documentati che parlano di questo
2. Certo anche qui, la differenza la fa dove tiri la riga che separa il "giustificato" dal non giustificato
3. Questa è generalmente una favola raccontata a beneficio degli esterni.
Capisci facilmente che sei una famiglia con bambini, anziani e feriti al seguito che deve muoversi in un territorio sovraffollato e con strade ed infrastrutture al collasso, il fatto di avvertirti (con sms, internet ed a volte modalità che difficilmente possono raggiungere tutti) due ore prima di un bombardamento è più una presa per il culo che non altro.