Gli enormi progressi tecnologici degli ultimi anni hanno cominciato a farci credere che l’esplorazione dello spazio profondo non sia poi un sogno così irrealizzabile. Anche se ancora non siamo stati in grado di raggiungere fisicamente pianeti al di là del nostro satellite, molti scrittori e sviluppatori di videogiochi hanno pilotato con la fantasia astronavi pronte a superare le soglie dell’ignoto, spingendosi là dove nessuno è mai stato prima.
Quest’ultimo periodo ho avuto il piacere di viaggiare nell’universo creato da Radiation Blue, un piccolo studio di sviluppatori tedeschi che hanno lavorato insieme a Team17 per pubblicare un roguelite ambientato nello spazio. Oltre a richiedere una sana dose di sangue freddo, il viaggio in Genesis Alpha One ha preteso anche un buon livello di organizzazione per quanto concerne la progettazione della propria stazione spaziale, dato che parliamo di un roguelite con elementi ship-building e stoccaggio risorse, accompagnata sul finale da una buona mira (che non guasta mai).
L’UMANITÀ HA BISOGNO DI UNA NUOVA CASA
Anche se non si sa bene cosa sia successo alla nostra amata Terra, ciò che resta dell’umanità oltre ai membri dell’equipaggio della nostra astronave è il patrimonio genetico della nostra specie, impiegabile nei laboratori di clonazione per cominciare a ripopolare un nuovo mondo idoneo alla colonizzazione. L’inizio del viaggio viene affrontato seguendo un tutorial, consigliatissimo almeno per imparare le basi di gestione dell’astronave, ma dopo la prima run è possibile scegliere di farne una nuova seguendo la filosofia di diverse tipologie di corporazioni, ognuna pensata con lo scopo di impostare un loadout personalizzato. Per omaggiare uno dei miei film preferiti, ho chiamato la mia astronave Event Horizon, scegliendo per l’occasione una corporazione specializzata in ricerca e tecnologia di clonazione.
I primi minuti di gioco vengono spesi per configurare l’astronave con i pochi elementi di costruzione a disposizione, minuti in cui emerge un editor di building veramente intuitivo, capace di metterci subito a nostro agio. Il posizionamento di ogni modulo ha una sua utilità di progettazione se collocato a dovere, così da rendere la catena di montaggio virtuosa soprattutto quando si tratterà di gestire le risorse una volta raccolte nello spazio, per poi raffinarle e stoccarle definitivamente nel deposito. Per farvi un esempio pratico, ho preferito costruire tutti i moduli a disposizione su un unico livello perché l’astronave può essere invasa da forze aliene casuali, quindi l’utilizzo degli ascensori mi è sembrato “scomodo” per poterla successivamente difendere a dovere. Si parte dalla costruzione di un magazzino, seguita poi dal raggio traente e da un hangar. Il raggio traente è utile al fine di recuperare detriti nello spazio, mentre l’hangar permette a una piccola squadra di scendere sui pianeti in prima persona per collezionare diverse risorse, suddivise per importanza in minerali (si possono analizzare prima di giungere sul pianeta tramite una scansione del suolo dal ponte di comando) e progetti di ricerca. I primi vengono collezionati rapidamente con un raggio dedicato, mentre i secondi appaiono come detriti o monoliti alieni che vanno ricercati nella piccola area a disposizione nella zona d’atterraggio. Oltre ad esplorare, i membri della spedizione possono reperire qualche frammento di biomassa accompagnata, con un po’ di fortuna, da alcune particelle di codice genetico, ognuno droppato con una percentuale di successo alla morte di una forma aliena uccisa.
Calcolando ogni mossa, il viaggio nello spazio profondo può rivelarsi veramente entusiasmante, provare per credere!
ESPLORAZIONE, COSTRUZIONE E MOLTO ALTRO
Come descritto poco sopra, Genesis Alpha One fonde al suo interno diverse caratteristiche videoludiche, lasciando al giocatore il piacere di alternare uno stile di gioco che può variare dal base-building al roguelike più spinto, in cui l’esplorazione dei pianeti si alterna alle fasi di shooting. La curva di apprendimento, insieme a quella della difficoltà, viene evidenziata come una parabola ascendente pensata apposta per fare in modo che il giocatore, in ogni run affrontata, possa abituarsi al tipo di minacce presenti in modo da preparare anche una controffensiva adeguata al momento e al tipo di scontro. Se infatti all’inizio moltissime creature possono essere sconfitte semplicemente saltando su una roccia, vista la loro incapacità di attaccare a distanza essendo tra l’altro molto piccole, poco dopo troveremo invece esseri antropomorfi dall’armamentario bellico alquanto pesante, pronto a scaricarci addosso qualsivoglia tipologia di pallottole senza chiederci indicazioni stradali. Ogni volta che sopravviviamo a uno scontro abbiamo la possibilità di trovare dei campioni di DNA, o frammenti di armi, appartenenti a ogni specie incontrata, condizione che incentiva l’esplorazione di ogni pianeta valorizzando la longevità del prodotto. Lo scopo non è quindi solo raccogliere risorse, ma anche accrescere il proprio background di viaggio creando nuove specie, armi e molto altro.
Peccato che la colonna sonora sia piatta, un po’ di pathos intervallato magari a situazioni ludiche alternative avrebbe giovato!
Genesis Alpha One è un prodotto che ha molto da raccontare. Le sue basi ludiche secernono interesse e cura nei confronti del genere proposto, coadiuvate peraltro da un’idea di fondo magari non originale, ma sicuramente ben sviluppata nel contesto. La componente casuale rende ogni viaggio piacevole a modo suo, e sono sicuro che con qualche accorgimento, o magari patch management ragionato con l’implementazione di qualche scenario o componente extra, potrebbe diventare un’ottima offerta a 360°. Se poi ci inseriscono il multiplayer cooperativo, veramente tanta roba!