Gli evidenti limiti di design non nascondono il valore di un’opera che mostra i muscoli di PlayStation 5
Sarà davvero difficile tornare indietro e giocare a qualsivoglia titolo senza questa sensazione che restituisce un’immersione atipica, mai provata prima. Immaginate di premere il tasto per evocare lo scudo e parare un violentissimo colpo: il DualSense letteralmente restituisce il colpo alle mani e il dorsale premuto per difenderci spinge verso l’alto contro i nostri ordini, per tornare con violenza alla posizione originaria. Proprio grazie al DualSense, anche il più piccolo scontro con nemici debolissimi diventa orgasmico e galvanizzante.
OGGETTI SMARRITI
Concettualmente, come già sopracitato, Godfall usa tutte le sue energie in un combat system sopraffino ed entusiasmante e in una resa estetica brillante, ricca di dettagli e fissa su 60 fps. Il resto del pacchetto ludico si può riassumere con il semplicissimo concetto di “occasione sprecata”. La struttura da looter slasher del titolo prevede di farci passare molto tempo nell’hub di gioco, il Settimo Sanctum, dove poterci allenare, potenziare il nostro equipaggiamento e sbloccare le dodici armature degli Arconti. Non fatevi illudere dal nome altisonante: a livello di statistiche non c’è granché da dire, e la differenza è principalmente estetica. Certo, le varie armature si differenziano per la loro abilità speciale, ma concretamente l’effetto sarà sempre lo stesso spalmato su diverse abilità (evocare alleati oppure avere un boost momentaneo di velocità o attacco).
NOTEVOLE LA PERFORMANCE TECNICA, MA IL RISULTATO DI TUTTI QUESTI EFFETTI PARTICELLARI E DI LUCE è UN DESIGN TROPPO PACCHIANO
Godfall in qualche modo è un titolo che richiede di andare a fondo, di capirne la struttura – basilare e semplice – e trovare godimento in quello che offre: nelle più di 25 ore di gioco per portarlo a termine abbiamo trovato un combat system raffinato, feroce e appagante in un mondo vivo e ricco di dettagli, ma a discapito di un’anima non originalissima e derivativa e un comparto narrativo praticamente inesistente. I ragazzi di Counterplay Games hanno avuto tra le mani l’occasione di mostrare letteralmente i muscoli con un titolo affascinante, interessante e anche innovativo su alcuni versanti, ma non si possono non sottolineare le diverse criticità date dall’inesperienza del team.
In Breve: Godfall si è dimostrato un titolo piacevole, ottimo per testare le potenzialità di PlayStation 5. A un combat system curato, appagante e galvanizzante si alterna uno stile estetico pacchiano e un endgame che reitera scontri e missioni e già giocate. Con un pelo di esperienza in più, il titolo avrebbe potuto ambire a vette molto più alte.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Con infiniti effetti particellari, dettagli e nemici su schermo, Godfall mantiene i 60 fps saldi. Un grosso banco di prova per la nuova macchina Sony.
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