HAVEN ADOTTA IL CONCETTO DEL “FAILING FORWARD”: UNA NOSTRA SCONFITTA SUL CAMPO DI BATTAGLIA NON CI PORTERÀ ALLA SCHERMATA DI GAME OVER
I FRAMMENTI DELL’ANIMA
I due giovani non sono finiti su Fonte per caso. Abilissima meccanica lei, provetto biologo lui, la decisione di salire sulla loro navicella sgangherata e tentare l’impossibile è dovuta alla volontà di sfuggire dalle stringenti regoli dell’Arnia, futuristica società in cui ogni legame amoroso deve ubbidire agli imperscrutabili algoritmi del Sensale. Manco a dirlo, secondo quest’ultimo né Yu né Kay erano la coppia ideale, ma i due non hanno voluto sentir ragione e hanno deciso di lasciarsi alle spalle tutto pur di rimanere uno legato all’altra. E una buona parte del tempo trascorso in Haven passerà proprio a conoscere i due protagonisti; non solo nei tanti filmati presenti nel gioco, ma anche nel corso dell’esplorazione stessa: i due infatti reagiranno spesso all’ambiente circostante, discuteranno fra loro, si sfideranno a chi trova più semi, eccetera.
IN POCHE PAROLE, HAVEN È UN OTTIMO COMFORT GAME
In Breve: Sopra a ogni altra cosa, Haven è un gioco davvero piacevole. I colori scelti, la musica, i dialoghi spesso leggeri ma mai vuoti: le avventure di Yu e Kay sul pianeta Fonte sono un piacere da scoprire e da vivere. E anche il combattimento, se sulle prime dà l’impressione di semplicità estrema, non manca di richiedere l’attenzione del giocatore a ciò che succede a schermo, pena rapido viaggio di ritorno al Nido. Qualche aspetto migliorabile non intacca eccessivamente quella che, dopo l’ottimo Furi, è un’altra dimostrazione della competenza di The Game Bakers.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 3600, GTX 1070, 16 GB RAM, SSD
Com’è, Come Gira: Haven non è certo un gioco tecnicamente esigente, ma in cambio restituisce bei panorami e un’ottima atmosfera.
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