Hellpoint – Recensione

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Hellpoint non fa molto per nascondere la sua forte ispirazione ai titoli From Software, ma sarebbe comunque esagerato ridurlo alla sterile definizione di “Dark Souls nello spazio”

In Hellpoint si progredisce in modo piuttosto classico: gli assiomi, guadagnati prevalentemente dall’uccisione di nemici, possono essere spesi per aumentare una serie di statistiche differenti, ma anche persi con la stessa rapidità non appena si muore due volte di seguito senza riuscire a recuperarli. È possibile salire di livello ogni qual volta si raggiunge una Breccia, ossia il checkpoint dal quale si riparte ogni volta che si muore e dal quale è possibile anche viaggiare (a patto che se ne sblocchi la possibilità con un raro consumabile) verso l’hub di gioco chiamato Osservatorio.

hellpoint recensione

Il buco nero influenzerà, in alcune occasioni, lo stesso gameplay con l’accesso a nuove aree e l’aumento di nemici.

È qui che possiamo disporre di altri strambi macchinari che ci consentono, per esempio, di costruire e di migliorare i nostri strumenti di cura e, in parte, anche il nostro equipaggiamento. Per aumentare il nostro danno, infatti, è possibile non solo incastonarvi diversi tipi di conduttori ma, soprattutto, usufruire di una interessante meccanica che sblocca progressivamente attacchi più potenti e skill attraverso l’utilizzo prolungato di una specifica arma. Un’aggiunta piuttosto interessante che si rivela particolarmente utile in due occasioni. La prima è, ovviamente, l’incontro con i tantissimi boss che occupano la stazione, mentre l’altra è lo sconfiggere il nostro stesso fantasma che appare puntualmente nella mappa dopo ogni nostra dipartita, armato di tutto punto col nostro medesimo equipaggiamento.

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L’interazione con particolari oggetti nella mappa vi farà entrare nel misterioso Underworld. Preparatevi a fare a botte.

Hellpoint è giocabile completamente in co-op, e l’esperienza è almeno in parte customizzabile

Se pensate che tutto questo sia un po’ troppo per voi, non temete. Hellpoint è giocabile sia in solitaria che completamente in co-op locale o online, aspetto che – unito alla possibilità di aumentare o diminuire il livello di aggressività dei nemici di una singola zona, sempre previo utilizzo di particolari consumabili – fa sì che l’esperienza risulti comunque parzialmente customizzabile.

WORK IN PROGRESS

La stessa fantasia e cura utilizzata per il sistema di combattimento, che risulta dinamico e inaspettatamente variegato, non è stata purtroppo riservata ad altri aspetti di Hellpoint. La mappa di Irid Nova, come già accennato in precedenza, è piuttosto intricata ma a tratti stranamente deserta e anonima, mentre la varietà dei nemici, così come il design estetico e l’esecuzione di alcune boss fight, lasciano decisamente a desiderare.

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Che facciamo? Continuiamo a guardarci da dietro gli scudi o iniziamo a darci mazzate?

Difficile, inoltre, chiudere un occhio di fronte ai tanti bug presenti al lancio (anche se alcuni di essi sono stati fortunatamente già eliminati). A difetti minimi o facilmente ammortizzabili – come nel caso dell’esagerato stored input – se ne alternano altri un po’ più vistosi. Suoni che spariscono o che si desincronizzano, come quello dei nostri stessi passi, o assiomi persi per sempre quando si muore cadendo in un precipizio sono solo alcuni dei più comuni riscontrati durante il gameplay. Persino l’incontro col nostro spirito non si salva dagli errori, specie nel momento in cui questo ci viene incontro in posizione da parata senza però mai attaccarci – una vera agonia se si è morti brandendo degli scudi.

In Breve: A scapito del voto bassino, Hellpoint rimane tutto sommato consigliabile, solo non a chiunque – ma d’altronde, quale titolo non lo è? Se non siete fan dei soulslike, immergervi per una ventina di ore in un gioco meno rifinito e ispirato di quelli firmati da Miyazaki non è certamente una mossa saggia. Se invece siete dei grandi appassionati del genere per intero dategli pure una chance, a patto che capiate prima bene a cosa andate incontro: non aspettatevi un tripla A, ma nemmeno uno di quegli indie così strabilianti da diventare dei piccoli cult. Godetevi pure i suoi pregi senza farvi abbattere dai difetti.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: I7-8750H, 16 GB RAM, GTX 1060, SSD
Com’è, Come Gira: Se c’è una cosa per cui Cradle Games non avrebbe dovuto ispirarsi ai Souls, è la questione frame rate. I cali sono spesso evidenti e, anche se di per sé non sono andati davvero a inficiare il gameplay, sono risultati piuttosto fastidiosi.

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Pro

  • Sistema di combattimento dinamico e variegato.
  • Interessante sistema di upgrade delle armi.
  • Tanti segreti da scoprire.

Contro

  • Poca varietà di nemici.
  • Alcune boss fight sono decisamente meno riuscite di altre.
  • Tanti bug.
6.8

Sufficiente

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