L’impianto narrativo si rivela di gran lunga più solido rispetto al recente passato
WHEN ROME FALLS
L’aspetto che d’altro canto ha subito un sostanziale incremento qualitativo, e che dunque va a rendere ancora più godibile un titolo già di per sé ottimo, è quello narrativo. In questa terza e ultima parte delle vicissitudini di 47, dell’inossidabile Diana Burnwood e del ritrovato amico fraterno Lucas Grey si sente tutto il peso gravoso di una storia che sta per raggiungere l’ormai inevitabile climax finale. La trama assume quindi delle tinte più drammatiche del solito mentre il trio si appresta a dare il colpo di grazia a Providence, l’organizzazione segreta che governa il mondo intero con il favore delle tenebre, rimanendo nascosta tra le ombre, dopo averla prima azzoppata e poi gravemente ferita – probabilmente a morte – nei due precedenti capitoli della saga.
L’impianto narrativo si rivela di gran lunga più solido rispetto al recente passato, ben più coerente e organicamente intrecciato a un comparto ludico di primo livello. Il risultato è un riuscitissimo mix che alterna la narrazione emergente a un racconto portato avanti in maniera più tradizionale, attraverso gli ormai consueti briefing all’inizio della missione, succeduti dalle cutscene una volta portato a termine l’incarico.
la qualità visiva degli intermezzi è calata drasticamente
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