Hunt: Showdown – Recensione PS4

Questo sistema, già visto in altri titoli, funziona a dovere e permette tutto sommato di limitare in gran parte i problemi nati dalla ridotta sensibilità degli stick. Una volta attivata nel menu delle opzioni non dovremo più combattere attivamente contro l’ondeggiare del mirino e sarà molto più facile eseguire i colpi da distanza. Sia chiaro però, i limiti imposti dall’utilizzo del controller si sentono ancora tutti e approfittare della ridotta capacità di ruotare su se stessi e mirare si rivela la carta vincente in più di un’occasione. Spesso ho trovato le armi da mischia estremamente efficaci, specie se unite a una buona arma bianca.

Nonostante tutto, anche da giocatore prevalentemente PC, ho potuto apprezzare il modo in cui queste limitazioni dovute ai diversi metodi di input si possano tramutare in un vantaggio in Hunt Showdown. Gli scontri con i mostri più pericolosi e i Boss, specie ora che sono stati potenziati, raggiungono nuovi livelli di difficoltà. Tra tutti, l’aracnide è forse il mostro che mi ha impressionato di più, visto che, da un lieve fastidio, il riuscire a malapena a seguire il suoi movimenti si è tramutato in un vero e proprio incubo, incarnando davvero quell’idea di mostro agile e letale che da sempre il suo design suggeriva.

LA SINFONIA DELLA CACCIA

Per quanto riguarda la parte puramente estetica, da vero titolo Crytek, Hunt: Showdown non delude nemmeno su console. Nonostante gli ovvi piccoli passi indietro, dovuti alle limitazioni dell’hardware, il gioco riesce a mantenere tutta la sua atmosfera anche sulla PS4 base. Essendo uno sparatutto davvero metodico, anche il limite a 30 fps non nuoce davvero in maniera pesante al gameplay, almeno non tanto quanto il fatto che non sia possibile eliminare in alcun modo il motion blur. Ovviamente texture, effetti di luce, ombre ed effetti sono ridotti ma, in tutto e per tutto, la grafica rimane impressionante pure su console.

Il problema più grande di questa versione viene in realtà da un altro elemento: l’audio. Quando tutto si basa sull’atmosfera, i suoni giocano una parte fondamentale. Su PC, Crytek ha integrato un fantastico sistema di audio binaurale che permette non solo di distinguere in maniera precisa cosa si ha intorno e quali demoni ci aspettino nell’ombra, ma anche la distanza degli spari, dei passi e i sussurri degli altri cacciatori. Quando si gioca su console, anche utilizzando le cuffie, l’audio che ci viene proposto è un semplice stereo e la dissonanza è semplicemente scioccante. Fortunatamente, a parte questo dettaglio, quella della PS4 è una versione incredibilmente fedele che rappresenta una buona alternativa per tutti i giocatori che preferiscono il divano alla scrivania.

In Breve: Nonostante a tratti esasperi un po’ alcuni problemi della versione originale, Hunt: Showdown su PS4 è ancora un’esperienza che vale la pena vivere. La riduzione grafica, dell’audio e il blocco a 30 fps non bastano a rovinare un’esperienza di gioco davvero unica ed è facile consigliare il titolo a chiunque sia anche minimamente interessato a uno sparatutto meno caotico e più ragionato .

Piattaforma di prova: PlayStation 4
Com’è, come gira: Per la maggior parte del tempo Hunt:Showdown gira come ci si aspetterebbe. Sebbene punti a un massimo di 30 frame al secondo sul modello base di PS4, sono tuttavia presenti alcuni cali, specie nelle scene più concitate. È il prezzo da pagare per spingere la console a questi elevatissimi livelli di grafica.

Torna alla pagina precedente…