Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - The Hinokami Chronicles – Recensione

PC PS4 PS5 Xbox One Xbox Series X

Il gioco di Demon Slayer si prepara ad arrivare, e dopo l’anteprima di qualche giorno fa possiamo finalmente proporvi un’opinione completa sul nuovo nato in casa Cyberconnect2.

Sviluppatore / Publisher: Cyberconnect2 / SEGA Prezzo: 59,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Online e Locale PEGI: 16 Disponibile Su: PC (Steam), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S Data di Lancio: 15 ottobre

Come detto in passato, Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – The Hinokami Chronicles è il nuovo tie-in videoludico dedicato all’omonima serie animata di Ufotable, a sua volta tratta dal manga di Koyoharu Gotouge, e vero e proprio fenomeno pop dell’epoca moderna. Si tratta, in sostanza, di una serie battle shonen tutta combattimenti e sentimenti gridati a denti stretti, ambientata nel Giappone dei primi anni del ‘900 condito da elementi folkloristici e soprannaturali. Nei panni di Tanjiro, promettente ammazzademoni, si calcano i passi di un cammino alla ricerca di una cura per ripristinare l’umanità della sorella, caduta sotto la maledizione di un demone che l’ha tramutata in un essere soprannaturale. Certo, banalizzare in due righe la storia di una delle serie manga più amate e vendute di sempre non è certo cosa facile, ma questo dovrebbe dare un’idea dell’incipit che caratterizza l’avventura fin dai suoi primi vagiti, tant’è che il videogioco, nella sua modalità storia, salta a pié pari i preamboli della narrazione per proiettarci da subito nell’arena dei suoi scontri.

Si capisce, quindi, che Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – The Hinokami Chronicles fosse stato dapprima pensato come un picchiaduro a scontri 2 contro 2, con un buon numero di personaggi giocabili tratti dai primi sette archi narrativi delle vicende, e in un secondo momento arricchito di un’elegante (ma a tratti inconcludente) modalità narrativa che riprende gli eventi della serie animata per riproporre, con grande spettacolarità, i passaggi più avvincenti. Ahimè, quello che è emerso dopo una decine d’ore passate in compagnia dei suoi spadaccini e delle sue vicende innegabilmente ricche di pathos e Sturm und Drang di stampo squisitamente giovanile, è che per quanto l’abilità di Cyberconnect2 si riconosca in ogni istanza delle sue magnifiche sequenze in cel shading, bisogna considerare il videogioco come un semplice vettore d’accompagnamento a manga e anime, piuttosto che un vero e proprio sostitutivo dei media principali su cui Demon Slayer sembra muoversi con grande sicurezza e meritato successo.

UNA SPADA PER UCCIDERLI TUTTI

La modalità storia si configura infatti più come un modesto walking simulator con sporadici scontri con nemici minori a separare il giocatore dalle ben più interessanti battaglie con i boss principali, piuttosto che una modalità avventura ben strutturata, come si è visto nelle precedenti produzioni Cyberconnect2 dedicate a brand animati come Naruto e il più recente Dragon Ball Z Kakarot. In tal senso duole ammettere che sebbene le sequenze cinematiche riescano a tenere alta l’attenzione, tra uno scontro al cardiopalma e un Quick Time Event ben piazzato, sono le fasi esplorative, invece, a rallentare decisamente il ritmo di gioco – e quindi il divertimento – specie quando poi ci si accorge di quanto lentamente ci si muove in spazi che, secondo le intenzioni degli sviluppatori, andrebbero esplorati in lungo e in largo per recuperare i collezionabili necessari a sbloccare importanti ricompense.

Le fasi esplorative risultano snervanti a causa dell’estrema lentezza con cui ci si muove, ma sono fondamentali per il completismo.

A questo si accompagna un sistema di ranking che valuta l’abilità del giocatore con giudizi che tengono conto della sua abilità nei combattimenti (sia principali che secondari), la sua dedizione nel collectathon delle fasi esplorative e dei suoi riflessi messi a prova dai già citati quick time event e da alcuni minigiochi. Detto in poche parole, chi vorrà dedicarsi al completamento totale della storia dovrà necessariamente sudarsi i giudizi di alto livello, così da sbloccare lo sbloccabile e conquistare gli agognati trofei/obiettivi che tanto fanno emozionare i cuoricini dei gamer più hardcore.

SBLOCCARE TUTTO LO SBLOCCABILE RICHIEDERÀ UN CERTO IMPEGNO

In tal senso, viene comoda la possibilità – a capitolo concluso – di tornare su specifici scontri e parti della storia per tentare in maggiore agilità l’esasperante ricerca del grado di giudizio più alto, ma va da sé che alcuni passaggi – specie sulle fasi finali – si configurino davvero ostici se non ci si mette di buona lena a memorizzare i pattern d’attacco degli avversari. Detto questo, giungere al termine della modalità storia conquistandosi la possibilità di utilizzare tutti i personaggi giocabili (se ne contano 18, più 4 in arrivo attraverso aggiornamenti gratuiti) si rivela solamente una formalità, e nel caso non ci si volesse sudare costumi opzionali e arene di gioco aggiuntive a suon di virtuosismi sul campo di battaglia, basterà investire la valuta in-game collezionata esplorando e combattendo nelle altre modalità di gioco per bypassare il problema.

STRATEGIE DI UN DEMON SLAYER DI CARRIERA

Impossibile poi non soffermarsi sul sistema di scontri, vera e propria sorpresa (è il caso di dirlo) dell’intera produzione. Come anticipato nell’anteprima, Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – The Hinokami Chronicles si rifà quasi spudoratamente ai precedenti arena fighters firmati da Cyberconnect2, con la medesima impostazione grafica e meccanica (arene limitate, camera alle spalle, grande mobilità, sistema di barre e cariche a limitare l’uso di super mosse e colpi speciali), ma propone una serie di novità che non passeranno sicuramente inosservate agli occhi degli appassionati. Come al solito ci si trova di fronte a un videogioco chiaramente accessibile anche a non giocatori (permettendo quindi anche ai semplici appassionati di manga e anime di tuffarcisi dentro senza troppe remore), ma comunque capace di riservare sorprese e una profondità non indifferente a livelli di difficoltà più alti.

La modalità storia permette di rivivere i singoli scontri di ogni capitolo per collezionare giudizi positivi.

Innanzitutto il videogioco permette di selezionare due personaggi da lanciare nelle battaglie, in un’impostazione tag battle che prevede tuttavia barre dell’energia e dei colpi speciali in comune. Richiamare il proprio partner in battaglia permette non solo di scagliarlo contro l’avversario, magari per creare un’apertura con la quale iniziare una sequenza di fendenti concatenati, ma anche di eseguire manove evasive spezza-combo che risultano spesso necessarie per sottrarsi agli attacchi dei nemici. In tal senso, mi ha stupito notare come il videogioco preveda una serie di manovre difensive che, se ben utilizzate, permettono letteralmente di rivoltare gli esiti di uno scontro apparentemente già concluso. Ai semplici tasti deputati all’attacco, si uniscono combinazioni di input che, se inseriti col giusto tempismo, permettono di deflettere i fendenti avversari con avvincenti parry, tanto che solamente quando la modalità online si sarà popolata di giocatori agguerriti si potrà valutare quanto queste aggiunte possano effettivamente decretare la differenza tra un giocatore alle prime armi e uno più stagionato.

CYBERCONNECT2 NON SI È LIMITATA A RIPROPORRE QUANTO GIÀ NOTO MA HA ANCHE OSATO CON L’INTRODUZIONE DI NUOVE MECCANICHE, DELLE QUALI SOLO L’ONLINE POTRÀ DECRETARE L’EFFICACIA

A corollario si trovano poi il tradizionale sistema di cariche che permettono l’accesso a mosse spettacolari dall’incredibile potenza offensiva (oltretutto potenziabili) e un sistema di potenziamento a livelli, che porta ad accrescere l’efficacia di ogni singolo fendente fino a moltiplicarne del doppio la potenza. Giocare la sola modalità storia senza dedicarsi a qualche sessione di scontro con nemici umani non dà modo di assaporare nella sua totalità le potenzialità dell’affascinante stratificazione di meccaniche pensato da Cyberconnect2, e in tal senso credo sia davvero salvifica la presenza di una modalità online che permetterà, in futuro, di vedere come il metagame del titolo potrà prendere vita tra giocatori più dediti a tecnicismi. L’unica modalità secondaria di spessore, una sorta di allenamento a missioni, cerca in qualche modo di obbligare il giocatore ad andare oltre la semplice esecuzione di mosse speciali e di combo con le quali si può tranquillamente completare la modalità storia, ma non riesce comunque a dimostrare in modo efficace le potenzialità delle meccaniche “nascoste sotto il cofano” del sistema di combattimento.

Demon Slayer Kimetsu no Yaiba Recensione

La modalità allenamento permette di impratichirsi attraverso l’esecuzione di missioni, ma non spiega a fondo alcune meccaniche fondamentali come le manovre evasive.

Non che la modalità storia non riservi le sue peculiarità: gli scontri contro i demoni che costellano la storia di Demon Slayer sono comunque interessanti, specie guardando ai boss degli otto capitoli giocabili, ma in quel senso la lettura degli scontri risulta spesso facilitata da indicatori che evidenziano sull’arena il raggio d’azione dei colpi che i nemici stanno per lanciare, e viene meno un’importante componente di lettura dello stile di gioco dell’avversario che solamente negli scontri versus diviene, invece, fondamentale (e anche dannatamente divertente). Chiaramente permangono tutte le ruvidità di un videogioco che deve giocoforza essere “facile da approcciare, ma difficile da padroneggiare”, con una grande enfasi posta su effetti grafici e particellari che, in molte occasioni, non aiutano la lettura degli scontri. Rimane comunque interessante vedere come Cyberconnect2 non si sia limitata semplicemente a proporre un videogioco su licenza con meccaniche basilari e qualche idea sparsa, ma abbia invece osato nell’andare in una direzione che, sono sicuro, renderà il titolo appetibile anche ai profani della serie animata (ai quali, in ogni caso, consiglio di valutare la possibilità di recuperare la serie animata di Ufotable piuttosto che vivere le sue vicende attraverso la sommaria modalità storia).

Demon Slayer Kimetsu no Yaiba Recensione

La storia ripropone i momenti più toccanti delle vicende raccontate nella prima stagione della serie animata e nel film d’animazione uscito nei cinema.

È poi impossibile non levarsi il cappello di fronte alla realizzazione tecnica ancora una volta impreziosita dall’abilità dell’azienda giapponese nell’utilizzo della tecnica 3D del cel shading: se la modalità storia dà spazio a personaggi secondari meno curati e ambientazioni forse un po’ spoglie, è negli scontri e nelle sequenze narrative che il videogioco dà il meglio di sé, mostrando con quanta cura e fedeltà gli animatori e gli artisti della casa di .Hack siano riusciti a riproporre tecniche di combattimento pirotecniche e passaggi fondamentali della storia in modo estremamente efficace. Inoltre – per una volta – le splendide sequenze volute dallo sviluppatore giapponese sono accompagnate dalla colonna sonora tratta dalla serie animata di riferimento, che con la sua maestosità celebra la solennità e la gravitas di ogni passaggio della storia di Tanjiro e dei suoi compagni.

In Breve: Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba – The Hinokami Chronicles è sostanzialmente il tipico videogioco tratto da una serie animata che ci si aspetterebbe da Cyberconnect2: un sfizioso banchetto per gli appassionati e l’ennesimo sfoggio del know-how tecnico della compagnia giapponese in fatto di modellazione 3D e animazione in cel shading. Rimane un picchiaduro a scontri immediato e facile da approcciare, ma nasconde sotto la sua apparente semplicità una stratificazione di meccaniche tutto sommato valida da scoprire.

Piattaforma di Prova: PS4 Pro
Com’è, Come Gira: Testando il gioco su una TV 4K ho riscontrato qualche scalettatura di troppo, segno di un upscaling Full HD un po’ violento. Al netto di questo, Demon Slayer si comporta bene in praticamente ogni istanza e, a parte qualche secondo di troppo nei caricamenti (che mi auguro siano praticamente istantanei su console current gen), il comparto tecnico mi è sembrato apprezzabile anche su PS4. Occhio, però, solo le versioni Ps5 e Xbox Series (o PC, ma quella è la regola da sempre) potranno contare su scontri a 60 fps con una patch post lancio.

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Pro

  • Artisticamente pregevole / Sistema di scontri semplice, ma profondo / Una vera e propria lettera d’amore diretta agli appassionati.

Contro

  • La modalità storia, oltre a presentare problemi, potrebbe scontentare chi non è legato visceralmente ad anime e serie manga / Il roster di personaggi potrebbe essere più variegato / Contenutisticamente un po’ carente.
7

Buono

C'è chi dice che nella sua stanzetta, dietro una mole spaventosa di fumetti d'epoca giapponesi, si celino misteri infiniti. Da sempre appassionato di videogame made in Japan e delle opere animate di Kunihiko Ikuhara, dategli un qualsiasi J-RPG e lo renderete un orsetto felice.

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