Immortals Fenyx Rising – Recensione

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Ciò che Ubisoft ha costruito è sì un gioco che ricorda molto da vicino il capolavoro Nintendo, ma che riesce comunque a costruirsi una propria identità e soprattutto un mood particolare

Il mondo di Fenyx Rising è pieno zeppo di attività ed essendo un gioco Ubisoft è lecito aspettarsi un crescendo di gameplay destinato purtroppo a calare intorno a metà avventura a causa di troppi filler. Questo difetto è presente anche in Immortals, ma fortunatamente in modo molto meno marcato. Merito dell’estensione della mappa di gioco che pur essendo piuttosto vasta non si avvicina (fortunatamente) a quella di altri open-world sviluppati dalla compagnia francese. Questo consente all’avventura di avere un buon ritmo per tutta la sua durata e un amalgama quasi perfetta tra fasi esplorative, combattimenti e risoluzione di puzzle.

immortals fenyx rising recensione

Gli enigmi non sono particolarmente originali ma risultano sempre divertenti, ben costruiti e ottimamente bilanciati.

Ognuna delle sette regioni da cui è composta la mappa offre un bioma ispirato alla divinità che la domina. Le scoprirete pian piano e in ognuna di esse troverete una miriade di sfide che pur non essendo obbligatorie per proseguire vi inviteranno al tentativo e vi ricompenseranno con collezionabili e potenziamenti per le abilità di Fenyx.

L’OPEN WORLD DI FENYX RISING è RICCO DI CONTENUTO, MA SENZA APPARIRE BULIMICO

Oltre a molteplici sfide legate ad una particolare divinità troverete anche decine di forzieri, oggetti utili a ripristinare o potenziare la salute, le Cripte del Tartaro, dei mini dungeon simili ai Sacrari di Zelda: Breath of the Wild, e le più impegnative Cripte degli Dei. Là dove uno qualsiasi degli ultimi Assassin’s Creed o Far Cry può essere visto come un banchetto praticamente infinito che alla lunga rischia di provocare indigestione, Immortals: Fenyx Rising va considerato come un pranzo molto abbondante ma equilibrato, nel quale le molte portate vengono servite con i giusti tempi e in quantità proporzionate.

È SOLO L’INIZIO?

Ciò che Ubisoft ha costruito è sì un gioco che ricorda molto da vicino il capolavoro Nintendo, ma che riesce comunque a costruirsi una propria identità e soprattutto un mood particolare. Il risultato finale è più che soddisfacente, anzi è proprio dannatamente divertente. Anche se i momenti di pura epicità non mancano, si arriva alla fine senza avere sulle spalle il peso di un’Odissea lunga e faticosa (ogni riferimento a Odyssey è puramente casuale) e con la voglia di scoprire ancora più a fondo questo bizzarro mondo fatto di mostri sovrappeso e divinità con la voce da cartone animato.

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Per completare l’avventura senza correre troppo e non portando a termine tutte le sfide sono necessarie circa 25 ore.

Fortunatamente i piani di Ubisoft per Immortals: Fenyx Rising sembrano essere a lungo termine, come dimostra il già annunciato supporto post-lancio a questo primo gioco. Il Season Pass introdurrà nuove storie, ambientate in nuove regioni, che vedranno protagonisti nuovi personaggi. La seconda espansione in particolare sembra interessante: si intitola “Miti del Regno d’Oriente” e ci condurrà in Cina per affrontare mostri leggendari nei panni di un nuovo personaggio, Ku. Anche la terza avventura aggiuntiva avrà una protagonista inedita di nome Ash, legata in qualche modo a Fenyx, e ci riporterà nell’Antica Grecia con un gameplay del tutto diverso e vagamente simile allo stile di un Diablo qualsiasi. In attesa di poter mettere le mani sui prossimi DLC, che non hanno ancora una data precisa, godiamoci l’avventura di Fenyx, iniziata come mera fotocopia di Breath of the Wild ma maturata infine come qualcosa di speciale. Senza saperlo, e forse neanche volerlo, Ubisoft ha realizzato il gioco destinato probabilmente a diventare la sorpresa dell’anno.

In Breve: Bollato fin dall’inizio come semplice clone di Zelda: Breath of the Wild, Immortals: Fenyx Rising è invece sbocciato come avventura open-world piena di carattere e con meriti del tutto propri. Un irresistibile mood ironico e un bilanciamento dei vari elementi di gameplay prossimo alla perfezione ci regalano un titolo non solo degno di essere giocato, ma da dichiarare senza paura di sbagliare come una delle migliori sorprese dell’anno.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Sulla nuova ammiraglia Sony il gioco Ubisoft fila via liscio come l’olio anche se di tanto in tanto perde la risoluzione migliore di qualche texture e propone un HDR un po’ troppo “brillante”, che nelle tonalità chiare e metalliche tende ad abbagliare gli occhi del giocatore come lo sguardo di Medusa.


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Pro

  • Un open-world grande e ricco ma non mastodontico / Una volta tanto Ubisoft non ha esagerato con i “riempitivi” / Fa vivere l'antica Grecia in modo leggero e divertente.

Contro

  • Il tono scanzonato potrebbe non piacere a tutti / Qualche calo di ritmo c'è, ma è quasi inevitabile.
8.5

Più che buono

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