Il titolo si rivela molto più di un semplice platform, con una profondità insperata dietro la misteriosa trama del gioco
GUSTOSA, GUSTOSA, BELLISSIMA PAURA!
Neversong ci regala un’atmosfera di tutto rispetto. Tinte pastello desaturate e disegni semplici ma ricchi di dettagli si sposano con l’ottima caratterizzazione degli NPC, tutti coetanei di Peet Senzapaura, che in pochi frame di animazione e un paio di dialoghi riescono comunque ad avere ognuno la propria personalità.
La narrazione focalizzata sui ragazzi, la presenza del mostro a minacciarli e l’ambientazione estiva rendono la cittadina in cui si svolge l’azione vagamente somigliante a Derry, teatro di IT e altri romanzi di Stephen King. I boss di fine zona sono un piccolo capolavoro, buffi e terrificanti al tempo stesso, nonché decisamente demenziali, come ragni giganti mangiabambini o galline mutanti. I mostri comuni che infestano la mappa invece non hanno lo stesso carisma e sembrano quasi aggiunti frettolosamente in un secondo momento, ma svolgono il loro lavoro e ci tengono impegnati, anche se in Neversong difficilmente verremo sopraffatti dai nemici.
Uno dei pregi del gioco è sicuramente il comparto sonoro, tra le melodie del pianoforte di wren e l’eccezionale voce narrante
I controlli a volte non sono responsivi e si ha l’impressione di aver raggiunto una piattaforma più per caso che per reale abilità, complice anche una fisica un po’ approssimativa. Lo stesso problema si nota nei combattimenti: spesso è preferibile buttarsi nella mischia e vibrare randellate a destra e a manca piuttosto che prestare attenzione ai pattern d’attacco dei nemici. Si tratta comunque di imperfezioni che non minano l’esperienza globale di un titolo molto ben riuscito che vi accompagnerà in un viaggio stupefacente, non troppo lungo ma discretamente rigiocabile per chi volesse sbloccare tutte le skin dei protagonisti e completare gli achievement.
In Breve: Neversong offre un mix di esplorazione, enigmi e azione in grado di mettere tutti d’accordo, accompagnato da una storia ben orchestrata, con un finale che vi ricorderete per molto tempo. Una gioia per gli occhi e per le orecchie che saprà anche emozionarvi, nonostante i controlli siano un po’ imprecisi.
Configurazione di Prova: Asus Vivobook Pro 17 (i7, 8 GB RAM, GeForce GTX 1050)
Com’è, Come Gira: Funziona senza problemi, ma a volte lagga un pochino quando si passa da una zona all’altra della mappa.
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