Neversong – Recensione

PC

Il titolo si rivela molto più di un semplice platform, con una profondità insperata dietro la misteriosa trama del gioco

Neversong è molto più di un platform divertente. Presto ci si rende conto che nella vicenda del rapimento c’è qualcosa di strano. Ricordi affiorano alla mente ogni qualvolta recuperiamo, a spese del mostro di turno, frammenti delle melodie preferite di Wren, che dovremo suonare sul suo vecchio pianoforte. Peet l’intrepido è veramente uscito dal coma? Il viaggio pazzesco che sta intraprendendo è reale o frutto della sua mente? Cosa è successo a Wren? Al piacere puramente ludico offerto dal progredire nel gioco, si aggiunge quindi la voglia di conoscere la verità. Vi aspetta un abisso di disperazione, che consiglio di esplorare tutto d’un fiato nelle cinque ore necessarie a scoprire il finale.

GUSTOSA, GUSTOSA, BELLISSIMA PAURA!

Neversong ci regala un’atmosfera di tutto rispetto. Tinte pastello desaturate e disegni semplici ma ricchi di dettagli si sposano con l’ottima caratterizzazione degli NPC, tutti coetanei di Peet Senzapaura, che in pochi frame di animazione e un paio di dialoghi riescono comunque ad avere ognuno la propria personalità.

Neversong Recensione

Un ragno gigante e il suo prossimo pasto, quel bambino-palla.

La narrazione focalizzata sui ragazzi, la presenza del mostro a minacciarli e l’ambientazione estiva rendono la cittadina in cui si svolge l’azione vagamente somigliante a Derry, teatro di IT e altri romanzi di Stephen King. I boss di fine zona sono un piccolo capolavoro, buffi e terrificanti al tempo stesso, nonché decisamente demenziali, come ragni giganti mangiabambini o galline mutanti. I mostri comuni che infestano la mappa invece non hanno lo stesso carisma e sembrano quasi aggiunti frettolosamente in un secondo momento, ma svolgono il loro lavoro e ci tengono impegnati, anche se in Neversong difficilmente verremo sopraffatti dai nemici.

Uno dei pregi del gioco è sicuramente il comparto sonoro, tra le melodie del pianoforte di wren e l’eccezionale voce narrante

Il comparto sonoro è decisamente ispirato, data la passione di Wren per il pianoforte, e in linea con l’atmosfera del gioco. Eccezionale la voce narrante, che descrive e accompagna le peripezie di Peet the Valiant in rima con uno stile che ricorda la performance di Vincent Price in Thriller. Non è comunque tutto perfetto e ci sono degli aspetti di Neversong che lasciano un po’ perplessi.

Neversong Recensione

La storia è narrata in modo molto evocativo.

I controlli a volte non sono responsivi e si ha l’impressione di aver raggiunto una piattaforma più per caso che per reale abilità, complice anche una fisica un po’ approssimativa. Lo stesso problema si nota nei combattimenti: spesso è preferibile buttarsi nella mischia e vibrare randellate a destra e a manca piuttosto che prestare attenzione ai pattern d’attacco dei nemici. Si tratta comunque di imperfezioni che non minano l’esperienza globale di un titolo molto ben riuscito che vi accompagnerà in un viaggio stupefacente, non troppo lungo ma discretamente rigiocabile per chi volesse sbloccare tutte le skin dei protagonisti e completare gli achievement.

In Breve: Neversong offre un mix di esplorazione, enigmi e azione in grado di mettere tutti d’accordo, accompagnato da una storia ben orchestrata, con un finale che vi ricorderete per molto tempo. Una gioia per gli occhi e per le orecchie che saprà anche emozionarvi, nonostante i controlli siano un po’ imprecisi.

Configurazione di Prova: Asus Vivobook Pro 17 (i7, 8 GB RAM, GeForce GTX 1050)
Com’è, Come Gira: Funziona senza problemi, ma a volte lagga un pochino quando si passa da una zona all’altra della mappa.

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Pro

  • Ottima veste artistica.
  • Azione rapida e mai ripetitiva.
  • Boss di fine livello e NPC molto carismatici.
  • Finale da brivido.

Contro

  • Controlli imprecisi.
  • Non troppo lungo.
8

Più che buono

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