Nioh 2 – Recensione

PC PS4

Nioh 2 offre la bellezza di tredici enormi alberi di abilità per singole armi e vocazioni da samurai, ninja, mago e mutamorfo.

Un’abbondanza che non si limita al solo lato demoniaco del nostro guerriero, ma che coinvolge anche il suo corredo di competenze marziali, visto che Nioh 2 offre la bellezza di tredici enormi alberi di abilità dedicati alle singole armi e alle vocazioni di samurai, ninja, mago e mutamorfo, da conquistare un nodo alla volta con la dura pratica. Ergo, se desiderate diventare un maestro della katana sentitevi pure liberi di affettare i nemici, e l’esperienza arriverà col tempo.

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Un Contrattacco Esplosivo andato a segno, gentilmente offerto dalla maxi clava della forma Bruto.

Parlando di armi, alla cospicua dotazione sperimentata nell’avventura di William si aggiungono le doppie accette e il falcione: le prime sono lo strumento ideale se amate le doppie lame in Monster Hunter, velocissime e dotate di insospettabili attacchi a medio raggio, mentre il secondo è forse il più intrigante, camaleontico nelle sue tre forme differenti per raggio, potenza e velocità, liberamente intercambiabili a seconda della postura.

Al di là della sempre forte anima soulslike, Nioh 2 vanta ancora quel pizzico di Ninja Gaiden che solo un moveset tanto maestoso può vantare

Anche i nemici hanno imparato qualche nuovo trucco, e il cosiddetto Regno oscuro è il più pericoloso: si tratta di zone pervase da un alone malvagio che rallenta le rigenerazione del ki e blocca l’accesso a santuari e succosi scrigni, da dissipare eliminando un determinato nemico. Non è mai chiaro chi sia il bersaglio, e attraversare con circospezione le aree “contaminate” porta sempre il suo bel carico di pressione. La cosa si complica contro i boss, che avvolgono l’arena in un simile miasma durante un limitato periodo di tempo, approfittando del caos per potenziarsi; alcuni guadagnano attacchi extra, altri invece cambiano completamente il ritmo dello scontro attraverso particolari gimmick, rendendo il combattimento mai banale.

LA SOLITA, OTTIMA MINESTRA

È una fortuna che assieme alla classiche tombe dei redivivi sia ora possibile trovare anche quelle azzurre della misericordia, ove evocare volenterosi NPC per avere una mano in cambio delle vecchie coppe Ochoko anche quando si gioca offline. Tolte le (importanti) novità finora descritte, Nioh 2 è complessivamente uno splendido more of the same, che ricicla dal primo capitolo buona parte degli asset e la totalità dell’interfaccia, ovviamente assieme alla solita e dolorosa catena di morti e resurrezioni del PG.

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Tra un combattimento e l’altro ho anche avuto il tempo di scattare un selfie con Jason Momoa.

Non è un problema, perché quello che c’è è realizzato con gran gusto, dallo splendido level design alla fluidità che non mi ha mai piantato in asso durante le sessanta ore circa impiegate per raggiungere la conclusione, ovviamente morendo un numero vergognoso di volte e accettando le missioni secondarie, banali rispetto a quelle principali ma amabilmente prodighe di preziosa esperienza. Nioh 2 continua quindi a conservare un posto di tutto rispetto nel panorama dei soulslike, miscelando il carisma e la difficoltà tipiche della produzione di Hidetaka Miyazaki con un sistema di loot à la Diablo e quel pizzico di Ninja Gaiden che solo un moveset tanto maestoso può vantare. La somma delle singole parti, anche stavolta, è un cocktail caldamente raccomandato.

In breve: Nioh 2 espande la struttura del predecessore con una serie di intuizioni azzeccate, offrendo una rosa di opzioni e situazioni che arricchiscono l’esperienza originale senza snaturarla. Non ha intenzione di farsi nuovi amici, confermando una difficoltà elevata al netto di nuove tecniche o armi, ma farà sicuramente la gioia dei fan del primo capitolo e del folklore giapponese in generale.

Sistema di prova: PlayStation 4 PRO
Com’è, come gira: Anche stavolta Nioh permette di prediligere la risoluzione o la stabilità dell’esperienza: scegliendo la seconda opzione ho potuto giocare con una fluidità a 60 fps pressoché totale, contando sulle dita di una mano monca brevi quanto ininfluenti attimi d’indecisione.

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Pro

  • Ottime novità che espandono piacevolmente la formula originale.
  • Impegnativo, tuttavia mai frustrante.
  • Ben rifinito nella fattura, con caricamenti più brevi rispetto al primo capitolo.

Contro

  • Trama non particolarmente coinvolgente e protagonista privo di personalità.
  • Tecnicamente è sostanzialmente identico al predecessore.
9

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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