Attenzione alla qualità dell’aria: i nostri visitatori difficilmente si fermeranno a lungo sulla nostra base, se non respirano
Dare a ciascun alieno un posto sul bioponte che ricordi il suo pianeta d’origine è un must per il suo equilibrio fisico e mentale
RITROVARSI DOPO VENT’ANNI
A questo punto verrebbe da chiedersi: ma che differenza c’è con lo Startopia del 2001? A livello di gameplay quasi nessuna, a parte l’introduzione di una fase bellica con cui possiamo costruire mech e imbastire guerriglie contro eventuali nemici nascosti dietro a una paratia, che francamente non ricordo – sono passati tanti anni, scusate – nell’edizione originale. Il resto è tutta cosmesi: l’hardware di oggi permette di giocare a risoluzioni molto più alte, garantisce potenza sufficiente a muovere centinaia di alieni dai modelli 3D molto più dettagliati, abbellisce scenari e animazioni con effetti grafici più complessi e più belli da vedere e, come avrebbe detto Barbara Giulienetti dagli schermi della TV, “Colore! Colore! Colore!”: tutto è molto più buffo e colorato, decisamente più in linea con l’atmosfera demenziale che permea tutto il gioco.

Ogni tanto buttate un occhio agli edifici: se sono sporchi, provvedete alla loro pulizia! Gli alieni sono schizzinosi.
Di tanto in tanto, in modalità campagna, Starbase Startopia ci propone perfino delle storielle divertenti a “fumetti animati” che sembrano essere uscite dai libri dei mai abbastanza compianti Douglas Adams e Terry Pratchett. Si nota anche qualche segno dei tempi che cambiano: spariscono da Spacebase Startopia le procaci Sirene Dahenensi e, con loro, la possibilità di aprire un night club (con i prevedibili servizietti annessi), lasciando a ben più edulcorate discoteche e giostre il compito di intrattenere gli ospiti della base; inoltre, considerando che non esiste assolutamente alcun legame tra i due giochi eccetto il nome, anche tutte le razze aliene sono diverse, con l’esclusione dei Grigi.
In Breve: Spacebase Startopia è il reboot di un grande classico, uscito un po’ in sordina in un periodo in cui, la scena, era dominata da Black & White e da altri mille strategici. I ragazzi di Realmforge hanno sezionato, sviscerato l’opera dei loro ispiratori Mucky Foot (gente che, prima, aveva fatto cose come Theme Park e Syndicate Wars, mica sprovveduti!), e ne hanno riproposto tutti gli aspetti di forza migliorandoli ove possibile, sebbene questa nuova produzione si porti dietro anche alcuni dei difetti dell’originale, come una certa dispersività nelle meccaniche delle missioni. Sono però estremamente felice che la nuova generazione possa avere uno Startopia tutto per sé, adatto ai tempi (e ai sistemi) che corrono, perché in un momento storico come questo, in cui gli strategici passano lontano dai riflettori, Spacebase Startopia è proprio ciò che ci vuole per attirare l’attenzione!
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 1600, 16 GB di RAM, GeForce GTX 980 Ti, SSD
Com’è, Come Gira: Perfetto sulla configurazione di prova e su qualunque PC degli ultimi sei anni, purché dotato di una configurazione decente. Una nota sul display: il gioco permette solo risoluzioni proporzionali alle dimensioni dello schermo utilizzato.