La mia next-gen su Series X – Speciale

AL MOMENTO POCHISSIMI TITOLI PREVEDONO LA POSSIBILITà DI DELEGARE AL GIOCATORE LA SCELTA TRA PERFORMANCE E QUALITà VISIVA

Vale la pena notare che non sono opzioni tra cui è possibile esprimere una preferenza all’interno dei menù di gioco, ma setting che vengono stabiliti in autonomia dal software. Più in generale, per il momento pochissimi titoli prevedono la possibilità di delegare al giocatore la scelta tra performance e qualità visiva. Uno dei pochi è il già citato Gears 5 che permette di optare nella modalità Versus per i 120 FPS, senza per altro che ciò comporti una perdita di dettaglio. In aggiunta, benché non sia stata rilasciata una vera e propria versione Enhanced, anche Ori and the Will of the Wisps trae vantaggio dalla maggior forza bruta di Xbox Series X e, se supportato da un televisore compatibile, riesce a mandare a video (sempre in automatico) un segnale a 120 FPS, trasformando sensibilmente l’esperienza di gioco rispetto alla versione per Xbox One grazie a una fluidità e una responsività ai comandi inimmaginabile in passato.

E LE TERZE PARTI?

Come detto in apertura, il gruppetto di cinque titoli di cui vi abbiamo parlato nei precedenti paragrafi si è fatto trovare pronto già nel momento in cui abbiamo potuto mettere le mani sulla console in anteprima. Nel corso dei giorni successivi, tuttavia, altri giochi si sono rifatti il trucco per farsi trovare pronti al grande evento (e altri lo faranno in un futuro prossimo, come Marvel’s Avengers per cui è prevista la versione Enanhanced per l’inizio del 2021). Quello che più di ogni altro ha mostrato cosa si può ottenere lavorando sulle capacità esclusive di Series X è stato Watch Dogs: Legion, la cui patch ottimizzata per Series X è arrivata quando il gioco era già disponibile da qualche giorno nella sua edizione standard, ovvero quella disponibile anche sulla generazione precedente, consentendoci così il confronto diretto.

next gen series x

Nella Londra di Series X tutto riflette ed è bellissimo.

L’open world di Ubisoft ha di colpo mostrato con assoluta chiarezza che differenza faccia (e farà) il Ray Tracing nella nuova generazione di giochi che ci attendono. La Londra precipitata nel terrore di Watch Dogs è ora un tripudio di riflessi. La scelta della capitale britannica di sicuro agevola il compito, grazie all’abbondanza di pozzanghere garantite quotidianamente da un clima particolarmente precipitoso, ma anche le carrozzerie delle auto e le vetrine dei negozi contribuisco alla resa di un mondo vivo, in cui le superfici restituiscono l’immagine riflessa di ciò che realmente accade intorno (e non una versione precalcolata e nei fatti finta, come accadeva in passato). Certo, la sobrietà nell’utilizzo (ci sono momenti in cui TUTTO lo scenario riflette qualcosa, persino l’asfalto a perdita d’occhio) ricorda quella nell’utilizzo del lens flare durante i primi tempi con la VooDoo 2 (qualcuno ha detto Incoming?!), ma col tempo si arriverà a soluzioni più eleganti.

Non si può dire che sia brutto, ma il gioco Ubisoft tecnicamente ha qualche problemino su next gen.

Meno positivo invece è l’impatto con l’altro grande AAA Ubisoft di questo periodo, Assassin’s Creed: Valhalla. Forse l’ambientazione consente meno di distrarsi per gli onnipresenti riflessi, ma tra una scorrazzata barbarica e l’altra sono evidenti i cali di frame e qualche tearing di troppo.

Continua nella prossima pagina…

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