HI-RES PIXEL ART: DIMENSIONE PARALLELA
E di acqua in quel bacino ne hanno sversata a tonnellate gli sviluppatori. Inutile andare in ordine cronologico di qui in avanti, meglio lasciarsi trasportare dalle correnti ludoestetiche che sgorgano senza sosta da una diga ormai ceduta. E la prima da analizzare è sicuramente quella della pixel art HD, che è tale sia quando cerca di imitare la grana grossa delle golden age 8 e 16-bit, sia quando sfrutta smaccatamente il progresso tecnologico per usare ogni millimetro degli schermi moderni, con un risultato finale elegantissimo, dettagliato, futuristico, assolutamente irraggiungibile prima d’ora.
FONDAMENTALE, PER QUESTA RINASCITA INDIE DEL 2D, L’ISPIRAZIONE AI GRANDI CLASSICI CHE PERÒ NON SCADE MAI NEL PLAGIO
Un’opera che a suo modo ha dato un po’ il via definitivo a questa corrente, idealmente culminata, soprattutto a livello estetico, col recente Narita Boy, è Shovel Knight. Il titolo Yacht Club Games, che racconta le gesta di un prode cavaliere errante armato di badile, è quasi un concentrato di quello che era il videogioco DOC a cavallo degli anni ’80; c’è un po’ di Castlevania, Ducktales, Super Mario Bros. 3 e Mega Man, li si riconosce nel level design, nell’estetica, nel modo di combattere, in qualche velata citazione, eppure averlo tra le mani è un’esperienza nuova, rinvigorente.
CREARE UN GIOCO BASANDOSI SOLO SULLA NOSTALGIA È PURA AUTOCOMMISERAZIONE, UN VICOLO CIECO
Spesso però basta avere il giusto talento e le idee chiare per inserirsi nel solco del “genere”, rivitalizzandolo di anno in anno, come una rievocazione storica che tiene attaccata la spina della tradizione, la ricetta della nonna riproposta in chiave fusion, i tortelli piacentini ma alla piastra, stile Jiaozi. E così Axiom Verge diventa il Super Metroid della Generazione Z, all’inizio suonando sopra la registrazione dell’opera di Sakamoto, a memoria, finché lo stereo comincia a glitchare, emettere suoni alieni, distorti, stridenti, mentre il gameplay viene geneticamente modificato fin nel suo codice, corrotto come la fede di chi abita la Spagna horror-fantasy di Blasphemous, dove l’immaginario cristiano viene ribaltato come una croce durante una messa nera per raccontarne il lato più folle, malato, decomposto.
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