CUPHEAD VA A RIPRENDERE QUELLI CHE SONO GLI ALBORI DELL’ANIMAZIONE, QUELLO STEAMBOAT WILLIE CHE STA ALLE ORIGINI DEL SUCCESSO DI DISNEY
Non è un caso poi che anche un’altra ex punta di diamante della scuderia Xbox, Ori and the Blind Forest e seguito, riportino alla mente certi fondali di Biancaneve (con una scena particolare di Will of the Wisps che è un vero e proprio tributo al funerale della principessa) e Bambi; quella foresta impregnata di magia, come fosse rugiada dopo un acquazzone, la storia raccontata in modo delicatissimo, fiabesco, etereo. E se questo speciale fosse una competizione, le opere Moon Studios sarebbero quotate molto basse per alzare il trofeo di “miglior 2D degli ultimi 10 anni”, e con un pizzico di provocazione direi anche “di sempre”, ma si andrebbe troppo sul personale. Vibrazioni, suggestioni che riguardano anche quell’oscuro A Bug’s Life sottosopra che è Hollow Knight, capolavoro di level design e world building che è ad oggi uno degli indie più riconoscibili e amati, con quei contorni gonfi, neri come la pece, a dare corpo a un mondo sotterraneo assolutamente indimenticabile, misterioso e occulto.
Ognuno di questi giochi meriterebbe un approfondimento a sé e vanno citate opere bellissime come Forgotton Anne, che sembra l’adattamento in stile avventura dinamica di una pellicola Ghibli, steampunk come lo Steamworld dei titoli Image & Form, balzando agilmente tra metroidvania, strategici e card game, Wandersong e il suo adorabile mood naive, con quell’estetica da compito di arte da scuole elementari, e come dimenticarsi di Amanita Design, da Machinarium a Creaks passando per Botanicula, col team ceco capace di esternare una personalità unica, con alcuni tra i giochi più riconoscibili nella skyline dell’industria videoludica.
Dalle major degli anni 80-90 ai dopo-lavoristi col talento di uno studio intero, il 2D è rinato dal basso, dalle fondamenta di uno sviluppo finalmente più democratico