Control 2 action rpg

Control

PC PS4 Xbox One

Control: tra la materia e il Labirinto del Posacenere – Speciale

Nel conturbante mondo creato da Sam Lake, si è compreso che il Luogo Buio non è un oceano, bensì una spirale, e che chiunque si ritrovi al suo interno, sospeso tra un’oscurità costante e cosa vi è attorno, è consumato completamente. Tenta di uscire, ma non ci riesce, perché il Luogo Buio inghiotte, fa perdere coscienza di sé, distrugge persino quel poco di bello che c’è in qualcuno, annientandolo. Così annienta persino la speranza di vedere la luce in fondo a quell’oscurità che s’insinua, diventa parte di sé, e che distrugge quel poco di buono che c’è in una persona. Ciò avviene a causa delle esperienze passate, oppure per colpa di chi, intenzionato a rovinare l’esistenza di qualcuno con metodi abbietti di qualsiasi genere, vuole vedere quest’ultimo contorcersi nell’oscurità.

Nello speciale di qualche mese fa, ho parlato ampiamente del significato filosofico, psicologico e simbolico del Luogo Buio. Nell’universo creato da Sam Lake, oltre a essere l’ambientazione definitiva, essa si nutre dei pensieri negativi, della depressione, dell’ansia e sì, anche delle paranoie di una persona. È il videogioco più criptico e complesso da comprendere del panorama videoludico. Lo stesso vale anche per Control.

Una spirale, un oceano, un mare, un grosso boh

Pubblicato nel 2019, il videogioco di Remedy Entertainment pronta a contendere la ragione e la verità contro l’Hiss, un’entità misteriosa che ha l’obiettivo di insinuarsi nel mondo e frastagliare la realtà. Di fenomeni paranormali, misteri affini e molto altro, quindi, si finisce sempre nel posto in cui nessuno capisce alcunché. In questo caso non è Bright Falls, non è New York (pressoché fittizia, nell’ultimo capolavoro targato Remedy) e non è neppure qualunque altra ambientazione proposta da Sam Lake, ma è la sede principale del Federal Bureau of Control. È la stessa organizzazione, per chi non ha mai giocato Control, che si ritrova nei vari capitoli del nuovo continuum narrativo del Remedyverse.

remedy entertainment

Una spirale…

Tuttavia, Jesse Faden, la protagonista dell’esperienza, conosce bene cosa significhi entrare in contatto con una forza paranormale: da bambina, lo ha provato sulla sua pelle, quando Polaris, assimilando la voce di suo fratello, l’ha accompagnata per tutto quel tempo. Pensando fosse una maledizione più che un dono, ha sempre tentato di capirne le origini, consumando le sue energie per arrivare a comprenderlo sul serio. I suoi tentativi l’hanno condotta fino alle porte della struttura. In un preludio narrativo à la Twin Peaks, opera che Sam Lake ha sempre portato in alto sin dai tempi di Max Payne e di altrettante sue pubblicazioni, incluso il mai lodato Quantum Break, la ragazza si ritrova a dover affrontare quei demoni che sono agli antipodi da quelli di Alan Wake. Lo scrittore sa bene cosa sta affrontando, mentre l’agenzia e in generale la stessa novella direttrice, invece, sanno che il male insito nel mondo giunge dalle modifiche fisiche, di stati solidi e liquidi, da cui l’Hiss si consuma con l’obiettivo di anestetizzare il mondo.

TAKE CONTROL

Così parte l’avventura di Jesse Faden, non un’eroina qualunque, non di certo tale, bensì una sorella alla ricerca del fratello, costretta a capire più da sé accendendo una luce, rispondendo a un telefono rosso e spararsi sulla tempia, per alimentare quel sogno rimasto da troppo tempo sul groppone. Quel gesto vede Courtney Hope, l’attrice di Jesse, guardare fissa nella telecamera. Attraverso i suoi occhi, concentrati su un punto che non conosce neppure lei, rivede il trauma vissuto con il fratello. Sia lui che lei, in passato, erano i primi candidati per elevarsi al ruolo di Direttore o Direttrice del Federal Bureau of Control. L’Hiss ha un ruolo molto simile all’impatto del Luogo Buio: contorce la realtà e crea delle fessure temporali per confondere i pensieri in modo tale da non far comprendere più cosa sia reale e cosa sta avvenendo.

control ultimate edition recensione

Cinque anni fa, ricevevamo un benvenuto con i fiocchi.

Una premessa, dunque: se da una parte il Luogo Buio annienta l’esistenza a tal punto da non permettere di non vedere la luce, l’Hiss è ancora più crudele. Cambia direttamente gli orrori che si vivono in immagini più grandi, in materia fisica e solida che cambia e distrugge la realtà per come si conosce. Le fessure temporali, dunque, sono esse stesse le spirali di cui si parla molto in Alan Wake: la differenza è che il Luogo Buio si nutre dell’anima delle persone, mentre l’Hiss, un’entità più brutale, preferisce consumare cosa resta del mondo. Le follie che Jesse Faden si ritrova a vivere nel corso della sua avventura, che di avventuroso e speciale ha ben poco, è ricomporre il puzzle creato dall’Hiss stessa.

Polaris, in tal senso, è una luce nell’oscurità, la stessa che potrebbe, chissà, essere protagonista in futuro del nuovo capitolo di Alan Wake. È probabilmente la forza più potente all’interno del titolo. Jesse come comprende del Luogo Buio, pur non essendoci mai stata prima? Attraverso un ricordo, quello della Oldest House, e dello scompartimento dedicato al caso Wake. Quando Alan entra nel Luogo Buio, è convinto di esserci all’interno da relativamente qualche minuto. Nella realtà, come ben sappiamo, sono passati dieci anni. Mi sorprenderebbe molto se l’Hiss e il Luogo Buio fossero coinvolte nello stesso tentativo di conquista della realtà.

SU PC è sempre splendido.

È di questo che si sta parlando: non di viaggi del tempo, non della conquista del mondo, ma di manomettere la realtà. La realtà ha valori diversi nella nostra quotidianità: la narrazione di Alan Wake intercede sulla rottura della pace di un uomo che non trova più bellezza nelle pagine che crea, mentre Jesse Faden deve affrontare la sua stessa storia, nonché il suo vissuto. Quando Jesse conosce il Luogo Buio, apprendendo che in realtà Alan Wake è vivo e vegeto, capisce sin da subito che la spirale in cui si trova lo scrittore è come una scala in costante mutamento. La reale prova, anche ben proposta in Control, è l’esistenza del Labirinto del Posacenere.

DENTRO IL LABIRINTO DEL POSACENERE

La musica gioca un ruolo fondamentale in Control, esattamente come in entrambi i videogiochi di Alan Wake. Gli Old Gods of Asgard è un gruppo heavy metal che si conosce meglio nel secondo capitolo del gioco. Eppure, sono onnipresenti sin dagli albori del videogioco del Remedyverse. Lo sono stati anche quando Jesse Faden, entrando nel Labirinto del Posacenere, ha riconosciuto come l’Hiss modifichi la realtà stessa per il suo tornaconto. Costretta ad affrontare quella paura, entrando in contatto con la vera natura che compone l’immaginazione dietro essa, la ragazza ha la prova concreta di cosa significhi una frattura spazio-temporale che cambia la realtà per confondere il suo percorso.

control ps5

Fisica, materia, lo spazio-tempo che si frastaglia…

Il punto è che lo vive sulla sua pelle, con la forza paranormale che sta cercando di impedirle di raggiungere il suo obiettivo. Se non altro, ecco la rivelazione più inquietante: è lo stesso modus operandi del Luogo Buio, con la differenza che quest’ultimo inganna e spaventa. L’Hiss crea immagini illusorie possibili e modifiche il castello di carte anche quando non ha due di picche nella manica: in parole povere, cerca di nascondere la verità, perché da essa qualcuno potrebbe uscire… o non farlo proprio. La differenza tra entrambe le forze qua è diversa: mentre l’esistenza e la bellezza vengono consumate dal Luogo Buio, l’Hiss si rafforza attraverso esse. E intanto le immagini che crea puntano a tendere il filo a tal punto da non strapparlo più, da lasciarlo intatto. Se si strappasse quel filamento, esattamente cosa accadrebbe? È lo stesso che sorregge il Labirinto del Posacenere, poiché è un luogo nello spazio-tempo che s’infila talmente tanto in profondità da creare cornici divergenti. Le pareti mutano al passaggio della giovane. Accade per paura, ovvero come una manovra difensiva, o per qualche altro motivo? Sappiamo, e qua metto in mezzo pure voi, che in quel momento del gioco Jesse Faden si stava avvicinando al suo obiettivo.

Se si strappasse quel filamento, esattamente cosa accadrebbe? È lo stesso che sorregge il Labirinto del Posacenere

Sono stato abituato, sin da bambino, a capire cosa avessi davanti in base al comportamento di qualcuno. Come entità paranormale, l’Hiss agisce diversamente dal Luogo Buio: resta una spirale che modifica i filamenti stessi dalla realtà immaginifica che crea. In matematica, esistono varie tipologie di spirali. Quante ce ne sono nel Labirinto del Posacenere, mentre Jesse Faden lo percorre? Che indizi sta lasciando Sam Lake per capire al meglio cosa sta DAVVERO accadendo? In Alan Wake 2 la domanda frequente è dove ci troviamo e cosa sia davvero reale. In Control, invece, la realtà è completamente dominata dall’Hiss, che in vede in Polaris la sua nemesi.

L’Hiss è rosso. Rosso sangue.

Per rispondere a entrambe le domande, in effetti, sarebbe da tirare fuori dal cilindro Quantum Break. Il tempo viene gestito in modo diverso, con lo stesso che intercede e muta, e che consente di tornare indietro a seconda delle situazioni. Il Labirinto del Posacenere, mentre cambiava, invece lo ha fermato, con l’Hiss costretto a dover prendere una decisione. O meglio, un rischio totale. Quando si raggiunge la conclusione di Control, si ha la certezza che l’Hiss sia sconfitto definitivamente. Così non è affatto, come dimostrano gli agenti del Federal Bureau of Control alla ricerca di tracce dello stesso in giro per il mondo. I documenti, da leggere tutti per capire al meglio di che si parla, lasciano preziosi indizi sul mondo creato da Sam Lake.

 

Non è semplice comprenderlo, non è facile intuirlo, e non è certamente alla portata di tutti contemplarlo. Esistono due forze che stanno cercando di mutare la realtà e consumare le esistenze altrui, quindi. Le motivazioni sono diverse. Jesse Faden è la speranza reale perché quanto sta avvenendo si fermi, mentre Alan Wake è colui che può modificare il corso degli eventi dopo aver compreso che l’unico modo per creare una storia è girarci attorno, come una spirale.

LA FINE ESISTE?

Barcamenarsi in due storie così complesse da scrivere e dettagliare rende un autore Sam Lake nella situazione di dover trovare delle risposte reali. In un certo modo fa riflettere quanto entrambe le forza si somiglino, pur mostrandosi in maniere diversi, con obiettivi comunque analoghi. Nei videogiochi, come nei film e nei libri, si è abituati sempre a salvare il mondo. Se non è la cometa di Don’t Look Up, è magari Sephiroth in preda alla mascolinità e al suo sogno di dominanza del mondo in tutto e per tutto.

L’attesa di Control 2, dopo la presenza di Jesse Faden in Night Springs, sarà totale

Con Alan Wake e Control, insomma, siamo alla prova del nove. Ora sì che c’è tutta l’intenzione da parte di Sam Lake di unire entrambe le realtà, con l’obiettivo di farle confluire a tal punto da renderle una cosa sola. O almeno, è questa la mia visione delle cose, per quanto arzigogolata. Ho mal di testa. Checché se ne dica, Control rimane un grandissimo videogioco, il più brillante e fresco della libreria ludica proposta da Sam Lake. Quel labirinto, le millemila spirali e molto altro meritano di essere visitate.

Articolo precedente

Koira – Anteprima Hands-On

Articolo successivo
Musou editoriale

Ho bisogno di più musou

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata