Star Wars: Dark Forces Remaster – Recensione

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Quasi trent’anni dopo la prima volta, Star Wars: Dark Forces ritorna in una veste rinnovata grazie alla sapiente opera di restauro di Nightdive Studios.

Sviluppatore / Publisher: Nightdive Studios, LucasArts / Nightdive Studios Prezzo: € 28,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 12+ Disponibile Su: PC (Steam, GOG), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch Data di Lancio: 28 febbraio 2024

Al di là di qualche sparuta macchia, come il clamoroso scivolone di Blade Runner, quello di Nightdive Studios è un curriculum di tutto rispetto. Lo studio si è ormai specializzato in restauri di vecchie glorie del passato, grazie soprattutto al suo KEX Engine: un motore estremamente versatile con cui è possibile tirare a lucido i titoli più disparati, spesso sparatutto in soggettiva della seconda metà degli anni Novanta.

Tra questi, l’ultima impresa – per così dire – riguarda Dark Forces, lo shooter targato LucasArts ambientato nell’universo di Star Wars che narra le vicende di Kyle Katarn, un mercenario inizialmente assoldato per rubare i piani della Morte Nera. Un’impresa successivamente cancellata con un colpo di spugna dal nuovo corso cinematografico della saga, che con Rogue One ha rimosso dal canone ufficiale Kyle Katarn al fine di raccontare una storia diversa.

TRENT’ANNI E NON SENTIRLI

Poco male, comunque, giacché il furto dei progetti dell’arma micidiale di Darth Vader rappresenta solo il primo dei quattordici livelli del gioco. Il resto della campagna vede Kyle Katarn e l’inseparabile Jan Ors viaggiare in lungo e in largo nella galassia a bordo dell’iconica Moldy Crow per raccogliere informazioni sui Dark Trooper, creature cibernetiche ideate dal generale Rom Mohc per eliminare definitivamente i ribelli e pacificare la galassia una volta per tutte.

Dark Forces inserì nel mix una trama lineare ma ben raccontata

All’epoca della pubblicazione, Dark Forces non fu semplicemente l’ennesimo tra i cloni di Wolfenstein 3D e DooM, che a quei tempi spopolavano, poiché inserì nel mix una trama sì lineare, ma comunque ben raccontata, anche grazie alla presenza di intermezzi narrativi tra un livello e l’altro, in alcuni casi animati con la tecnica del rotoscopio. Ne risultò un FPS piuttosto classico per gli standard dell’epoca, con livelli labirintici che per essere portati a termine richiedono spesso al giocatore di andare alla ricerca delle chiavi d’accesso nelle mani degli ufficiali imperiali, oppure la risoluzione di semplici enigmi ambientali. Il posizionamento dei nemici faceva il resto, tra Storm Trooper spesso piazzati su piattaforme sopraelevate per sorprendere il giocatore, Gamorreani armati di ascia che inseguono il protagonista nei corridoi stretti di alcuni livelli, ma anche granatieri Gran pronti a lanciare cariche esplosive dalla distanza.

Star Wars Dark Forces Remastered Recensione 01

I veri Storm Trooper si vedono nel momento del bisogno.

Ciò che rende Dark Forces speciale ancora oggi, però, è quel profumo di freschezza che si respira in ogni livello. Ognuno di essi è caratterizzato da un tema portante, vari obiettivi che richiedono sì di andare da un punto A a un punto B, ma la struttura dei livelli, la direzione artistica, e la presentazione nel suo complesso, rendono lo sparatutto targato LucasArts un’opera perfettamente godibile anche a tre decadi di distanza dalla sua prima pubblicazione. Le luride fogne di Anoat restituiscono un feeling completamente diverso dall’asettica prigione imperiale di Orinackra, che a sua volta si differenzia notevolmente dall’esotica nave di Jabba the Hutt.

STAR WARS: DARK FORCES COME NON L’AVETE MAI VISTO

Queste sensazioni vengono poi accresciute dall’opera di restauro portata avanti da Nightdive Studios, che ha ricostruito il gioco da zero sfruttando l’ormai celebre KEX Engine. Tra le caratteristiche principali spicca la presenza di un comando che permette di passare al volo dalla grafica moderna con accelerazione hardware a quella originale basata sul rendering software, il supporto alle risoluzioni moderne (fino a 4K), ma anche diverse graditissime opzioni di accessibilità: una su tutte la possibilità di disattivare il movimento ondeggiante dell’arma di Kyle, ottimo per chi come il sottoscritto soffre di chinetosi.

Nightdive Studios ha ricostruito il gioco da zero

Non manca nemmeno una sezione che racchiude vari extra, come il making of di alcuni filmati di intermezzo, vari bozzetti raffiguranti concept art di protagonisti e nemici, documenti di sviluppo, e dettagli interessanti sugli strumenti utilizzati dagli sviluppatori originali. Per esempio, sapevate che i livelli sono stati progettati impiegando una delle prime versioni di AutoCAD?

Star Wars Dark Forces Remastered Recensione 02

A un certo punto Kyle avrà a che fare anche con Jabba.

Ma la novità più importante, al di là dell’ottimo rifacimento grafico e dei vari extra, riguarda il gameplay vero e proprio ed è costituita dalla possibilità di alzare e abbassare lo sguardo. Sì perché nell’originale, come accadeva in tutti i primi sparatutto, potevamo spostare la telecamera solamente a destra e a sinistra, mentre ora Kyle può muovere la testa sia sull’asse delle ascisse che su quella delle ordinate. L’ovvia conseguenza è che possiamo mirare liberamente, anche ai bersagli in alto e in basso rispetto alla posizione del protagonista. Dark Forces Remaster risulta così un titolo marginalmente diverso dall’originale in quanto a feeling del gameplay, pur mantenendone intatte l’anima e l’atmosfera generale. Il risultato è uno sparatutto che, se fosse uscito oggi per la prima volta, potrebbe tranquillamente essere considerato un ottimo boomer shooter moderno.

Star Wars Dark Forces Remastered Recensione 05

“Non siete autorizzati a rimanere in questa zona!” Sì certo, ora assaggia il mio blaster!

La remaster di Nightdive Studios è dunque un’operazione di restauro realizzata con criterio e senza particolari sbavature, che rende onore al videogioco originale applicando modifiche migliorative con precisione chirurgica. Ecco, se proprio dovessi andare alla ricerca del pelo nell’uovo, segnalerei un prezzo di vendita a mio avviso leggermente superiore alle aspettative, ma qui si entra nel campo di valutazioni economiche che non vanno a inficiare il giudizio su una remaster di alto livello.

In Breve: Quella di Nightdive Studios è un’operazione di restauro perfettamente riuscita. Star Wars: Dark Forces Remaster è un’ottimo FPS ancora oggi, a quasi trent’anni di distanza dalla sua prima pubblicazione. Le migliorie introdotte dagli sviluppatori, sia sul versante grafico che su quello del gameplay, riescono a svecchiare l’opera originale per renderla nuovamente godibile sia dai più vegliardi che da chi non ha mai avuto modo di vivere in prima persona le avventure di Kyle Katarn. La speranza è che la collaborazione tra Nightdive e Disney non si interrompa qui, così che dopo il primo Dark Forces vengano restaurati anche i capitoli successivi.

Piattaforma di Prova: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, RTX 4060Ti, SSD Nvme / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. Star Wars: Dark Forces Remaster non impensierisce l’hardware utilizzato per la recensione, ed è anche ovvio che sia così. Non si registrano problemi nemmeno su Steam Deck, tant’è che l’opera può fregiarsi del bollino verde di gioco verificato.

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Pro

  • Un’ottima operazione di restauro. / Mantiene intatto lo spirito dell’opera originale. / Un FPS perfettamente godibile ancora oggi.

Contro

  • Quasi trenta euro potrebbero sembrare tanti.
8.5

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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