SUPERHOT : MIND CONTROL DELETE – Recensione

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MIND CONTROL DELETE PROPONE SEQUENZE DI LIVELLI IN CUI L’EQUAZIONE COMPOSTA DALL’INTERAZIONE TRA LO SCENARIO E LA POSIZIONE DI INGRESSO DEI NEMICI VARIA AD OGNI TENTATIVO

Arrivando al nocciolo della questione, ciò che gasava (sono vecchio, l’ho ammesso) di SUPERHOT era l’impressione di essere catapultati al centro di una scena di un film d’azione, dove viene naturale scegliere la soluzione più spettacolare per eliminare tutti i red guy all’orizzonte, non perché sia il gioco a deciderlo, ma perché quella è la gratificazione che naturalmente viene da ricercare da una simile esperienza.

L’esplosione degli aculei dei nuovi nemici è un elemento da tenere in considerazione.

C’è una differenza però tra un action diretto da John Woo e la serie tv su Jack Ryan, e senza sminuire quest’ultima le due interpretazioni soddisfano quanto meno bisogni differenti. Se SUPERHOT durava come un lungometraggio e andava assaporato ogni singolo istante, MIND CONTROL DELETE è la versione binge gaming dello stesso concetto.

I PUNTI DI FORZA DI SUPERHOT CI SONO TUTTI ANCHE IN MIND CONTROL DELETE, SOLO RAREFATTI DA UN’ESPERIENZA PIÙ DILUITA.

Credo sia evidente, almeno da quanto scritto finora, che la mia preferenza ricada sulla formula originale, ma i punti di forza di SUPERHOT ci sono tutti anche in MIND CONTROL DELETE, solo rarefatti da un’esperienza più diluita. Forse tutto ciò è anche una conseguenza della sua natura ibrida, add-on gratuito per chiunque abbia acquistato SUPERHOT in passato, ma anche gioco stand alone acquistabile separatamente. Ma per chi viene da SUPERHOT l’impatto iniziale sa fortemente di già visto e troppo facile.

superhot mind control delete recensione

MIND CONTROL DELETE è gratis per chi ha acquistato SUPERHOT, ma non per chi l’ha riscattato gratis su Game Pass, Epic, eccetera.

Senza una mente registica alle spalle, la comparsa casuale dei nemici preoccupa solo se lo spawn iniziale ne genera troppi a distanza ravvicinata, ma poi l’abbondanza di oggetti a tiro (arredi, ma anche pesci o scarpe, giuro) consente di superare indenne quasi ogni gruppo di livelli iniziale.

l’abbondanza di oggetti a tiro consente di superare indenne quasi ogni gruppo di livelli inziale

Le cose però si fanno parecchio più toste quando iniziano a comparire le nuove tipologie di nemici, prima quelli coperti da spuntoni che schizzano via come proiettili al momento della morte, poi quelli immortali. È a quel punto che MIND CONTROL DELETE recupera almeno parzialmente la sua identità, forse però un po’ troppo tardi per tenere agganciato sia il nuovo arrivato sia chi già venera SUPERHOT.

UN GLITCH DI REALTÀ

Dove MIND CONTROL DELETE non ha perso un grammo dello smalto di SUPERHOT è invece nello stile grafico, sempre caratterizzato da un low poly asettico, in cui lo scenario è totalmente virato sul bianco fatta eccezione per il rosso dei nemici e il nero degli elementi interagibili.

L’introduzione dei nemici bianchi, immortali, è un po’ tardiva ma rappresenta anche il momento della svolta.

Un approccio minimalista che ha mantenuto tutto il suo fascino e la sua potenza comunicativa, a differenza del comparto narrativo che gioca ancora con la percezione del giocatore, spingendolo a riflettere sulla libertà e il controllo, ma con una modalità meno efficace che in passato, basata su glitch grafici che alla lunga appaiono più un vezzo che un reale strumento comunicativo.

In Breve: La sola cosa più difficile di fare una rivoluzione è ri-fare una rivoluzione. SUPERHOT: MIND CONTROL DELETE è ancora uno shooter divertente, basato su idee innovative e intriganti, ma non più d’effetto come lo erano state nel 2016. L’approccio roguelite di sicuro concede al gioco una durata più cospicua, di contro finisce per annacquarne almeno in parte le meccaniche, rendendo l’esperienza globale meno incisiva rispetto al capitolo originale. In fondo, come SUPERHOT insegna da sempre, la realtà è tutta una questione di percezione.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 3600, 16 GB RAM, GeForce GTX 1080 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: La prova è stata effettuata su un PC dalla potenza decisamente superiore ai requisiti, ma anche su un portatile ben meno potente (con una vecchia GTX 780M sotto il cofano) non abbiamo notato il benché minimo rallentamento. SUPER HOT ha stile da vendere, ma poca potenza hardware da chiedere.

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Pro

  • Stile minimalista ancora efficace.
  • Nuovi nemici, nuovi oggetti.
  • È ancora uno shooter innovativo…

Contro

  • …ma molto meno rispetto al 2016.
  • Anche la narrazione è meno incisiva.
8

Più che buono

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