Through The Darkest Of Times – Recensione

PC

Ogni eroe ha caratteristiche che risultano perfette in certe situazioni e addirittura dannose in altre

Bisogna inoltre tenere alto il morale del gruppo organizzando eventi, far andare tutti d’accordo nonostante idee politiche diverse, gestire situazioni impreviste – la scoperta che un membro del gruppo ha un fratello nelle SS, ad esempio – e farsi amici dei personaggi chiave di Berlino che ci aiuteranno nelle situazioni critiche.

TI RACCONTO UNA STORIA, DO YOU SPEAK ENGLISH?

Alla fase strategica si alternano sezioni narrative che ripercorrono eventi storici come l’incendio del Reichstag, l’organizzazione delle Olimpiadi e alcune storie parallele.

Through the Darkest of Times Recensione

La sezione narrativa prevede molto testo non localizzato.

Questa è la parte più interessante di Through the Darkest of Times, dove gli orrori di quel periodo sono descritti con il solo utilizzo di testi e immagini dallo stile molto particolare, mai esplicito ma estremamente efficace. Sicuramente d’atmosfera, a patto di conoscere l’inglese. C’è infatti molto da leggere, e non è prevista la localizzazione. Dimenticate quest del tipo “uccidi tre ragni in cantina”: qui siamo prossimi a un racconto interattivo, con azioni e risposte multiple, e mi sono pure dovuto munire di Wikipedia per capire chi fosse uno dei personaggi, una volta intuito che non si trattava di un NPC dal nome casuale. No, non ho cercato “Hitler”.

SONO IL LEADER DELLA RESISTENZA: FACCIO COSE, VEDO GENTE

La struttura di Through the Darkest of Times e l’assenza di colpi di scena rendono l’azione ripetitiva già dopo un paio d’ore. Le missioni sono sempre le stesse: trovare persone che ci supportano, raccogliere soldi, comprare o rubare vari oggetti che serviranno a portare a termine compiti che ci permetteranno di trovare più persone che ci supportano, raccogliere più soldi e così via. Ad un certo punto mi è venuto in mente che avrei potuto uccidere i Nazisti annoiandoli a morte.

Ho dovuto ricorrere a Wikipedia per scoprire l’identità di alcuni personaggi. No, non ho cercato “Hitler”

Ho terminato l’ultimo capitolo prestando più attenzione alle sezioni narrative che alle missioni vere e proprie, ma alla fine mi sono divertito, a tratti emozionato, tanto da completare i quattro i capitoli per due volte. Considerato che ogni capitolo richiede circa un’ora e mezza, il gioco per le prime dieci ore funziona, poi la curva di interesse scende in picchiata come i Kamikaze giapponesi. Non viene assegnato un punteggio finale, perché nello spirito del gioco non si vince, semplicemente si cerca di sopravvivere. Questa, tuttavia, è stata la mazzata finale sulla rigiocabilità.

CHE NARRAZIONE E CHE FOTOGRAFIA!

L’atmosfera è cupa, merito del particolare stile con il quale sono disegnati sia i personaggi che le schermate di narrazione, interamente in tonalità seppia con l’eccezione del rosso accesso delle bandiere naziste. Una specie di Sin City al dagherrotipo. Accompagnano delle musiche strumentali tipiche dell’epoca, che sembrano uscire da un vecchio grammofono, ma dopo un po’ apriremo Spotify… L’interfaccia grafica è essenziale al punto che ricorda i giochi Flash di qualche anno fa, ma la parte del leone la fa la narrazione.

Through the Darkest of Times Recensione

Il nostro protagonista. Poteva andare peggio… o forse no.

Sotto questo punto di vista il gioco è un’emozionante e ricca lezione di storia, capace di farci immedesimare nei personaggi che incontriamo. Viene però premiato un atteggiamento un po’ troppo spavaldo: non sono sicuro che in piena ascesa del nazismo si potesse mandare impunemente a quel paese un drappello di guardie. Se vi piacciono i temi adulti, Through the Darkest of Times potrebbe trovare spazio accanto a This War of Mine e That Dragon, Cancer, a patto che sappiate giocare un po’ di ruolo, nel senso proprio dell’immedesimazione: se al posto di Resistenza e Nazisti ci fossero stati umani e orchi, sarebbe stato un instant uninstall. Ma è proprio questo il merito di Paintbucket, l’aver cucito una forte storia attorno a un semplice gameplay.

In breve: Through the Darkest of Times è un gioco che vale la pena provare se siete disposti a perdonare un gameplay un po’ lento e ripetitivo in favore di una lezione di storia emozionante e dettagliatissima. Chi preferisce sbarazzarsi dei Nazisti con la BFG 9000 farebbe bene a guardare altrove.

Configurazione di prova:  i7@2.7 Ghz, RAM 8 GB, GeForce GTX 1050
Com’è, come gira: con l’hardware del notebook Asus Vivobook Pro 17 funziona senza problemi ovunque, con solo qualche rallentamento nei sistemi entry level se giocato in finestra.

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Pro

  • Facile e immediato.
  • Narrazione eccellente.
  • Una lezione di storia, giocando.

Contro

  • Ripetitività delle azioni.
  • Scarsa rigiocabilità.
7.5

Buono

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