Wolfenstein: Cyberpilot - Recensione

PC PS4

Avrei voluto essere più felice dopo aver completato Wolfenstein: Cyberpilot. Perché l’idea è eseguita in maniera eccellente, e per tutta la durata dell’avventura sono rimasto convintissimo che questo sarebbe il sentiero da seguire per un improbabile nuovo episodio di Tekki / Steel Battalion. Poi però arrivano i titoli di coda, e ti rendi conto che sono passate meno di due ore; in quel momento realizzi la cruda realtà, e capisci che, contenutisticamente parlando, Wolfenstein: Cyberpilot non va molto oltre lo stato di tech-demo glorificata. Avrei voluto decine di missioni, un equipaggiamento modificabile e magari un senso di progressione in stile RPG, ma al momento posso solo sperare che i miei desideri possano concretizzarsi in un seguito degno di questo nome.

METAL MILITIA

È davvero una guerra lampo, quella vissuta dall’ignaro protagonista del gioco, misteriosamente costretto su una sedia con cui muoversi comunque in liberà attraverso i quattro piani di una base operativa appartenente alla resistenza francese, durante la carismatica ucronia in cui la serie è piombata nei recenti capitoli sviluppati da MachineGames. Messe da parte le chiacchiere con una coppia di invisibili alleate, il succo del gioco ci vedrà prendere posto in una cabina di comando virtuale con cui muovere sul campo tre diverse macchine requisite alle forze dell’Asse e riprogrammate per seguire i nostri ordini. Sebbene il gioco preveda un sistema di controllo tramite Dualshock, tale periferica dovrà essere immediatamente scartata in favore di due Playstation Move che vi permetteranno di muovere indipendentemente le mani, mirando con precisione e raggiungendo agilmente tutta una serie di comandi che gravitano attorno alla nostra postazione durante il corso dell’avventura.

il succo del gioco ci vedrà prendere posto in una cabina di comando virtuale con cui muovere sul campo tre diverse macchine requisite alle forze dell’Asse

Wolfenstein: Cyberpilot è un gioco programmato veramente bene, proponendo un’estetica tra le più riuscite tra quelle viste indossando il visore di SONY, sia per ricchezza di particolari che per direzione artistica: con una telecamera posta in alto rispetto ai nemici, la sensazione di pilotare un minaccioso gigante d’acciaio viene resa splendidamente. Questi vengono offerti in tre differenti misure, protagonisti di altrettanti missioni: il Panzerhund è un cagnaccio infernale dall’alito al napalm e la propensione a caricare a testa bassa gruppi di nemici, il drone va giù con un colpo e predilige un approccio furtivo, mentre lo Zitadelle rappresenta il meglio del meglio quando si tratta di far male su larga scala, armato com’è di mitragliatrice pesante e lanciarazzi. Pilotarli è un piacere “autentico” che non si limita al semplice atto di prendere la mira e fare fuoco, ma prevede anche l’uso di abilità speciali attivabili dopo un certo cooldown e il dispiegamento di droni riparatori, interagendo in modo assolutamente naturale con i comandi che popolano l’abitacolo. Al contempo, l’esperienza provata indossando il visore può essere facilmente configurata su misura per il vostro stomaco, con la classica scelta tra la rotazione libera o a scatti e un avanzamento fluido che non mi ha mai creato problemi di sorta nonostante la mia predisposizione a frequenti attacchi di nausea. Il propedeutico atto di arrostire nazisti pilotando un bestione in titanio deve aver corroborato i miei sensi, pare.

BLITZKRIEG

Poi però ci si sveglia, e il sogno finisce: Parigi è composta da semplici corridoi, non esistono collezionabili di sorta e le missioni sono solo quattro: al livello di difficoltà normale ho terminato il gioco in meno di due ore, rimanendo basito davanti ai prematuri titoli di coda. Resta la sfida proposta da un paio di livelli extra e un pugno di obiettivi tutt’altro che impossibili, volendo portare a casa il trofeo di platino, ma la verità è che Wolfenstein: Cyberpilot non riuscirà ad impegnarvi per più di un paio di giorni.
Wolfenstein Cyberpilot Recensione PS4

al livello di difficoltà normale ho terminato il gioco in meno di due ore

È un vero peccato perché ci sono in ballo capacità assai promettenti, che potrebbero sbocciare in un’esperienza eccezionale qualora Bethesda decidesse di portare avanti l’idea: il drone, ad esempio, offre un approccio diverso rispetto agli altri mostri metallici fra terminali da violare e il volo libero con cui sfuggire al contatto visivo col nemico, ma il tutto finisce davvero in un lampo, lasciando in bocca l’amaro gusto del potenziale inespresso.

Promettente, ma breve come un battito di ciglia: questo è purtroppo il giudizio su Wolfenstein: Cyberpilot, un gioco che mostra un potenziale pazzesco che sarebbe davvero da folli non provare a sviluppare, sia per il divertimento offerto che per le possibilità che un marchio come Wolfenstein potrebbe offrire. Speriamo che Bethesda capisca il valore di quello che ha tra le mani.

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Pro

  • Coinvolgente esperienza in realtà virtuale.
  • La sensazione di essere al comando di un guerriero d'acciaio è resa splendidamente.

Contro

  • Dura meno di due ore.
  • Livelli corridoio.
  • Rigiocabilità quasi nulla.
7.2

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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