Avrei voluto essere più felice dopo aver completato Wolfenstein: Cyberpilot. Perché l’idea è eseguita in maniera eccellente, e per tutta la durata dell’avventura sono rimasto convintissimo che questo sarebbe il sentiero da seguire per un improbabile nuovo episodio di Tekki / Steel Battalion. Poi però arrivano i titoli di coda, e ti rendi conto che sono passate meno di due ore; in quel momento realizzi la cruda realtà, e capisci che, contenutisticamente parlando, Wolfenstein: Cyberpilot non va molto oltre lo stato di tech-demo glorificata. Avrei voluto decine di missioni, un equipaggiamento modificabile e magari un senso di progressione in stile RPG, ma al momento posso solo sperare che i miei desideri possano concretizzarsi in un seguito degno di questo nome.
METAL MILITIA
È davvero una guerra lampo, quella vissuta dall’ignaro protagonista del gioco, misteriosamente costretto su una sedia con cui muoversi comunque in liberà attraverso i quattro piani di una base operativa appartenente alla resistenza francese, durante la carismatica ucronia in cui la serie è piombata nei recenti capitoli sviluppati da MachineGames. Messe da parte le chiacchiere con una coppia di invisibili alleate, il succo del gioco ci vedrà prendere posto in una cabina di comando virtuale con cui muovere sul campo tre diverse macchine requisite alle forze dell’Asse e riprogrammate per seguire i nostri ordini. Sebbene il gioco preveda un sistema di controllo tramite Dualshock, tale periferica dovrà essere immediatamente scartata in favore di due Playstation Move che vi permetteranno di muovere indipendentemente le mani, mirando con precisione e raggiungendo agilmente tutta una serie di comandi che gravitano attorno alla nostra postazione durante il corso dell’avventura.
il succo del gioco ci vedrà prendere posto in una cabina di comando virtuale con cui muovere sul campo tre diverse macchine requisite alle forze dell’Asse
BLITZKRIEG
Poi però ci si sveglia, e il sogno finisce: Parigi è composta da semplici corridoi, non esistono collezionabili di sorta e le missioni sono solo quattro: al livello di difficoltà normale ho terminato il gioco in meno di due ore, rimanendo basito davanti ai prematuri titoli di coda. Resta la sfida proposta da un paio di livelli extra e un pugno di obiettivi tutt’altro che impossibili, volendo portare a casa il trofeo di platino, ma la verità è che Wolfenstein: Cyberpilot non riuscirà ad impegnarvi per più di un paio di giorni.
al livello di difficoltà normale ho terminato il gioco in meno di due ore
Promettente, ma breve come un battito di ciglia: questo è purtroppo il giudizio su Wolfenstein: Cyberpilot, un gioco che mostra un potenziale pazzesco che sarebbe davvero da folli non provare a sviluppare, sia per il divertimento offerto che per le possibilità che un marchio come Wolfenstein potrebbe offrire. Speriamo che Bethesda capisca il valore di quello che ha tra le mani.