Yakuza: Like a Dragon – Recensione

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Immancabili i classici arcade SEGA che aspettano di essere ingozzati con monetine da cento yen

Sono necessarie almeno quaranta ore per raggiungere i titoli di coda, ma si tratta di una stima che non tiene conto delle numerose attività secondarie che da sempre definiscono la serie e che non vorrete perdervi.

Non poteva mancare il karaoke, con canzoni dedicati ai singoli protagonisti.

Immancabili i classici arcade SEGA che aspettano di essere ingozzati con monetine da cento yen in ogni game center degno di questo nome, ma non vanno trascurate le numerose missioni secondarie, spesso folli come quella legata al soporifero cinema di cui ho parlato in sede di anteprima. Chi lo sa, potrebbe anche capitarvi di reclutare nuovi pestamici, ovvero l’equivalente delle evocazioni di Final Fantasy nel pazzo mondo di Yakuza: basta comporre l’apposito numero durante un combattimento e li vedrete intervenire nella pugna in cambio di vile denaro, pronti a ribaltare l’esito dello scontro attaccando o dispensando potenziamenti di vario tipo.

yakuza like a dragon recensione

I Pestamici sono sempre pronti a dare man forte, ovviamente in cambio di un modico gruzzolo.

Tecnicamente parlando il Dragon Engine tiene botta, apprezzabile principalmente nella resa dei visi e nel mantenere salda la fluidità a 30 fps su PlayStation 4 Pro. Con una risoluzione che raggiunge i 1080p sulla versione di punta dell’ormai passata generazione di macchine SONY, Yakuza: Like a Dragon non è certo il gioco da mostrare agli amici per stupirli, ma riesce comunque a restituire scorci affascinanti per chi porta il Giappone nel cuore specialmente durante le ore notturne, quando il sistema di illuminazione conferisce una buona dose di immersione e carisma supplementari a strade ed edifici.

In Breve: Dietro una facciata di combattimenti a turni, tiri di dado virtuali e permanenti fuori di testa, Yakuza: Like a Dragon vi farà trovare la stessa atmosfera dei più riusciti capitoli della saga, e questo è un elemento che non mi stancherò mai di rimarcare a vantaggio di tutti gli appassionati interdetti dal (almeno inizialmente) bizzarro cambio di rotta. Il nuovo sistema funziona nonostante qualche riserva, così come l’alchimia tra i membri del party; con un risultato superiore alla somma delle singole parti il nuovo Yakuza si qualifica come l’ennesimo centro, anche cambiando parzialmente pelle.

Piattaforma di Prova: PlayStation 4 Pro
Com’è, Come Gira: Il Dragon Engine è oramai in giro da un pezzo, e la PlayStation 4 Pro usata per la recensione non ha mostrato problemi nel mantenere costante la fluidità nelle oltre quarante ore investite per completare il gioco.

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Pro

  • Finalmente una boccata d'aria fresca in casa Yakuza / Narrazione e doppiaggio come sempre di alto livello / Interessante svolta nel sistema di combattimento...

Contro

  • … che però non convince del tutto / Difficoltà e ritmo non perfettamente levigati.
8.2

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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