Immancabili i classici arcade SEGA che aspettano di essere ingozzati con monetine da cento yen
Immancabili i classici arcade SEGA che aspettano di essere ingozzati con monetine da cento yen in ogni game center degno di questo nome, ma non vanno trascurate le numerose missioni secondarie, spesso folli come quella legata al soporifero cinema di cui ho parlato in sede di anteprima. Chi lo sa, potrebbe anche capitarvi di reclutare nuovi pestamici, ovvero l’equivalente delle evocazioni di Final Fantasy nel pazzo mondo di Yakuza: basta comporre l’apposito numero durante un combattimento e li vedrete intervenire nella pugna in cambio di vile denaro, pronti a ribaltare l’esito dello scontro attaccando o dispensando potenziamenti di vario tipo.
Tecnicamente parlando il Dragon Engine tiene botta, apprezzabile principalmente nella resa dei visi e nel mantenere salda la fluidità a 30 fps su PlayStation 4 Pro. Con una risoluzione che raggiunge i 1080p sulla versione di punta dell’ormai passata generazione di macchine SONY, Yakuza: Like a Dragon non è certo il gioco da mostrare agli amici per stupirli, ma riesce comunque a restituire scorci affascinanti per chi porta il Giappone nel cuore specialmente durante le ore notturne, quando il sistema di illuminazione conferisce una buona dose di immersione e carisma supplementari a strade ed edifici.
In Breve: Dietro una facciata di combattimenti a turni, tiri di dado virtuali e permanenti fuori di testa, Yakuza: Like a Dragon vi farà trovare la stessa atmosfera dei più riusciti capitoli della saga, e questo è un elemento che non mi stancherò mai di rimarcare a vantaggio di tutti gli appassionati interdetti dal (almeno inizialmente) bizzarro cambio di rotta. Il nuovo sistema funziona nonostante qualche riserva, così come l’alchimia tra i membri del party; con un risultato superiore alla somma delle singole parti il nuovo Yakuza si qualifica come l’ennesimo centro, anche cambiando parzialmente pelle.
Piattaforma di Prova: PlayStation 4 Pro
Com’è, Come Gira: Il Dragon Engine è oramai in giro da un pezzo, e la PlayStation 4 Pro usata per la recensione non ha mostrato problemi nel mantenere costante la fluidità nelle oltre quarante ore investite per completare il gioco.