Era una calda giornata estiva del 2016 quando Abzû sbarcò per la prima volta su PC e PlayStation 4. Un’esperienza sicuramente non adatta a tutti, ma capace di trascinare il giocatore in un’avventura coinvolgente e mozzafiato alla scoperta delle profondità marine, delle creature che lo popolano e dei suoi molteplici misteri. Era inevitabile che, anche se con un po’ di ritardo e accompagnato dalle lunghe piogge autunnali, il piccolo capolavoro di Giant Squid si aggiungesse alla folta schiera di titoli migrati sull’altrettanto minuta console di casa Nintendo. D’altronde, se si parla di pura immersione (non solo letterale) come in questo caso, poter scegliere esattamente dove giocare – che sia al PC, sul divano del salotto o persino in riva al mare – dona quell’innegabile tocco in più difficile da non apprezzare.
E infatti, poco più di due anni dopo, Abzû è finalmente arrivato anche su Switch, permettendo a tutti i suoi possessori di vivere (o rivivere) ovunque questo meraviglioso viaggio negli abissi più profondi. Pregi e difetti di questa poetica opera videoludica sono già stati ben elencati nella recensione di allora, che vi invito caldamente a recuperare. Come ormai consuetudine quando ci ritroviamo a parlare dell’ibrido Nintendo, in questa sede ci limiteremo a capire se il porting sia stato abbastanza efficace da convincerci a barattare qualche dettaglio in più in cambio della massima portabilità.
I GIUSTI COMPROMESSI
Sulla console della grande N è possibile nuotare in compagnia della silenziosa e aggraziata protagonista solamente con un limite di 30FPS, a una risoluzione di 720p se collegati al dock e di 540p in handheld mode. Una bella differenza rispetto ai 1080p e persino ai 4K ottenibili, per esempio, su PC. C’è da dire, tuttavia, che l’esperienza complessiva non risente dell’inevitabile downgrade, dato che la fluidità la fa da padrona persino nei momenti in cui decidiamo di mescolarci tra i giganteschi banchi di pesci in movimento o nasconderci tra le alghe del fondale. Questo perché, come anche specificato dagli stessi sviluppatori, la qualità è stata abbassata significativamente solo per alcuni oggetti in background, facendo particolare attenzione a non creare discrepanze tra i diversi modelli visibili durante la meditazione. La differenza più grande nel reparto visivo è invece il numero di creature acquatiche presenti sullo schermo, leggermente diminuito per evitare i cali di frame. Nulla da temere, però: nelle profondità del mare rimangono sempre tantissimi esemplari di specie diverse, che si muovono in armonia con l’incantevole colonna sonora e ci tengono compagnia per gran parte del nostro viaggio.
La fluidità la fa da padrona anche quando decidiamo di mescolarci tra i giganteschi banchi di pesci o di nasconderci tra le alghe del fondale
Il lavoro di ottimizzazione di un titolo così peculiare come Abzû è andato incredibilmente bene, considerando la difficoltà del dover trovare il perfetto bilanciamento tra una minor risoluzione e i giusti dettagli per far risplendere al meglio uno stile grafico così poeticamente minimalista. Il piccolo capolavoro di Giant Squid continua a essere un must imperdibile per tutti coloro che non fanno del gameplay il solo metro di giudizio di un’opera videoludica e che sono inclini ad ascoltare e cedere all’irresistibile richiamo degli abissi marini, anche quando affidato alla piccola console Nintendo.