“Overkill”, direbbero gli inglesi. Perché un simile dispiegamento di forze per riportare in vita Live A Live non se lo sarebbe aspettato francamente nessuno.
Sviluppatore / Publisher: Historia / Square Enix, Nintendo Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: Nintendo Switch Data di Lancio: 22 luglio
Intendiamoci, in realtà va bene così, perché altrimenti Live A Live sarebbe stato costretto nel limbo della dimenticanza nei secoli dei secoli, nonostante la sua particolarissima unicità. In altre parole, non avete mai giocato un JRPG simile.
Sì, l’idea di protagonisti multipli che convergono nel cuore di una storia comune è stata esplorata abbondantemente dalla Squaresoft che fu attraverso giochi come Romancing SaGa o Seiken Densetsu 3, ma Live A Live alza la posta in gioco con i suoi (inizialmente) sette eroi provenienti da epoche differenti, dalla preistoria al lontano futuro. Tanti punti di vista significano differenti approcci, e questo è un elemento che potrebbe rendere il gioco poco appetibile a chi si aspetta un’avventura canonica.
LE IMPREVEDIBILI LINEE TEMPORALI DI LIVE A LIVE
Per quest’anteprima ci siamo avventurati attraverso quattro capitoli, trovandoci davanti esperienze fondamentalmente variegate. Nel Giappone Feudale, il ninja Oboromaru deve avventurarsi nella fortezza di un daimyo e salvare un misterioso prigioniero sfruttando le sue abilità furtive per mimetizzarsi nelle ombre e limitare il contatto con i nemici, mentre nell’antica Cina un anziano maestro di arti marziali è alla ricerca di proseliti per tramandare la sua arte. Nel West, invece, un bandito taciturno dal cuore d’oro accetta di collaborare con la sua nemesi per salvare un borgo di frontiera dalle scorribande di una feroce banda di fuorilegge. Infine, tra le stelle del futuro più lontano, un piccolo robot viene attivato in un incubo fantascientifico ricco di citazioni a classici cinematografici come Alien.
In nessun caso abbiamo incontrato stilemi classici del genere JRPG come negozi e denaro da spendere, mentre l’avventura nel vecchio West è durata quanto un battito di ciglia; addirittura, abbiamo affrontato una delle storie con il minimo storico di combattimenti, sul quale glissiamo eventuali dettagli per evitare spoiler. Il succo del discorso è che Live A Live si presenta come un prodotto estremamente singolare, probabilmente neppure eccessivamente longevo (almeno basandoci sul gioco originale, personalmente finito lustri fa grazie a una leggendaria traduzione a opera degli Aeon Genesis) ma dalla personalità prorompente, accentuata dalla straordinaria estetica che caratterizza un remake finalmente degno di tale nome, simile a quella apprezzata in Octopath Traveler o Triangle Strategy e, se possibile, ancora più spettacolare, con un uso del colore che buca lo schermo OLED di Switch con risultati commoventi.
QUALCHE COORDINATA
Non che l’originale fosse trascurabile sotto il punto di vista estetico, forte di una collaborazione con la casa editrice Shogakukan che prestò il talento di alcuni mangaka per tratteggiare il character design dei protagonisti (Oboromaru, ad esempio, è frutto della matita del papà di Detective Conan, Gōshō Aoyama), ma il risultato ottenuto con questo remake è davvero commovente.
Il remake migliora anche elementi più subdoli che riguardano il sistema di combattimento