Nonostante il passare del tempo, alcune cose sembrano proprio non cambiare mai. Non importa che sia il 1993 o il 2018, tuffarsi nel mondo di Castlevania è un’esperienza degna di essere vissuti da chiunque abbia voglia di prendere un controller in mano. Per questo motivo, cavalcando l’onda della “collection-mania” dell’ultimo periodo, è nato Castlevania Requiem che, sebbene sembri quasi suggerire un elogio funebre alla famosa serie, riporta di fatto in vita due dei suoi più rinomati trionfi. Per la prima volta, Rondo of Blood e Symphony of the Night sbarcano assieme sull’ultima generazione delle console di casa Sony, e sembrano voler mettere l’ultimo chiodo sulla bara della sempre attuale discussione tra chi sostiene che i videogiochi siano solo intrattenimento e chi li considera arte.
WHAT IS DEAD MAY NEVER DIE
Entrambi i giochi di questa piccola collection non possono che essere considerati dei capolavori, diventati col passare degli anni dei veri e propri classici senza tempo. A collegarli, oltre alle fantastiche ambientazioni ispirate ai classici degli horror, anche una storia sorprendentemente accattivante che ci vede impegnati a fronteggiare il più rinomato vampiro di tutti i tempi: il conte Dracula. Nonostante i suoi venticinque anni, Rondo of Blood non smette di sorprendere. Lo stesso titolo si rivela pienamente azzeccato, descrivendo il gioco in una manciata di parole, e a versare il proprio sangue non sono solo i nostri nemici o le vittime innocenti delle loro scorribande. Non c’è nessun interesse nel coccolare il giocatore, nel tenerlo al sicuro da tutti i suoi pericoli e farlo sentire un vero cacciatore di vampiri. Per completarlo è necessaria abilità, testardaggine e, alle volte, una sana dose di fortuna. Vedere per intero tutto quello che il gioco ha da offrire può rivelarsi più difficile di quanto non si possa supporre, e arrivare a sconfiggere Dracula non significa necessariamente aver completato la nostra missione. Quei pochi pixel, al pari di note musicali su uno spartito, danno vita a un’impressionante composizione di differenti percorsi alternativi sui quali perdersi, che si svolgono in scenari completamente diversi, occupati dai boss più disparati.
Quei pochi pixel, come note musicali, danno vita a un’impressionante composizione di percorsi differenti
CLASSICI SENZA TEMPO AL GIORNO D’OGGI
Come tutte le grandi opere che si rispettino, anche quelle videoludiche hanno bisogno di cura e, perché no, anche di un piccolo restauro. Sebbene Castlevania Requiem fornisca la piacevole possibilità di scegliere tra vari sfondi e filtri, o addirittura simulare l’interlacciamento per provare una buona dose di nostalgia, è stata persa l’occasione di fare un passo in più. Non mi riferisco in realtà a creare dei veri e propri remake – che, come dimostra The Dracula X Chronicles (versione modernizzata proprio di Rondo of Blood per PSP), possono produrre dei risultati quantomeno discutibili. Le sprite di entrambi i giochi sono tuttora eccellenti e la colonna sonora contiene alcuni dei brani più famosi della storia dei videogiochi. No, quello che servirebbe davvero in questi casi sarebbe smussare gli altri piccoli dettagli, che rischiano di frustrare i nuovi (e un po’ anche i vecchi) giocatori.
Come tutte le grandi opere, anche quelle videoludiche hanno bisogno di cura e magari di una piccola restaurata
Se dovessimo giudicare Castlevania Requiem dai due giochi che lo compongono non potremmo che dare un punteggio ben più alto di quello che trovate qui in basso. Sia Rondo of Blood che Symphony of the Night sono indiscutibilmente dei capolavori in cui ogni singolo giocatore meriterebbe di perdersi. Tuttavia, al prezzo di 20 euro, non si può che giudicare un po’ più aspramente quelli che alla fin fine sono dei port diretti, specie considerando quanta poca cura sia stata riversata anche nel menù principale di selezione dei titoli.