Dopo l’estremamente serioso mondo di Warhammer: Age of Sigmar, i ragazzi di Carbon Studio hanno deciso di condire il loro ultimo arcade con abbondante dose di simpatia, sfornando il recente Crimen – Mercenary Tales.
Sviluppatore / Publisher: Carbon Studio / Carbon Studio Prezzo: € 14,99 Localizzazione: Sottotitoli Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: Meta Quest 2 e Meta Quest Pro
Nel bel mezzo di un viaggio ci ritroviamo in un’accogliente locanda. La nostra provenienza? Non si sa. La nostra destinazione? Non si sa. Chi siamo? Non si sa.
Ma non importa, per una sera non saremo noi il centro dell’attenzione, bensì le storie degli altri avventurieri che si sono trovati nella stessa taverna.
SETTE AVVENTURIERI PER SETTE STORIE
In Crimen – Mercenary Tales, riviviamo in prima persona le storie che ci raccontano gli altri personaggi che incontriamo nella locanda della simpatica proprietaria, Baba Yaga. Sì, proprio come in John Wick. Fin dal principio è chiaro che questi racconti sono proprio questo: storie. E in quanto tali, non è per forza detto che debbano essere del tutto aderenti alla realtà. Anzi, qualche libertà poetica è più che benvenuta per essere di maggior intrattenimento per tutti. Il tono frivolo e scanzonato è di sicuro il punto di forza dell’ultimo gioco di Carbon Studio, e restituisce davvero lo spirito allegro di una serata in compagnia, con tanto di commenti fatti dagli altri avventurieri quando qualcuno la spara decisamente troppo grossa anche per i canoni piuttosto fantasiosi della compagnia.
Cosa accade di preciso in Crimen – Mercenary Tales? Per lo più combattimenti all’arma bianca, con qualche arma da fuoco ogni tanto, e degli elementi di esplorazione qua e là in una sorta di versione molto semplificata di The Climb, il tutto inquadrato in un ambito molto lineare. Vediamo allora di capire gli aspetti chiave delle sfide sul filo di spada. Secondo uno schema ormai piuttosto consolidato in VR, si tratta di gestire attacchi e blocchi in base ai movimenti dell’avversario: quando i nemici cercano di colpirci, dovremo parare con la nostra arma posizionandola ortogonalmente all’attacco ricevuto, e allo stesso modo noi dovremo sferrare colpi dove la guardia degli avversari lascia uno spazio alla nostra arma.
Ma cosa facciamo di preciso in Crimen – Mercenary Tales Combattimenti all’arma bianca, qualche arma da fuoco ogni tanto, e un po’ di The Climb
CRIMEN – MERCENARY TALES VORREBBE MA NON OSA ABBASTANZA
Di tanto in tanto, un nemico droppa un oggetto speciale che dobbiamo prendere al volo, dalla classica pistola (che però ha solo due colpi) alla pozione guaritrice, passando per altri ninnoli più fantasiosi come padelle per stordire i nemici, o un aggeggio che mi è sembrato una specie di candelabro spara-candele. Ma non ci metterei la mano sul fuoco. Questi attrezzi dall’utilizzo limitato potrebbero variare di molto il flusso dei combattimenti e mi è sembrato un ottimo ingrediente per aumentare il tasso di strategia degli scontri, ma non vengono implementati in tutto il loro potenziale
Fa un po’ rabbia che gli sviluppatori non abbiano davvero lasciato la fantasia a briglie sciolte per tirare fuori una storia più matta dell’altra
Vedete, ogni tanto c’è qualche cambiamento di ritmo, ma è imposto dagli sviluppatori, invece di essere una conseguenza della libertà garantita dagli strumenti a nostra disposizione. Storia dopo storia, i racconti si fanno sempre più esagerati e incredibili, il che risulta in un numero e tipo di nemici superiore. In sostanza, è un semplice aumento della difficoltà creato da avversari sempre più forti, mentre manca l’introduzione di nuovi elementi di gameplay tra un livello e l’altro. Peccato che gli avventori della locanda non abbiano più fantasia e si limitino il più delle volte a spararle sempre più grosse, perché quando invece si intravede qualche spunto più ispirato, Crimen – Mercenary Tales diventa proprio divertente
Peccato che gli avventori della locanda non abbiano più fantasia e si limitino il più delle volte a spararle sempre più grosse
In Breve: So che mi ricorderò con simpatia di Crimen – Mercenary Tales. Può sembrare strano, visto che non mi ha impressionato per il suo sistema di combattimento, e visto che ho sofferto per la sostanziale ripetitività dei livelli, ma allo stesso tempo sono rimasto colpito per qualche guizzo notevole, e soprattutto per il tono simpatico e canzonatorio. Capirete che se uno si ricorda dei dialoghi in un arcade di combattimento, qualcosa è andato storto, ma anche quello fa parte dell’esperienza, per cui sarebbe ingiusto non riconoscere all’opera di Carbon Studio i suoi punti di forza. I sette racconti finiscono in fretta, e se cercate un passatempo senza troppe pretese potrebbero fare al caso vostro.
Piattaforma di Prova: MetaQuest 2
Com’è, Come Gira: Zero motion sickness anche con effetto vignettatura pressoché assente e movimento fluido. In ogni caso, le opzioni di comfort abbondano e dovrebbero soddisfare chiunque. Ogni storia dura meno di mezz’ora, il che, visto il caldo che fa a Milano quest’estate, non è mica male.