In Sound Mind – Recensione

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In Sound Mind, il nuovo puzzle game di We Create Stuff, ci trascina in un vortice psico-horror in cui tanti elementi ludici si mescolano per dare vita a un’esperienza in bilico fra incubo e realtà.

Sviluppatore / Publisher: We Create Stuff / Modus Games Prezzo: 34,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), PlayStation 5, Xbox Series X|S, Switch Data di Lancio: 28 settembre

Non di sola tensione però vive Desmond Wales, il protagonista di questo interessante indie in prima persona che strizza l’occhio a un’insospettabile varietà di generi videoludici e disturbi della psiche.

In Sound Mind è uno di quei titoli a cui basta un breve trailer per accendere la scintilla della curiosità nello spettatore. Le sue caratteristiche intrigano fin da subito perché non è così facile inquadrare correttamente la bizzarra visione del team indipendente We Create Stuff, gli stessi che hanno già dimostrato di saperci fare con il terrore grazie a Nightmare House 2, la mod per Half-Life 2.

DISCESA NELL’ABISSO UMANO

E in effetti, anche dopo aver mosso i primi passi in gioco ci vuole un po’ per farsi un’idea precisa della loro nuova produzione, il mix di generi e dinamiche non aiuta ma solo perché chiede al giocatore di restare sempre sul pezzo fin dalle prime battute. Nei panni di Desmond, uno psicologo, l’obiettivo è cercare di svelare il mistero che ci vede coinvolti ripercorrendo quattro tappe di un viaggio che ha tutti i crismi della discesa negli abissi della follia. Con strano mistero si intende l’allagamento che ha colpito la cittadina e che si può ammirare dalle finestre del secondo piano del palazzo-hub, gli eventi al di là delle possibilità umane cui assisteremo e le minacciose apparizioni che sembrano proprio avercela con il nostro medico della mente.

In Sound Mind Recensione

Se riuscirete a recuperare la maschera antigas potrete attraversare i miasmi chimici. Se.

Risvegliandosi nello scantinato di un palazzo a dir poco inquietante, Desmond si ritrova alle prese con una storia da svelare poco alla volta. Prima di farlo però deve recuperare il proprio contegno, sistemare l’ascensore grazie a un fusibile recuperato aguzzando l’ingegno e, esplorando i due piani superiori, spiegare al giocatore che il complesso in cui è ambientata una consistente fetta di In Sound Mind è una versione deviata del luogo dove ci sono il suo studio e il suo appartamento. Una volta preso confidenza con il gioco allora si può cominciare a recuperare i Nastri relativi ai vari pazienti esplorando lo stabilimento. Ogni Nastro è praticamente la chiave per accedere al livello successivo, una dimensione in cui si arriva attraverso porte che catapultano Desmond in surreali ambientazioni plasmate secondo le fobie e le turbe di ogni paziente.

AD OGNI NASTRO È ASSOCIATO UN LIVELLO E, CHIARAMENTE, UN BOSS

Ogni livello prevede una sfilza di enigmi da risolvere sfruttando la fisica, le combinazioni fra gli oggetti sparsi per le varie location esplorabili, l’utilizzo delle abilità/item che si acquisiscono poco alla volta e una buona quantità di logica non sempre canonica. Ogni Nastro contiene anche delle boss fight non convenzionali (senza sparatorie, ecco) e capire come sfruttarne le debolezze a proprio vantaggio è un processo che avviene in modo organico durante ogni singolo livello. Questo perché se in un Nastro gli specchi sono fondamentali per salvare la pelle, in un altro invece lo diventa il duello tra la luce e l’ombra, sicché imparare a padroneggiare al meglio un frammento di specchio o la torcia in dotazione diventa un processo naturale.

UN HORROR POCO HORROR?

In Sound Mind possiede tante screziature diverse per ogni genere cui ruba qualcosa: puzzle, FPS, action e addirittura platform. A parte la gestione degli enigmi, una piacevole costante, nessuna delle altre sfumature raggiunge mai livelli qualitativi ragguardevoli. Ciò però non significa che l’ibrido non funzioni, tutt’altro: il gameplay è vario e sa quasi sempre come stimolare il giocatore con idee intriganti ad ogni nuovo livello. A volte, specie sul finire dell’avventura, il gioco sembra quasi dimenticarsi dei suoi limiti e pretendere dal giocatore la precisione o l’agilità che non può concedergli, ma al di là di questo il viaggio nella follia umana riesce a tenere incollati al monitor dall’inizio alla fine per tutte le circa dieci ore necessarie a portarlo a termine.

In Sound Mind Recensione

Bella l’idea degli indizi visibili soltanto usando il frammento di specchio.

Bene sotto questo punto di vista, meno invece se si desidera un gioco horror che sappia incutere paura come sanno fare i più grandi esponenti del settore. Inizialmente In Sound Mind è inquietante, aggirandosi fra i corridoi scarsamente illuminati si prega per trovare le batterie della torcia e non restare mai al buio, ma migliorando il proprio equipaggiamento l’atmosfera tesa scema e la sensazione di terrore allenta la presa.

BEN FATTO IL MIX DI GENERI, MA È PROPRIO L’ASPETTO HORROR A NON BRILLARE

Forse contribuisce il fatto che durante l’esplorazione si trovano parecchie risorse (munizioni per l’arma, batterie, cibo per la salute, pillole con cui aumentare le statistiche), forse le tante telefonate misteriose che riceviamo e che spezzano il pathos, forse la differenza tra interni ed esterni oppure ancora la limitata difficoltà dei combattimenti, fatto sta che se cercate un horror puro e raffinato difficilmente sarete soddisfatti dall’opera di We Create Stuff.

In Sound Mind Recensione

Si può accarezzare il micio: GOTY!

Se invece non disdegnate qualcosa di meno elegante e qualche jump scare gratuito non vi turba allora siete nel posto giusto, ci sono sia loro sia un ambiente che cambia forma appena voltiamo lo sguardo. Naturalmente, in un contesto simile, non poteva mancare un figuro orrendo che appare/scompare all’improvviso senza mollarci mai di vista.

IN SOUND MIND MA A BASSO BUDGET

In definitiva siamo di fronte a un horror psicologico ben fatto, divertente e stimolante dall’inizio alla fine. Fa meno paura del previsto ma il mix di elementi ludici sa come stimolare il giocatore offrendogli ogni volta un elemento nuovo da sfruttare nel livello successivo. Tra enigmi ben congegnati, combattimenti, esplorazione incentivata dalla raccolta dei collezionabili, gatti da accarezzare e sessioni di psicoterapia da affrontare a ‘mo di livelli per svelare oscure verità nascoste, l’inquietante racconto dei racconti di Desmond è uno di quei giochi che ti fanno chiedere continuamente: “cosa avrebbero potuto combinare gli sviluppatori se avessero avuto a disposizione più risorse economiche?”. Mi auguro vivamente che la domanda trovi risposta perché In Sound Mind dimostra che chi lavora in We Create Stuff sa il fatto suo quando si parla di videogiochi intriganti. Magari questi ragazzi non sono dei maestri dell’horror sofisticato, ma indubbiamente sono dotati di tanta creatività e sanno come si crea un’esperienza dal fascino indiscutibile.

In Breve: In Sound Mind non è spaventoso nel vero senso della parola ma non importa, sperimenta e gioca con le peculiarità di vari generi videoludici trovando una sua formula vincente. La componente puzzle è preponderante ed è un bene perché è quella meglio riuscita, ma anche il resto svolge il suo compito a patto di non pretendere l’eccellenza. A volte esagera con l’autostima, alcuni limiti tecnici lo frenano e non sempre la presa emotiva ha la stessa intensità sul giocatore, eppure l’avventura onirica di Desmond cattura dall’inizio alla fine grazie a un valido mix di feature che rendono il gameplay costantemente stimolante e fresco.

Piattaforma di prova: PC
Configurazione di prova: i7 [email protected], Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 16 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: Escludendo i nemici comuni, in 1440p e massimo livello di dettaglio l’impatto visivo è buono e la maggior parte delle volte ispirato, peccato per alcuni cali del framerate nei momenti più impegnativi a livello tecnico che vanno sistemati. Diverse texture grezze o alcune sbavature grafiche mostrano la natura indie del titolo, ma ci sono anche degli scorci che sanno stupire e la colonna sonora tratta da The Living Tombstone ci mette del suo per ricordarci che il gioco merita più d’una possibilità.

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Pro

  • Possiede diverse idee interessanti / Intrigante e riuscito mix di generi / Non ha paura di sperimentare.

Contro

  • Un horror poco horror / Tecnicamente si può levigare in diversi punti / Bilanciamento dell’esperienza perfezionabile.
7.5

Buono

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