Cyberpunk 2077 – Recensione

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V Può INSTALLARE TUTTI I DISPOSITIVI CHE VUOLE, a patto di visitare la clinica del più vicino ripperdoc sventolando denaro sonante

Salti prodigiosi, pelle corazzata e fighissime lame retrattili per scagliarsi sui nemici con balzi degni di Wolverine sono le più evidenti, ma in ballo ci sono anche modificatori un filo meno “esuberanti” come la rigenerazione e il collegamento neurale alle armi intelligenti, in modo da indirizzare i proiettili automaticamente nel cranio del nemico senza perdersi in quisquilie come la mira. L’ideale per combattere il fuoco col fuoco, perché i cosiddetti cyberpsycho esistono eccome nell’universo di Cyberpunk 2077, ma ci arriviamo tra un attimo.

WHEN GRAVITY FAILS

Giusto il tempo di menzionare lo street cred, ovvero l’ennesima variante da considerare nella strada che porterà V a essere il miglior mercenario di Night City. È un sistema di reputazione che cresce indipendentemente dalla canonica esperienza, e si ottiene completando incarichi e facendo fuori i ricercati; senza la dovuta fama i negozianti si rifiuteranno di vendere la mercanzia più pregiata, e i contatti lavorativi che contano non vorranno avere nulla a che fare con un novellino. Per concludere i “preliminari”, un paio di parole sul background del personaggio, da scegliere inizialmente fra tre opzioni, ovvero nomade, corpo(rativo) e street kid. Sono brevi introduzioni giocabili che mostrano i retroscena che porteranno V ad abbracciare la sua professione, e in futuro influenzeranno alcune scelte di dialogo.

Quasi mai le diverse origini mi hanno portato a stravolgimenti importanti nelle trama, limitandosi a fornire qualche informazione supplementare riguardo il mondo di gioco

Quasi mai questo mi ha portato a stravolgimenti importanti nelle trama, limitandosi a fornire qualche informazione supplementare riguardo il mondo di gioco. Inoltre le tre introduzioni durano al massimo un quarto d’ora l’una: al termine si finirà sempre e comunque in auto assieme al nostro compare Jackie Welles, pronti a iniziare la primissima missione. Se dunque avevate aspirazioni più creative come lavorare nei lussuosi uffici della Arasaka per poi voltare le spalle alla vostra corporazione e scappare intascando il vitalizio di un dirigente, ahimè sono foriero di brutte notizie. Meglio della decina di righe di testo che descrivono il passato del personaggio in qualsiasi altro gioco di ruolo insomma, ma nulla che possa modificare la strada che il destino ha pianificato per V.

cyberpunk 2077 recensione

Una sparatoria all’interno di un night club: proprio come Terminator insegna.

La Night City di Cyberpunk 2077 è un sogno che si realizza per tutti gli amanti del genere, ma deve essere stata allo stesso tempo un incubo per i ragazzi di CD Projekt RED. Vicoli, sottopassaggi, imponenti costruzioni e ponti che collegano grattacieli e concedono di scrutare dall’alto il mare di folla e veicoli che si riversa nelle strade: questa città è letteralmente viva e incredibilmente caratterizzata nei suoi sei distretti, a cui si aggiungono le badlands, terra di nessuno al di fuori dei confini cittadini dove si vive di contrabbando schivando i proiettili dei predoni. C’è un momento davvero emozionante in cui ci si lascia dietro le sequenze scriptate e i corridoi che compongono la missione iniziale per affacciarsi sulle strade di Night City per la prima volta, liberi di esplorare la città a piacimento; senza esagerare è un po’ come rinascere in un mondo digitale denso e credibile, persino prezioso, probabilmente in grado di commuovere i punk più devoti. Evitiamo inutili giri di parole: Night City è una delle città digitali più affascinanti di sempre, un risultato ottenuto anche grazie a una componente multietnica variegata e sfaccettata che sfoggia con naturalezza innesti bionici e abbigliamento volutamente kitsch.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Presentazione audiovisiva fuori parametro / RED Engine leggero ma spettacolare / Atmosfera assolutamente perfetta / Trama principale coinvolgente con eccellenti attori digitali.

Contro

  • Parecchie missioni secondarie sanno un po' di filler / Qualche imperfezione tecnica più o meno evidente / Alcune scelte stilistiche non troppo felici.
9.5

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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