Cyberpunk 2077 – Recensione

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Visitare Night City è un po’ come rinascere in un mondo digitale denso e credibile, in grado di commuovere i punk più devoti

E poi le auto, che meraviglia che sono! Sensibilmente diverse per tenuta di strada, peso e velocità, sono un’inaspettata gioia da guidare, specialmente con la visuale in prima persona che permette di assaporare al meglio la visione futurista di CD Projekt RED, magari sulle note delle dieci stazioni radio. Perché l’audio è una componente importantissima del gioco assieme alla resa grafica, creando un sinestetico filo conduttore che trasporta il giocatore in un futuro da vivere sul filo del rasoio grazie a un doppiaggio straordinario (quello italiano, ripeto, è ancora da valutare) e alla bellezza di 150 – da ripetere strillando, CENTOCINQUANTA – brani che sottolineano l’azione pompando tensione e adrenalina; quando gli ingranaggi girano tutti correttamente, Cyberpunk 2077 arriva a riscrivere il concetto stesso di carisma.

SNOW CRASH

Ovviamente qualche magagna c’è, ed era inevitabile considerando il periodo che stiamo vivendo. Spesso nella coraggiosa review build le armi dei nemici abbattuti restavano sospese in aria, inamovibili anche dopo essere state confiscate, e qualche animazione si prende delle pause con personaggi che scivolano o emettono suoni restando immobili come manichini (in entrambi i casi c’è un netto progresso dopo il corposo update durante la fase di review, e drasticamente meglio dovrebbe andare dopo la lunghissima lista di correzioni della day one patch). Occasionalmente un certo ritardo nel caricamento delle texture trasfigura la folla in curiosi alieni, ma si tratta di un peccato marginale, dovuto probabilmente anche al mio hardware ben dentro ai requisiti raccomandati ma  non all’ultimo grido.

IL LAVORO FATTO CON L’OTTIMIZZAZIONE è DAVVERO NOTEVOLE, E CONFERMA ANCORA UNA VOLTA L’ABILITà DI CD PROJEKT RED

Ecco, questo è importante: il gioco ha impostato per me i settaggi a Ultra e ho potuto godermi l’avventura di V al meglio su un sistema non recentissimo, apprezzando una fluidità rimarchevole senza essere rispedito a calci sul desktop neppure una volta, ovviamente facendo a meno di Ray Tracing. CD Projekt RED si conferma dunque uno studio formato da veri fuoriclasse del codice, e non fatico a immaginare la solita, impeccabile pulizia se solo lo smart working e tutti i problemi che porta con sé a livello logistico non si fosse palesato durante la genesi di Cyberpunk 2077. Poca roba a conti fatti, e nulla che qualche patch non possa rimettere a posto; personalmente mi basta vedere il lens flare che taglia la nebbia in un vicolo mentre scarico un caricatore nel torace di un agente corporativo. Lo so, sono un romantico.

cyberpunk 2077 recensione

Mentre parlo con questo bestione un elicottero militare apre il fuoco contro quel grattacielo in tempo reale. Particolari come questi mi fanno uscire di testa!

Cyberpunk 2077 è un gioco di ruolo fino al midollo; un dato di fatto da ricordare sempre e comunque, nonostante il gunplay sia tanto divertente e appagante da far dimenticare nella foga i tiri di dado virtuali che scattano ogni volta che premiamo il grilletto. Come sempre vi raccomando di giocare sin dall’inizio al livello difficile, a mio avviso il più equilibrato tra i quattro disponibili. Probabilmente assisterete all’insolito spettacolo dei nemici più forti che si rialzano conservando la testa attaccata al collo dopo aver accolto tra le orbite un proiettile calibro 50, ma sarete ripagati da una sfida degna che non banalizzerà i progressi fatti. I nemici del resto sanno farsi valere e mostrano un’intelligenza più che discreta; preparatevi a vederli far fuoco dai ripari coprendosi e lanciando granate, sfruttare diavolerie cibernetiche per fiondarsi su V zigzagando a velocità innaturale o cercare di superare le sue difese informatiche per friggergli il cervello.

cyberpunk 2077 recensione

Le auto sono favolose! Questo modello ha il parabrezza rivestito da polimeri che liberano la visuale una volta al volante.

Le armi sono sufficientemente variegate e l’uso del pad (blasfemo! NdMario) restituisce un gustoso feedback cortesemente offerto dalla vibrazione ma, come previsto, il combattimento corpo a corpo manca di grinta; sicuramente c’è uno sforzo di fondo nel renderlo interessante tra pugni di varia intensità, parate e contrattacchi, ma alla fine si rivela poco più che funzionale, specie se visto come alternativa alle ben più divertenti armi da fuoco.

HARDWIRED

L’equipaggiamento è disponibile in diversi livelli di rarità e, come da copione, gli oggetti più prestigiosi presentano bonus extra e slot dove alloggiare appositi modificatori; se la fortuna non dovesse girare e i nemici sconfitti si rivelassero avari di gingilli di valore, ci si può sempre dedicare alla creazione. Basta avere una manciata di materiali e i progetti per tentare la fortuna, magari facendo un po’ di gavetta per incrementare il livello di crafting potenziando gli strumenti che prendono polvere nell’inventario. Poi, quando la forza bruta fallisce, arriva il momento di estrarre il cyberdeck e dedicarsi alla nobile arte dell’hacking.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Presentazione audiovisiva fuori parametro / RED Engine leggero ma spettacolare / Atmosfera assolutamente perfetta / Trama principale coinvolgente con eccellenti attori digitali.

Contro

  • Parecchie missioni secondarie sanno un po' di filler / Qualche imperfezione tecnica più o meno evidente / Alcune scelte stilistiche non troppo felici.
9.5

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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