Il golf videoludico sta vivendo il suo periodo più folle!

Io lo so che siete tutti lì dietro al gioco del momento, presi a speculare su Elden Ring, a 300 all’ora sulle strade del Messico in Forza Horizon 5 (presente!) o che non vedete l’ora di gettarvi tra le tiratissime sparatorie online di Battlefield 2042, roba socialmente accettata, di tendenza, al culmine dell’hype, e va benissimo così. Ma poi, quando siete soli, in intimità, vi vedo tutti sul MAME che giocate Neo Turf Masters, inebriati dal richiamo di quei prati da golf verdi in pixel art, con la mazza in mano e un’infinità di gettoni virtuali per arrivare in fondo a quelle 18, infide buche. È ora di dirlo, fare coming out, smettere di nascondersi! E allora urlatelo insieme a me: I VIDEOGIOCHI GOLFISTICI SONO UNA FIGATA PAZZESCA!

Si, il golf non è solo relax, perché se poi ti arriva il vento a 15 metri all’ultima buca di un 1cc pulito, le mazze ti viene voglia di spezzarle!

Perché alla fine cosa manca al golf? C’è potenza, strategia, precisione, panorami, sfida, però insomma, posso anche capire che non tutti trovino affascinante interpretare un avatar in pantaloni di cotone “regular”, polo (magari a righe, brr) e cappellino in un PGA Tour 2K qualsiasi, ci sta; però negli ultimi anni, diciamo dal 2017 ad oggi, sono usciti una serie di titoli straordinari che utilizzano il golf come fil rouge, meccanismo di gameplay, trigger, per poi andare a stimolare i sensi in modi totalmente inattesi, raccontare storie deliziose, rilassare o fare casino, spogliando lo sport dalla sua rigorosa etichetta per donargli mille sfumature di follia e inventiva.

Golf Videogiochi Editoriale

Golf Story è veramente irresistibile e scritto benissimo, oltre che matto da legare ovviamente.

Prendiamo Golf Story (disponibile su Nintendo Switch) per esempio, un profumatissimo pot-pourri di tutte queste cose che, tenendo fede al suo nome, ci infila nei panni di un ex-golfista che non tocca un ferro da anni e si mette in testa di ritornare a essere un campione, ricominciando dalle basi per poi finire in mezzo a situazioni sempre più assurde in un RPG top-down super avventuroso e adorabile (ispirato all’indimenticato Mario Golf Advance Tour di Camelot) dove mazza e pallina vengono usati in tutti i modi possibili, passando dai tornei agli enigmi ambientali senza soluzione di continuità. Un gioco sorprendente anche per scrittura, contenuti e direzione artistica, un vero gioiellino dal gameplay raffinato made in Sidebar Games, ora al lavoro su Sport Story, giusto per fare le cose più in grande!

Le immagini sono potentissime, le parole ancora di più. Personalmente una delle esperienze dell’anno.

E se si parla di scrittura Golf Club Wasteland di Demagog Studio (disponibile praticamente ovunque, Android compreso) è lì, nel gotha, capace come pochi di raccontare l’apocalisse con una satira tagliente, alternando diversi piani narrativi mentre il golf giocato in due dimensioni, come fosse un platform, scorre sotto i ricordi e le canzoni trasmesse da Radio Nostalgia. La Terra devastata dal cambiamento climatico diventa un golf club per marziani che vivono di rimpianti, fuggiti al disastro per subire una vita sottovuoto, senza sapori, profumi, paesaggi, dove pure il vino è fatto con acqua riciclata dall’urina. Ogni buca un momento cristallizzato, gli orologi fermi, le radiazioni nell’aria, nelle orecchie il ricordo di una ragazza che racconta quanto fosse bello cucinare. Toccante, sorprendente, unico.

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Si beh, ecco… Insomma…

Tocco (geniale) e sorpresa (costante) solo anche gli ingredienti del “Katamari Damacy del golf”, quel What the Golf? che conquistò un po’ tutti gli utenti iPhone al lancio di Apple Arcade (ma disponibile ora anche su PC e Switch) col suo essere completamente fuori di zucca ed esilarante, buttando tutto subito in caciara con un’impostazione da puzzle game votata al pasticcio e alla sperimentazione. Una barzelletta sul golf che è un tripudio di momenti “WTF” (ovviamente!), dal fare buca con un vaso ming senza romperlo alla trasformazione calcio, con tanto di bambini da dribblare per arrivare in porta alla Messi, fino a Hole-in-one presi alla lettera, con il green che diventa un gigantesco “1” senza fondo. Una farsa irresistibile e inarrestabile e adatta a chiunque voglia farsi un paio d’ore di risate no-sense, anche divise in piccolissimi sorsi da pausa caffè per ricaricarsi in ufficio.

Un piccolo rifugio quotidiano dal logorio della vita moderna.

Mentre invece A Little Golf Journey di Okidokico (PC, Switch) è puro defaticamento post-lavoro. Un paio di cuffie, corpo che sprofonda sulla poltrona e chill out totale, rigenerante, in minuscoli giardini zen acconciati da percorsi golfistici. Il relax e la meditazione diventano parte del gameplay, tanto se si decide di affrontarlo in flusso di coscienza, come viene, sia cercando di raccogliere tutte le stelle, studiando prima la buca, provando e riprovando fino a trovare il colpo perfetto, l’illuminazione. Il golf diventa un mezzo di concentrazione e scoperta, mentre la world map riprende colore, svela segreti neanche fosse quella di Super Mario World e il giocatore si lascia coccolare da una colonna sonora acustica straordinariamente serena, capace di riordinare i pensieri della giornata e rallentare il respiro.

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Guardate che sguardi agguerriti, che garra, che tensione!

Ma c’è anche chi preferisce il casino, chiaro, e allora cosa c’è di meglio che un Mario Golf: Super Rush che non è mai stato così party game? Un golfistico “serio” e tendente al realismo (con le dovute proporzioni) se si guarda la fisica e la gestione dei colpi (al contrario dei titoli sopra citati, per un motivo o per l’altro decisamente più stilizzati) che però decide di prendere una manciata di potenziamenti da Mario Kart e dare al tutto un twist competitivo divertentissimo, dove sgambettare i propri avversari correndo verso la prossima buca o facendo schizzare via le loro palline dal green, saltando come in un platform 3D, cercando scorciatoie e giocando col cronometro per guadagnare punti. Un delirio! Oltretutto Nintendo lo sta supportando con contenuti post lancio gratuiti, tra nuovi personaggi e il campo dedicato a New Donk City di Odyssey.

Beh, che dire, da “Ammazza che mazza” il genere ha fatto passi da gigante, trovando vie extra-sportive per dare vita a opere estremamente interessanti anche dal punto di vista artistico-narrativo, soprattutto in questo florido momento di creatività indie, in grado di stimolare e incuriosire anche il più grande sostenitore del golf come una delle attività più noiose al mondo. Secondo me vi ho convinto, ed è pure sabato, il momento perfetto per beccarsi sul green!

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