Tra tutti i franchise – attivi e dimenticati – appartenenti alla scuderia PlayStation, perché puntare così tanto su Horizon? È una domanda che mi pongo spesso, ma che ancora non ha trovato una risposta soddisfacente.Nel giro di due settimane, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, usciranno due videogiochi con Aloy protagonista. Il primo è la versione rimasterizzata di Horizon Zero Dawn, in uscita il 31 ottobre su PC e PS5, mentre il secondo è LEGO Horizon Adventure, che invece arriverà il 14 novembre sulle piattaforme appena citate e su Nintendo Switch. Entrambi i titoli racconteranno la medesima storia dal momento che il videogioco con i mattoncini punta a prendere la trama, le ambientazioni e le tematiche di Zero Dawn per offrire a un pubblico più giovane un modo nuovo di approcciarsi alla serie, più scanzonato e leggero.
Puntare sui live service si è rivelato un flop
Tre progetti, dunque, nessuno dei quali porterà a termine la storia di Aloy dopo Forbidden West. Secondo il giornalista Jason Schreier, sempre molto informato e affidabile, il capitolo conclusivo della saga sarebbe ancora lontano. Con i tempi di sviluppo sempre più lunghi, poi, campa cavallo…
Eppure, sempre Schreier in un recente intervento sul podcast di Spawn Wave solleva un punto a mio avviso molto importante, che condivido appieno: e se Sony stesse sopravvalutando la forza del franchise di Horizon? Siamo davvero sicuri che questa IP interessi a così tante persone da giustificare non uno, non due, ma ben tre progetti separati?
L’interesse nei confronti di Horizon starebbe gradualmente scemando
Ora non fraintendetemi: non voglio certo dire che la serie non interessi più a nessuno. Ci sono sicuramente diverse milioni di persone che amano Horizon e che non vedono l’ora di fruire di altri prodotti appartenenti a questo franchise. La mia domanda è diversa: siamo proprio sicuri che questo bacino potenziale giustifichi un investimento così massiccio su questa proprietà intellettuale? Ma soprattutto, pubblicando così tanti videogiochi – addirittura un paio a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro – non si corre il rischio di saturare il mercato e di svalutare il franchise? Non c’è il timore che alla gente venga a noia e Sony “bruci” una serie di successo?
Sony potrebbe aver sopravvalutato la forza del franchise
L’ho già scritto in uno scorso editoriale e lo ribadisco di nuovo: ancora una volta sono qui a chiedermi se tutte queste risorse non potessero essere investite in altro modo, in giochi a cui il pubblico vorrebbe davvero giocare. Poi guardo le reazioni dei giocatori nei confronti di Astro Bot, così pieno di omaggi e citazioni, e non posso che dare ragione a chi lo ha definito un coloratissimo viaggio in un cimitero piuttosto che una celebrazione della gloriosa storia PlayStation. Un passato che andrebbe coltivato, accudito e valorizzato, non nascosto in qualche archivio polveroso di cui non si sa più chi sia in possesso della chiave. In mancanza di tutto questo, però, almeno c’è Aloy. Sempre Aloy. Solo Aloy.
P.S.: Qui giusto per ricordarvi, in chiusura, che uno dei due CEO di Sony Interactive Entertainment – con delega ai PlayStation Studios e allo sviluppo delle IP di Sony – è Hermen Hulst: il co-fondatore ed ex managing director di Guerrilla Games. Coincidenze?