Ghost of Tsushima - Recensione

PS4

Passare il confine non è facile per Jin, e la narrazione ruota attorno all’alternanza tra luci e ombre che danzano nel cuore del giovane guerriero.

Il dualismo interiore porta dunque Jin ad apprendere tanto le classiche tecniche di scherma quanto l’uso di ordigni come bombe adesive o kunai con cui combattere efficacemente le orde mongole. Il nemico non si fa scrupoli ad attaccare in grande numero, e Jin può rispondere con un sistema di combattimento simile a quello visto nei Batman di Rocksteady, inclinando l’analogico verso l’avversario più vicino per far sibilare la katana della casata Sakai.

Riceverete il rampino verso la fine del primo atto, e donerà alle incursioni una benvenuta verticalità.

Generalmente basta colpire ripetutamente il nemico con colpi forti per spezzare la sua guardia e finirlo con una rapida combo, ma i mongoli padroneggiano vari tipi di armi e ben presto le abilità iniziali non saranno sufficienti. Da qui il bisogno di risolvere le missioni secondarie per far crescere la fama del protagonista, da samurai sconfitto a carismatico simbolo della rivalsa, conquistando punti con cui migliorare le tecniche marziali apprese. Accumulare esperienza però non sarà sufficiente, giacché le quattro forme di combattimento (all’inizio è disponibile solo quella della Terra, efficace contro i nemici armati di spada) verranno padroneggiate sconfiggendo i massicci generali mongoli, un’impresa sulle prime tutt’altro che agevole.

UNA VITA SENZA SFIDE SA ESSERE VUOTA

Una volta presa la mano e conquistato un sufficiente bagaglio di mosse e strumenti, i combattimenti di Ghost of Tsushima diventano davvero esaltanti, con Jin che saetta da una parte all’altra del campo di battaglia spaccando scudi e effettuando evoluzioni con cui intercettare la carica di lancieri, distribuendo nel contempo frecce e esplosioni assortite.

Una volta presa la mano e conquistato un sufficiente bagaglio di mosse e strumenti, i combattimenti di Ghost of Tsushima diventano davvero esaltanti.

Anche per questo, però, vi consiglio vivamente di giocare sin dall’inizio alla difficoltà più ardua, dato che i due livelli base rischiano di banalizzare eccessivamente l’esperienza, specie quando Jin diventerà un artista marziale completo e potrà attingere a un quantitativo maggiore di determinazione, una sorta di “mana guerriero” con cui recuperare vitalità in qualunque momento e addirittura tornare in vita, una volta imparata l’apposita abilità.

Ghost of Tsushima recensione

Khotun Khan è un nemico scaltro, e ricorrerà a qualunque bassezza pur di conquistare il Giappone.

La difficoltà non influisce solamente sulla cattiveria dei colpi ricevuti, ma anche sul tempismo richiesto per effettuare una parata perfetta e sbilanciare immediatamente il nemico, specialmente durante i duelli contro i boss, quando i sotterfugi vengono messi da parte in sfide all’ultimo sangue dove la padronanza della spada e dei contrattacchi risulta imperativa. In altre parole, affrontando la sfida più impegnativa ogni singola conquista avrà il sapore di una piccola vittoria e i potenziamenti sapranno fare la differenza, una buona prospettiva se consideriamo che il gioco non è eccessivamente lungo.

Continua nella prossima pagina…

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Pro

  • Atmosfera unica, irripetibile, curata all'inverosimile.
  • Ispirazione visiva fuori scala.
  • Buon mix tra combattimenti e azione stealth.
  • Trama appassionante.

Contro

  • Non particolarmente longevo se si punta direttamente alla fine.
  • Generalmente poco impegnativo. Iniziatelo subito al livello più difficile.
  • L'impianto stealth è meno efficace.
9.4

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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