Killer Klowns from Outer Space: The Game – Recensione

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Pagliacci e umani, umani e pagliacci. La sottile linea che divide il grottesco dalla realtà è l’humus di Killer Klowns From Outer Space: The Game, multigiocatore asimmetrico in cui bisogna dilettarsi a sopravvivere, a uccidere e a fare del male al prossimo con tanto zucchero filato, una mazza da baseball e all’occorrenza una dose mai esagerata di proiettili. Dio benedica l’America.

Sviluppatore / Publisher: Illfonic / Illfonic Publishing Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam), Xbox Series X|S, PlayStation 5 Data d’uscita: Già disponibile

Nel corso dell’anteprima di Killer Klowns From Outer Space: The Game, ho provato a volare con la fantasia. Speravo di riuscire a sembrare il classico studente statunitense che gioca a football americano, che fa incetta di conquiste e ogni sera lo passa a tracannare birra, mentre pensa a Yale, ad Harvard o, più semplicemente, a un’università statale da qualche parte nel Michigan. È un sogno bagnato che ho sempre avuto sin da quando ero piccolo. Parte del merito di questa allucinazione dovuta da film horror ad alto tasso di violenza, è da affibbiare alla mia volontà di crearmi universi paralleli.

Ecco come, però, mi è venuto in soccorso il medium videoludico. Grazie a esso, ma soprattutto a Illfonic, studio di sviluppo abile e conosciuto per proporre multigiocatori assimetrici à la Dead by Daylight, ho compreso che lo zucchero filato è meglio di una birra. La sopravvivenza è una cosa seria, tanto che in Killer Klowns From Outer Space: The Game nessuno penserebbe affatto che al peggio non c’è mai fine.

La sopravvivenza è una cosa seria, tanto che in Killer Klowns From Outer Space: The Game nessuno penserebbe affatto che al peggio non c’è mai fine

Erroneamente, qualcuno potrebbe addirittura pensare che niente potesse andare peggio di così. Cosa ci può essere di più insopportabile e preoccupante di un mondo invaso da pagliacci provenienti dallo Spazio, armati di tutto punto con pistole al plasma da cui fuoriesce proprio… dello zucchero filato. Anche se il medico mi ha sconsigliato di abusarne, alla fine sono caduto in tentazione. Mentre quei pagliacci tentavano di uccidermi, io diventavo loro, trasformandomi in senso figurati a un cavaliere dell’Apocalissi vestito con un naso rosso. Vivevo il sogno americano e non ero più solo un ragazzo statunitense: ero in fuga. Ora ho la glicemia alta, c’è qualcuno che mi insegue e, all’improvviso, a essere il predatore sono io.

UN PARCO ESTIVO, UNA CITTADINA, QUALCHE BACIO RUBATO E DEI PAGLIACCI ASSASSINI

Killer Klowns From Outer Space è stato un film apprezzato negli Stati Uniti e da coloro che sono cresciuti con Tremors e molte altre produzioni di questo tenore. Parte del successo è anche dovuto ai film con protagonista quel pazzo scatenato di Freddy Kruger, un personaggio martoriato che ha terrorizzato per molto tempo chiunque. Con Killer Klowns From Outer Space: The Game, intanto, Ilfonic ha avuto il talento e la visione di riuscire a essere fedele al materiale originale.

Corri, ragazzo… Corri.

Ora, sia chiaro: del titolo si comprende solamente che l’invasione, iniziata nella cittadina di Crescent Cove improvvisamente, ha quasi portato questo luogo rurale dominato da un cinema, un luna park e tanto altro al collasso, costringendo gli abitanti a doversela cavare e sopravvivere. È sempre stato un horror che puntava molto più sul grottesco che sull’orrorifico, mostrando in effetti quanto i pagliacci non siano delle persone, alla fine della fiera. Lo si comprende all’interno del gioco quando si diventa come loro, iniziando a seminare morte, discordia e panico nei confronti degli umani.

La produzione offre, infatti, due diversi modi di giocare a Killer Klowns From Outer Space

La produzione offre, infatti, due diversi modi di giocare a Killer Klowns From Outer Space: da una parte ci sono appunto gli umani, mentre dall’altra i pagliacci. Il team ha voluto ricalcare nuovamente quella tipica struttura di gioco che ha reso famoso e apprezzato Dead by Daylight, fornendo al giocatore tutte le possibilità del caso per coinvolgersi ulteriormente all’interno di un’avventura dal grande impatto, sebbene a volte ripetitiva.

KILLER KLOWNS FROM OUTER SPACE: RESTARE UMANO O DIVENTARE PAGLIACCIO

Chi impersonare è tutto affidato al caso. Il gioco smista, in base ai server e a quanti giocatori sono connessi, il giocatore dove c’è bisogno. La scelta dunque spetta al titolo, e non al giocatore, che può solo adattarsi al momento. Ciò potrebbe far storcere il naso a qualcuno, ma trovo invece sia una scelta saggia, considerando che l’immediatezza di Killer Klowns From Outer Space non si vede tutti i giorni all’interno del panorama dei multigiocatori. Vestendo i panni degli Umani, l’obiettivo è quello di scappare e sopravvivere, o di uccidere i pagliacci finché non si trova un modo per scampare. Il game design dell’opera, indossando i panni dei membri impauriti della specie che domina la Terra, spinge molto sull’esplorazione e sul loot che si trova negli scaffali e nei luoghi più celati. La tecnica migliore per impedire di farsi catturare è nascondersi, aspettando il momento giusto per usare quegli oggetti e, in seguito, trovare una via di fuga, nonostante sia più semplice a dirsi che a farsi, all’interno di un’opera come questa.

In attesa di fuggire…

Il modo migliore per colpire un pagliaccio, quando se ne presenta occasione, è alle spalle. È bene però essere in gruppo, perché sia vestendo i panni degli umani che quelli dei clown, è la cooperazione a essere il piatto forte dell’opera. La sinergia creata da Illfonic è dunque pregevole e ottima, poiché permette di giocare d’astuzia e in maniera attendista, usando tutto quello che è adagiato in giro, in attesa soltanto di essere preso e abbattuto contro un clown. Non mancano le bocche di fuoco, le sempre utilissime mazze da baseball e i fucili da caccia, da prendere immediatamente prima che lo faccia un giocatore. Quando si muore nei panni di Umano, si può comunque giocare per agevolare gli altri sopravvissuti, avviando dei coinvolgenti minigiochi, utili per donare del loot ai compagni.

Il modo migliore per colpire un pagliaccio, quando se ne presenta occasione, è alle spalle

Per quanto essere stata una preda mi abbia regalato delle profonde emozioni, come uccidere per tre volte consecutive lo stesso giocatore da Umano, ammetto che essere un predatore armato di pistola allo zucchero filato mi è piaciuto parecchio. La cosa che cambia indossando i panni di un pagliaccio è subito la barra della vitalità, molto più rimpinguata e con abilità che si attivano nel corso della partita, che ha una durata base di quindici minuti, prima che tutto quanto detoni, portando il genere umano alla deflagrazione.

Avevo voglia di una granita, lo ammetto.

Tuttavia, da pagliaccio gli obiettivi sono i seguenti: catturare gli Umani oppure, semplicemente, ucciderli. Si possono ammazzare nei modi più fantasiosi, soprattutto quando si sale di livello e le bocche di fuoco nel menu principale, come le mazze e l’aspetto, cambiano e sono più potenti. Il ruolo del pagliaccio è quello che mi ha divertito di più perché pone il game design sotto un’altra luce, permettendo al giocatore di commettere atti brutali e imprevedibili. Queste creature orribili provenienti dallo Spazio possono scomparire improvvisamente, rafforzarsi e ingannare l’Umano, attirandolo a sé. Anche se i momenti di stanca, soprattutto a causa di una certa ripetizione di ogni movimento o scelta, nell’insieme il gioco sa come comportarsi e indossare i due ruoli in modo casuale sa offrire degli scenari delle possibilità per nulla scontate.

TANTA QUESTIONE DI STILE

In videogiochi del genere è importante la rapidità dei server. Per fortuna, Killer Klowns From Outer Space non è solo distintamente giocato, ma ha una gestione dei server davvero ottima, ponendo l’attenzione sull’immediatezza appena accennata.

Ad affascinare, almeno dal punto di vista visivo, è lo scenario proposto

Ad affascinare, almeno dal punto di vista visivo, è lo scenario proposto.

Una tranquilla giornata al campo estivo. Cosa potrebbe mai andare storto?

Crescent Cove è un’ambientazione dal grande impatto, colma di tante novità, nonostante il team abbia implementato poche mappe, al momento, anche se sono sicuro che potrebbero inserirne delle altre. Di sicuro, un videogioco del genere, leggero e piacevole, serviva come il pane in un momento come questo, tra opere come Shin Megami Tensei V: Vengeance pronte a inflazionare le ore dei giocatori. Con me lo ha appena fatto.

In Breve: Un videogioco multigiocatore appassionante e piacevole, che sa come donare spensieratezza e bellezza al suo interno, mantenendo un appeal brillante e scoppiettante. Killer Klowns From Outer Space: The Game è un titolo che può offrire diverse ore di gioco in totale armonia. Si presenta ed è gestito bene, al netto di una certa ripetizione degli eventi, che però non appesantiscono più di tanto l’esperienza. Insomma, una buona prova.

Piattaforma di Gioco: PC
Configurazione di Prova: i5-124004F, 16 GB di RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, come gira: Ottimamente, senza bug di sorta. Su PC è ottimizzato molto bene.

 

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Pro

  • Sa come intrattenere / Bella direzione artistica / Atmosfera azzeccata Ottimo che sia tutto affidato alla casualità / Sistema di progressione chiaro e cristallino / Mappe interessanti

Contro

  • Mappe interessanti, certo, ma forse ancora pochine / Alla lunga potrebbe risultare ripetitivo /
8

Più che buono

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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