Ghost Trick: Phantom Detective torna dal passato di Capcom per infestare i sistemi attuali, dimostrando che uno spettro buono è sempre il benvenuto.

Sviluppatore / Publisher: Capcom / Capcom Prezzo: € 29,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 + Disponibile su: PS4, PS5, Switch, Steam, Xbox One

Allo stato attuale la cosa più bella di Ghost Trick è che non ricordo nulla della trama, nonostante lo abbia finito e apprezzato all’uscita. Capita, quando passano in un batter d’occhio la bellezza di ventitré anni. Gioco curioso, tanto da definirlo sperimentale: in lui è palese la volontà di battere nuove strade da parte di Shu Takumi, dopo l’abbuffata di seguiti e spin-off che popolano l’interminabile saga di Phoenix Wright.

In questo, Ghost Trick prende le distanze dalla classica struttura da visual novel per incarnarsi in un’avventura da vivere in punta di pennino che ha parecchio in comune con classici occidentali come il Gobliiins di Coktel Vision, ricca di situazioni e personaggi sopra le righe che riescono a calamitare l’attenzione del giocatore per tutta la sua durata.

MA GHOST TRICK NON SI GIOCAVA SU DS?

Sì, ma non solo, dato che il gioco si è concesso anche una capatina su iOS; Capcom, che a quanto pare ci ha davvero preso gusto a utilizzare il RE Engine, ha deciso di sfruttare il flessibile motore per riportarlo in vita (dopotutto si parla di fantasmi) anche sulle piattaforme odierne. La resa è ottima: Ghost Trick ha conquistato i cuori dei giocatori all’uscita grazie alla splendida direzione artistica e ad animazioni a dir poco ammalianti, una dote che splende più che mai inquadrata in una grafica ad alta risoluzione con la fluidità ancorata ai sessanta fotogrammi al secondo, che rende l’esperienza superlativa anche sugli schermi moderni.

In Ghost Trick si inizia il gioco morti stecchiti in un lercio rottamaio

Anche il sonoro si è concesso una rinfrescata, con le oltre trenta tracce della colonna sonora scritta da Masakazu Sugimori rimasterizzate e liberamente sostituibili in qualunque momento a quelle classiche. Il gioco è praticamente lo stesso senza aggiunte di sorta, a parte dei puzzle scorrevoli da risolvere una volta terminata l’avventura e una galleria di immagini che si popolerà mano a mano che il biondo Sissel cercherà di scoprire il mistero che si cela dietro la sua morte. Perché sì, in Ghost Trick si inizia il gioco morti stecchiti in un lercio rottamaio, mentre un misterioso sicario si appresta a fare il bis, puntando un vistoso fucile dorato contro una ragazza dai capelli rossi con addosso un giallo impermeabile.

Il tempo sta scadendo, e per ora l’unica opzione è aprire o chiudere quel frigorifero

Chi sia non si sa, forse si è trovata al posto sbagliato nel momento peggiore, ma lo spirito del defunto protagonista non ha intenzione di assistere alla sua esecuzione. Dalla sua ha i cosiddetti ghost trick, insegnati in fretta e furia da una lampada animata che diventerà il suo improvvisato mentore. Possedendo gli oggetti, Sissel potrà attivarli, ad esempio sollevando un passaggio a livello o aprendo un ombrello, interferendo in questo modo con il mondo che lo circonda per cercare di cambiare un destino già segnato. Spesso infatti la sua anima si paleserà troppo tardi, e potrà riportare indietro il tempo di qualche fatidico minuto per provare a sovvertire situazioni apparentemente senza uscita. La fregatura è che non può muoversi liberamente e prendere possesso di qualunque cosa come se fosse un poltergeist qualunque, ma la sua flebile essenza potrà spostarsi solo tra oggetti vicini durante la  permanenza nel regno dei morti, una dimensione in cui le lancette si fermano per consentire di riprendere fiato e ponderare la mossa successiva; questa meccanica, che inizialmente necessitava del pennino per “estendere” l’anima tra un appiglio e l’altro, funziona egregiamente anche sfruttando l’analogico.

COME AVENGING SPIRIT, MA SENZA PISTOLE

Queste sono le basi, regole semplici da assimilare con cui iniziare a mettere in moto la materia grigia, a cui se ne uniranno presto altre; tralasciando una tecnica avanzata (su cui taccio perché legata a un importante avvenimento) con cui muoversi tra oggetti di forma simile, Sissel apprenderà presto come spostarsi attraverso le linee telefoniche semplicemente possedendo un apparecchio in uso

Ghost Trick è un gioco scritto molto bene, ricco di personaggi eccentrici e situazioni intriganti

Questo lo porterà a viaggiare in lungo e largo durante una notte in cui avverrà di tutto, conscio che la sua anima svanirà all’alba e determinato a qualunque cosa pur di scoprire la verità sul suo assassino e sulla propria identità, visto che la morte lo ha privato anche della memoria, oltre che del corpo in carne e ossa.

Sissel incontrerà questa coppia di presunti cattivi quasi subito, anche se non avrà idea di chi possano essere.

Ghost Trick è un gioco scritto molto bene, ricco di personaggi eccentrici e situazioni intriganti; spesso la soluzione inizialmente logica appare irraggiungibile a causa della limitata mobilità del protagonista, pertanto ascoltare i dialoghi per ottenere indizi o sondare i cambiamenti innescati dall’uso di determinati oggetti tenendo conto di variabili come gli spostamenti dei vivi e la loro reazione di fronte a eventi per loro inspiegabili fa parte del divertimento, in una struttura un trial and error ben misurata che non scade mai nella ripetitività.

Il rovescio della medaglia è che Ghost Trick resta un gioco molto lineare e facile, oggi come ieri

Il rovescio della medaglia è che Ghost Trick resta un gioco molto lineare e facile, oggi come ieri. Morire è impossibile (in fondo avete già dato) e si può rimediare a ogni fallimento semplicemente riavvolgendo le lancette per elaborare una nuova strategia, consci che la sequenza di azioni con cui superare un livello è ben determinata a poco incline all’improvvisazione. Con una longevità che si assesta sulle dodici ore, è probabile che metterete da parte Ghost Trick una volta svelato ogni mistero, magari per rigiocarlo dopo qualche lustro in preda a senili dimenticanze come è successo nel mio caso. Un problema di fondo comune a tutti i gialli, perfettamente in linea con il resto della produzione del buon Shu Takumi.

In Breve: Ghost Trick: Detective fantasma si riconferma un giallo avvincente, caratterizzato da idee e meccaniche uniche e popolato da situazioni sul filo del rasoio che manterranno alta l’attenzione fino ai titoli di coda. Dopo di che è difficile che lo rigiochiate, anche a causa della sua struttura lineare, ma finché dura resta un’esperienza consigliatissima, oggi come nel 2010.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Sessanta fotogrammi al secondo, con l’eccellente stile grafico originale in gran spolvero grazie all’alta risoluzione. Ghost Trick è sempre una gioia da vedere, e PS5 non fatica neppure un po’ nel creargli un degno palcoscenico.

 

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Pro

  • Storia intrigante con alcuni protagonisti memorabili / Interessanti idee e meccaniche / Presentazione audiovisiva ricca di personalità

Contro

  • Lineare e poco impegnativo / Aggiunte marginali rispetto al gioco originale
8.2

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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