Chi ha coniato il detto “ti schiaccio come un insetto” non aveva fatto i conti con cimici grandi come cani e libellule delle dimensioni di un’aquila. Hive Jump 2: Survivors ci mette in uno sciame di guai.
Sviluppatore / Publisher: Graphite Lab, Joystick, Sonamu Games / Midwest Games Prezzo: 6.89 Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile
Tutti, nella nostra vita, abbiamo usato almeno una volta il Mighty Slipper Strike, la ciabattata vibrata da mano iraconda che si abbatte sull’insetto che ci ronzava intorno da ore, restituendo pace e serenità. Quanto però le fastidiose bestioline sembrano uscite da Starship Troopers, è tempo di andarci giù più pesanti. Hive Jump 2: Survivors ci mette nei panni dell’ultimo sopravvissuto in un pianeta ostile, il cui terreno è costellato da pozze di lava e acido, nonché habitat ideale di enormi bacherozzi che han deciso di banchettare con le nostre budella.
Soli contro migliaia di mostri, dobbiamo resistere a quindici ondate di difficoltà crescente seguite da scontro con boss finale prima che arrivi la squadra di soccorso a estrarci dalla scomoda situazione. Il primo Hive Jump, edito nel 2017, era un platformer run and gun passato abbastanza in sordina, ma con questo sequel Graphite Lab punta a conquistare il cuore degli amanti dei Vampire Survivors like. Non che siano i primi ad averci pensato, dato che il mercato è ben fornito di esponenti del genere, però questa volta c’è una piacevole novità: il jetpack.
HIVE JUMP 2: SURVIVORS, TOGLIETEMI TUTTO MA NON IL JETPACK
Ora dovreste fingere che vi abbia spiegato per filo e per segno il gameplay del classico VS like, così da permettermi di spiegarvi subito le novità introdotte da Hive Jump 2: Survivors nel tentativo di distinguersi dalla massa. Innanzitutto troviamo gli alveari, di diversa grandezza e pericolosità, dai quali sgorgano fiumi di insetti. Dove sono piazzati? Sempre negli stessi posti, dato che le quattro mappe non sono generate proceduralmente ma si ripresentano identiche a ogni run, permettendoci di esplorarle a dovere e conoscerne tutti gli anfratti. E cosa succede quando li distruggiamo? Niente.
Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, eliminare gli alveari non diminuisce il numero di bestiacce che ci assalgono ondata dopo ondata, garantendoci solo un buon numero di secrezioni aliene, valuta con la quale acquistare potenziamenti, e qualche bonus speciale. Perché prendersi il disturbo dunque? Perché regala soddisfazione ed è indispensabile se si vuole platinare il gioco. E se state pensando di affrontarli verso la fine della partita, quando siete armati fino ai denti, rivedete i vostri piani, in quanto gli alveari diventano sempre più forti al passare del tempo. Il re del gioco però è il nostro jetpack, che nonostante la limitata autonomia e il tempo di cooldown piuttosto lungo si rivelerà determinante soprattutto ai livelli di difficoltà più avanzati.
Con il jetpack, oltre a fuggire da scomode situazioni, possiamo arrostire gli insetti con le fiammate che escono dallo scarico, o ripristinare i punti vita persi
SCELTE DIFFICILI
L’arsenale a disposizione in Hive Jump 2: Survivors è enorme e troviamo proiettili perforanti, esplosivi, avvelenati, incendiari e tutti decisamente letali accompagnati da granate di vario tipo e installazioni da piazzare a terra per creare recinti elettrificati o safe zone nelle quali ripristinare i punti vita. All’occorrenza possiamo anche dotarci di droni equipaggiati con munizioni assortite e pronti a seguirci ovunque. Le build sono praticamente infinite, ma i sadici di Graphite Lab hanno ben pensato di complicarci un pochino la vita.
Cominciamo con solo tre slot a disposizione per gli oggetti, e ciascuno dei meravigliosi gingilli sopraelencati ne consuma uno, costringendoci a bilanciare l’inventario per non trovarsi magari con bombe a mano devastanti ma una pistolina ridicola, o vice versa. A peggiorare la situazione, possiamo potenziare solo ciò che è attualmente in nostro possesso, il che significa che se stiamo usando la shotgun non vi sarà modo di upgradare il lanciafiamme, che magari ci servirebbe più avanti. Durante tutta la run saremo chiamati a scelte difficili per vendere ciò che non ci interessa più e far spazio ad altro, sempre se avremo la fortuna di trovarlo nei loot. Non è raro fare la scelta sbagliata e trovarsi, all’uscita dello shop, più deboli di prima.
OK, MI LASCI GIOCARE PERÒ?
Un vecchio adagio dice che all’amante si perdona ogni cosa, mentre alla moglie non si lascia passare nemmeno una minestra troppo salata. C’è del vero, in quanto nell’entusiasmo della novità si tende a sorvolare su molti aspetti che si possono rivelare poco piacevoli una volta entrati a far parte della routine. Forse avrei dovuto avvisarvi di non leggere questa recensione in compagnia della vostra dolce metà; speriamo almeno non vi abbia visto annuire, o da questo momento avrete molto più tempo per giocare.
In ogni caso un elemento del gameplay che inizia ad andarmi strettino è il continuo stop dell’azione per farmi scegliere quell’arma o quell’upgrade. Snocciolando un paio di numeri reali su Hive Jump 2: Survivors, in una run di circa venticinque minuti e quindici ondate possiamo arrivare tranquillamente al cinquantesimo livello, incassando ben sessantacinque premi, più almeno altri cinque per aver distrutto alveari o completato missioni secondarie. Calcolatrice alla mano, equivalgono a un’interruzione ogni ventidue secondi scarsi. Fa sicuramente piacere veder crescere velocemente il personaggio, però, parafrasando certi meme, vorrei ci fosse del gioco in questa scelta di powerup. Forse i prossimi VS like – perché ne usciranno sicuramente altri – dovrebbero trovare un altro modo per gestire l’arrampicata lungo l’albero delle skill. Nel frattempo, ci sono i cento trofei di Steam da sbloccare.
In Breve: Può l’introduzione di un jetpack, con relativi upgrade e powerup, donare nuova linfa ai Vampire Survivors like, che ci bombardano costantemente con nuove uscite? Se la realizzazione tecnica è buona come nel caso di Hive Jump 2: Survivors, la risposta è positiva. Sarebbe stato ancora più interessante se dotato di mappe proceduralmente disegnate; conoscere in anticipo la posizione degli alveari più pericolosi toglie quel brivido dell’ignoto che avrebbe reso l’atmosfera ancora più cupa, ma merita decisamente posto nella collezione degli amanti di questo genere di giochi. La porta si sta chiudendo però, i prossimi dovranno veramente inventarsi qualcosa di nuovo.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Le centinaia di nemici che mi inseguivano ovunque non hanno provocato cali di framerate, quindi parafrasando Elise di LoR, che di insetti se ne intende, l’esperienza è stata “smooth… as… silk!”.